Bufeo Blanco è una tra le più conosciute barche a vela del Mediterraneo, protagonista di innumerevoli partecipazioni e vittorie in occasione delle regate di barche storiche. Lunga 15,50 metri, è stata costruita nel 1963 in legno di mogano e rovere dal noto cantiere Sangermani di Lavagna, in Liguria. Nell’ultimo decennio ha percorso oltre 50.000 miglia di mare in tutto il Mediterraneo, dalla Turchia alla Spagna, dalla Grecia alla Croazia, dalla Costa Azzurra a Trieste passando per la Sardegna e la Sicilia. Oggi è alla ricerca di un nuovo a(r)matore che se ne prenda cura. Il motivo? Leggete l’articolo.
Bufeo Blanco, il ‘delfino bianco’ del Rio delle Amazzoni
Bufeo Blanco è una delle più conosciute imbarcazioni a vela del Mediterraneo, protagonista di innumerevoli navigazioni e plurivittoriose partecipazioni ai raduni internazionali di vele d’epoca e classiche. Questo robusto cutter bermudiano lungo 15,50 metri, costruito interamente in legno nel 1963 dallo storico cantiere Sangermani di Lavagna (è il progetto numero 138), nell’ultimo decennio ha percorso oltre 50.000 miglia di mare. Il suo nome identifica quello di un delfino fluviale del Rio delle Amazzoni, che nella tradizione peruviana vuole porti fortuna a chi lo vede. Lo scrittore Mario Vargas Llosa nel suo libro “Pantaleòn e le visitatrici” descrive il Bufeo Blanco come di un animale di considerevole potenza sessuale il cui grasso rinvigorisce gli uomini e ne aumenta la fertilità. Bufeo Blanco ha veleggiato dalle coste italiane alla Spagna, dalla Turchia al Peloponneso, dalla Sicilia all’alto Adriatico, dalla Croazia alla Francia, dimostrandosi un vero purosangue in grado di affrontare ogni condizione meteorologica. Oggi la barca, di base tra la Liguria e la Toscana, batte il guidone del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli e del Royal Ocean Racing Club di Londra, oltre a far parte della prestigiosa ‘La Belle Classe’, l’esclusivo club monegasco che riunisce le più belle e titolate barche d’epoca naviganti al mondo.
Cinque armatori in cinquant’anni
A partire dal 1963 Bufeo Blanco ha avuto in totale cinque armatori. Inizialmente la barca è stata commissionata da Sergio Rossi, proprietario della Comau Automotive Torino. All’epoca si chiamava Luima, dai nomi dei figli di Rossi, Luigi e Maria. La sua base era in Costa Azzurra. Tra il 1973 e il 1983 è stata di proprietà dell’imprenditore torinese Luigi Botto Steglia. È in questo periodo che il nome è diventato Bufeo Blanco. Tra il 1983 e il 1992 il cutter ha navigato al comando del designer milanese Ido Minola, che lo ha fatto navigare in Mediterraneo, spingendosi fino in Grecia. Tra il 1992 e il 2006 l’imbarcazione è di proprietà del notaio Luigi Oneto di Alessandria. Cominciano le partecipazioni ai raduni di vele d’epoca, tra i quali il Trofeo Prada di Imperia. Luigi Oneto è noto nel mondo della vela anche per essere un appassionato regatante a bordo delle derive della classe Dinghy 12’. In quel periodo la diretta rivale di Bufeo Blanco sui campi di regata è Artica II, lo yawl bermudiano del 1956 lungo 12,56 metri costruito anch’esso dal cantiere Sangermani come imbarcazione scuola per la Marina Militare. Nel 2006 Bufeo Blanco viene acquistata dal professore napoletano di base a Milano Giuseppe Marino (g.marino@marinoeassociati.it).
La storia di un amore giovanile
Nel 1992, all’età di 27 anni, Giuseppe Marino si trova nell’isola delle sue radici, Salina in Sicilia, dove il notaio Luigi Oneto aveva cominciato a svolgere la sua attività professionale. Le rispettive famiglie si conoscono e si frequentano. L’anno precedente Luigi Oneto aveva acquistato la barca a Catania, al ritorno da una crociera a Malta. In quel periodo Giuseppe Marino partecipa sentimentalmente alla rinascita di Bufeo Blanco, diretta in un cantiere di Genova Sestri Ponente per essere sottoposta a restauro. Contemporaneamente parte una ricerca storica in Costa Azzurra, dove la barca aveva navigato spesso nel tratto di mare tra Villefranche-sur-Mer e Montecarlo, per reperire i pezzi originali della barca. Vengono ritrovati i winch originali risalenti all’epoca del varo, la campana, l’ancora Ammiragliato e perfino il mezzo marinaio. Sempre nel 1992, dopo il restauro in Liguria, Bufeo Blanco arriva a Salina. Siccome non esiste un vero e proprio porto viene ormeggiata a una boa. La barca è talmente bella che viene ‘adottata’ da tutta la comunità salinara. In quel periodo Giuseppe Marino, dopo la doppia laurea in Economia alla Bocconi e in Giurisprudenza alla Statale, svolge l’attività di ricercatore di diritto tributario internazionale in Olanda. Nulla vieta di continuare a pensare a Bufeo Blanco come alla barca dei propri sogni. E questi, spesso, possono anche avverarsi.
