La Vendée Globe si è conclusa come previsto, con la vittoria del favorito Armel Le Cléac’h su <Banque Populaire VII>. La cosa che non era previsto era una battaglia così serrata fino all’ultimo col secondo classificato Alex Thomson su <Hugo Boss>, grandissimo protagonista delle fasi finali con una poderosa rimonta, ma anche dell’intera regata, regalando a tutti gli appassionati uno straordinario testa a testa lungo 50.000 chilometri.
Lo skipper bretone, soprannominato Sciacallo, ha anche fatto segnare il record della manifestazione, giro del mondo in solitario e senza scalo nata nel 1989, con 74 giorni, 3 ore e 35 minuti, battendo di quasi 4 giorni il tempo del campione in carica Francois Gabart e prendendosi una fantastica rivincita dopo due secondi posti.
Lo straordinario tempo fatto segnare sembra confermare una volta di più la straordinaria velocità degli Imoca60 “volanti”, cioè dotati di foils, le derive che sollevano insieme ai timoni la barca dall’acqua e consentono accelerazioni brutali, vera novità di quest’edizione e adottati da quasi tutti i primi classificati.
Il giorno dopo la conclusione della regata per i primi due classificati, passata l’eccitazione procurata da un insolito arrivo che si può definire al “foto-finish” dopo oltre 24.500 miglia, ci sembra però interessante puntare l’attenzione sui navigatori che ancora non hanno tagliato il traguardo.
Il riferimento con l’edizione 2012, vinta da Francois Gabart, conferma i tempi di percorrenza record dei primi tre classificati, visto che Jeremie Beyou al momento terzo si trova a poco più di 500 miglia dall’arrivo.
Le posizioni degli altri concorrenti fotografano situazioni diverse:
quarto, quinto e sesto, che navigano molto vicini tra loro, hanno ormai superato il Tropico del Cancro e Jean-Pierre Dick, unico dei tre ad utilizzare i “foils”, potrà confermare il vantaggio offerto da questa soluzione se riuscirà a classificarsi quarto;
Louis Burton ha appena passato l’Equatore e registra un buon vantaggio sul gruppo che sta superando il Tropico del Capricorno;
quattro imbarcazioni hanno da poco doppiato Capo Horn e navigano poco distaccate tra loro, mantenendo una velocità media simile, ad eccezione di Rich Wilson, al quattordicesimo posto e leggermente più attardato;
Didac Costa, al quindicesimo posto dopo la disavventura in partenza e costretto ad una regata di inseguimento, è riuscito a risalire diverse posizioni ed oggi è davanti al gruppo degli scafi che ancora non hanno doppiato il Capo, tallonato da Romain Attanasio;
infine gli ultimi due skipper, molto attardati, hanno ancora circa un terzo delle miglia da percorrere, con Pieter Heerema penultimo ed unico scafo tra gli inseguitori equipaggiato con i “foils”.