OPAC realizza il Soft-Top salvaspazio

Comunicato stampa:

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OPAC REALIZZA IL SOFT-TOP SALVASPAZIO

La soluzione ideata dall’azienda torinese permette di recuperare altezza sollevando il tessuto della copertura a top aperto. Una innovazione semplice ma estremamente pratica

Rivalta di Torino, 4 novembre 2016 – Opac, azienda torinese all’avanguardia nella progettazione e realizzazione di coperture per scafi e yacht, fornitrice dei più prestigiosi cantieri del mondo, prosegue la sua attività finalizzata a individuare le soluzioni più efficaci per agevolare il comfort a bordo.

L’ultimo prodotto lanciato sul mercato e già installato a bordo di alcuni yacht di un affermato cantiere italiano è un soft-top di particolare concezione a movimentazione elettrica. La copertura, realizzata tramite un meccanismo già ampiamente collaudato su altri tipi di tettucci Opac, si avvale per la movimentazione di una serie di leve che, durante il movimento di apertura, sollevano il tessuto del tettuccio verso la parte esterna aumentando l’altezza vivibile e quindi l’abitabilità sottostante.

OPAC Soft Top Yacht

Il sollevamento risulta sempre controllato durante l’intero processo di apertura del soft-top e le centine sono sempre stabili in ogni loro posizione. La meccanica del soft-top, costituito nella sua parte flessibile da una doppia tela, favorisce il movimento verso l’alto del tessuto che, a fine corsa, risulta sollevato e raccolto, ottenendo l’obiettivo di non invadere l’ambiente sottostante. Questa soluzione agevola quindi una migliore vivibilità degli spazi sul flying-bridge.

OPAC Soft Top Nautica

L’attenzione di Opac verso la massima qualità è indirizzata non solo verso la meccanica, ma anche sulla ricerca di materiali sempre più leggeri e meno attaccabili dagli agenti salini dell’ambiente marino. In questo specifico caso viene utilizzato un materiale plastico stampato non intaccabile dagli agenti esterni. I tessuti utilizzati sono elettrosaldati per una maggiore capacità di trattenere acqua e umidità.

OPAC Soft Top Barca

Opac (www.opacgroup.com) è una qualificata organizzazione industriale specializzata nello studio, progettazione e costruzione di prototipi automobilistici (dai modelli di sviluppo del design fino ai prototipi tecnici performanti per eventi espositivi) e di capote soft-top e hard-top sia per autovetture sia per il settore nautico. La società inoltre produce scocche automobilistiche anche in allestimenti speciali. La Divisione Nautica si occupa in particolare di progettazione e costruzione di capote hard-top o soft-top e di tendalini per imbarcazioni da diporto. In più, è attiva nel settore nella componentistica nautica con una ricca gamma di prodotti.

Per ulteriori informazioni, Ufficio Stampa Opac:
• Dario Pagano, cell. 393 8578589; e-mail: dario.pagano@opacgroup.com
• Andrea Bergamini, cell. 338 3269083; e-mail: andrea.bergamini-press@opacgroup.com

Vendée Globe: nuvole e temporali all’orizzonte

Hugo Boss Vendée Globe 2016 Alex Thompson
Hugo Boss – Credit: Lloyd Images / AT Racing

Vendée Globe 2016 – Trascorsa la prima settimana di navigazione, circa un terzo dei partecipanti ha già doppiato le Isole di Capo Verde percorrendo poco più di 2500 miglia. In testa <Hugo Boss> che ha superato <Banque Populaire VIII> grazie ad una buona accelerazione.

Si conferma la validità dell’utilizzo dei foil: cinque dei primi sei scafi della classifica sono dotati di questo dispositivo.
L’eccezione è rappresentata da <PRB> di Vincent Riou, in configurazione tradizionale, che si mantiene al secondo posto a circa 40 miglia, anche se tallonato molto da vicino dal terzo e quarto classificato.

vendee_globe_situazione_13112016Didac Costa, dopo l’avaria che lo ha costretto a tornare a Les Sables d’Olonne, ha potuto ripartire per la regata grazie ad una eccezionale mobilitazione del suo team.
I giorni di navigazione perduti per la riparazione pesano oltre 1800 miglia di svantaggio dal primo.

Diverse avarie si sono verificate su altri scafi: forse la più pesante quella che ha colpito <Initiatives Coeur>, con la parte terminale in carbonio dell’albero che si è spezzata.
Lo skipper per tentare una riparazione sarà costretto ad effettuare una sosta a Capo Verde o altrimenti al ritiro.

L’area di calma “ZCIT” tipica della zona di convergenza equatoriale si mostra insolitamente meno estesa ed all’orizzonte già si profilano nubi che annunciano ai primi sette skipper un possibile cambiamento delle condizioni meteo con l’avvicinarsi alla linea dell’Equatore.
La settimana che inizia, passate le zone di brezze leggere, sarà di grande impegno per gli skipper…