Al termine del primo mese di regata, il maltempo incontrato dai concorrenti nell’Oceano Indiano, con venti a 40 nodi e onde alte, ha contribuito ad allungare ancor di più la serie di avarie e ritiri che stanno caratterizzando questa edizione della Vendée Globe.
L’incidente più drammatico è quello occorso al 55enne skipper francese Kito de Pavant che, con la sua <Bastide Otio>, ha colpito in piena velocità un oggetto galleggiante riportando il distacco quasi completo della chiglia, il danneggiamento degli apparati poppieri della barca ed una falla importante a bordo.
De Pavant , che si trovava in decima posizione a nord delle Isole Crozet, arcipelago sub-antartico che fa parte dei Territori Francesi Meridionali, ha rischiato grosso, come ha raccontato alla direzione gara: «C’era vento a 40 nodi, 5-6 metri d’onda: colpito l’oggetto, la barca si è arrestata di netto. Sto imbarcando acqua, il danno la livello del comparto motore è importante. Ho con me il materiale di sopravvivenza». Il responsabile della sicurezza della Vendée Globe, la leggenda della vela francese Alain Gautier, ha subito organizzato i soccorsi.
Lo skipper francese è stato quindi recuperato dalla fregata Marion Dufresne, nave impiegata nell’approvvigionamento dei territori francesi nei mari del Sud e nell’Antartico, che era impegnata in una missione tra l’Isola di Reunion e le Isole Kerguelen. Il medico di bordo ha potuto constatare che fortunatamente De Pavant è illeso, sebbene stanco e deluso, visto anche il suo rapporto particolarmente sfortunato con la Vendée Globe, da cui, anche nelle precedenti due partecipazioni, era stato costretto a ritirarsi a causa di collisione e disalberamento.
Ma non finiscono certo qui i problemi occorsi agli skipper impegnati nel giro del mondo senza scalo; per fortuna sono un po’ meno gravi e drammatici del precedente.
Sebastian Josse, uno dei protagonisti della regata grazie alla terza posizione virtuale con il suo <Edmond De Rothschild>, ha rotto il foil di destra a causa di un impatto particolarmente forte contro un’onda . Dopo aver provato a navigare in configurazione tradizionale, in seguito al miglioramento delle condizioni meteo ha potuto analizzare meglio il danno riportato, che purtroppo, rivelandosi più grave del previsto e tale da non permettergli di affrontare le 15000 miglia mancanti, lo ha costretto al ritiro.
Éric Bellion, navigando in acque agitate con venti mediamente da 30 nodi, è stato investito improvvisamente da una raffica di oltre 50 nodi che gli ha piegato il timone di dritta. La pala è ancora unito alla barca, ma è inutilizzabile: Bellion, se vorrà continuare la regata, dovrà sostituirla con quella di riserva, stivata prima della partenza.
Roman Attanasio, a bordo del suo <Famille Mary – Etamine Du Lys>, a causa dell’ennesimo urto contro un oggetto semisommerso sta facendo rotta con danni rilevanti ai timoni verso Città del Capo per tentare un’improbabile riparazione.
Thomas Ruyant ha riscontrato un’improvvisa via d’acqua all’interno del suo <Le Souffle du Nord>: il francese ha immediatamente provveduto ad arginare l’intrusione con borse e altri oggetti trovati a portata di mano e, dopo essere riuscito ad asciugare gran parte della barca, è attualmente alla ricerca di una soluzione per risolvere il problema con il supporto del suo team.
Addirittura un incendio è il guaio occorso a <Foresight Natural Energy> dello skipper Conrad Colman, probabilmente in seguito ad un’avaria dell’impianto elettrico.
Infine, Il giapponese Kojiro Shiraishi, a bordo di <Spirtit of Yukoh>, ha disalberato e si sta dirigendo a Città del Capo.
Gli avvenimenti di questa edizione stanno portando alla luce una tendenza che era già emersa e si sta facendo sempre più preoccupante: il problema dell’oceano spazzatura, con tutti questi oggetti galleggianti non identificati che si stanno rivelando sempre di più il pericolo maggiore per le imbarcazioni.
Ricapitolando la situazione di classifica, che alla luce degli eventi passa quasi in secondo piano, il leader francese Armel Le Cléac’h con il suo <Banque Populaire VIII> ha portato a quasi 150miglia il suo vantaggio sull’inseguitore inglese Alex Thomson a bordo di <Hugo Boss>. Più staccati Paul Meilhat, Jérémie Beyou e Yann Elies.