Dalla Sicilia al Cantiere Del Carlo di Viareggio, ‘Cecco’ dice sì!
Nell’estate del 2006 Giuseppe Marino arriva a Salina, ma Bufeo Blanco non c’è. Si trova al Marina di Portorosa, vicino a Milazzo, per una serie di interventi di manutenzione. Il notaio Luigi Oneto desidera venderla al giovane avvocato, che accetta con riserva dopo avere fatto verificare lo stato dei legni. Nel mese di settembre Marino e la moglie Francesca si recano al raduno di vele d’epoca di Imperia, dove conoscono il comandante fiorentino Vieri Mannucci Benincasa, velista transoceanico e ex membro del Team Prada già coinvolto nel restauro di Danae, un Sangermani del 1955 lungo 16,50 metri. Un membro di equipaggio di Danae. Achille Bontà, dice a Giuseppe: “ricorda, la barca è un sistema complesso che vive in un ambiente ostile. Ogni cosa che metti è destinata a rompersi, meno ne metti e meno ne rompi”. La frase lo colpisce al punto che Giuseppe Marino considera quasi una missione salvare Bufeo Blanco, che a fine 2006 parte dalla Sicilia con a bordo Marino senior, Marino junior, Mannucci e teglie di parmigiana di melanzane, e dopo avere fatto avventurose tappe a Vibo Valentia, Marina di Camerota, Capri Riva di Traiano e Cala Galera, arriva a Viareggio presso il Cantiere Francesco Del Carlo. Qui il mitico ‘Cecco’, fondatore nel 1963 di questa realtà della cantieristica specializzata nel restauro di barche d’epoca, afferra un temperino, lo infila nel legno in più punti, poi esclama: “La barca è buona!”. Adesso il sogno si può avverare. Marino può formalizzare l’acquisto e iniziare l’avventura.
Il restauro e la partecipazione alle regate di vele d’epoca
Presso il Cantiere Del Carlo, sotto la direzione di Vieri Mannucci Benincasa, ha inizio il restauro di Bufeo Blanco. Sotto lo sguardo attento di Francesca Marino vengono recuperati gli interni con scrupolo filologico, mentre gli uomini si occupano di rifare l’impianto elettrico e idraulico, installare un generatore, sostituire l’elettronica di bordo e riportare a legno l’intera opera morta. Il vecchio motore Yanmar da 55 cavalli viene sostituito con un nuovo Volvo Penta da 75 cavalli. I lavori durano da novembre 2006 a giugno 2007. Da quel momento avrà inizio una serie interminabile di navigazioni, che dimostreranno la bontà costruttiva e la tenuta di mare di questo cutter bermudiano. In quell’anno Bufeo Blanco partecipa all’Argentario Sailing Week di Porto Santo Stefano, dove con un set di vele un po’ datato e un equipaggio di dilettanti si piazza al terzo posto di classe, battuta da Swala e Artica II. Poi riparte per Salina, dove viene accolta come una ‘figlia’ assente da troppo tempo. Sempre nel 2007 risale il Mar Tirreno per partecipare alle Régates Royales di Cannes, dove affronta in regata una grandinata entrata nella storia.
Le crociere infinite
Dal 2008 Bufeo Blanco comincia a fare base a Le Grazie, borgo ligure nel golfo della Spezia. Nel corso di quell’anno partecipa ancora alle regate dell’Argentario, vince Le Vele d’Epoca a Napoli, compie una meravigliosa crociera nella Grecia Ionica, torna a Le Grazie per partecipare al raduno Sulla Rotta di Imperia (quello che in futuro si chiamerà Valdettaro Classic Boats). Nel 2009 invece è la volta degli arcipelaghi siciliani, dalle Eolie alle Egadi. Nel 2010 un giovane e fidato navigatore napoletano, Marco Buonanni, ex ufficiale di Marina, entra nel cuore di Bufeo Blanco e della Famiglia Marino e vi rimarrà legato per migliaia di miglia. Con un equipaggio di ‘friends and family’ Bufeo Blanco naviga alle Sporadi dopo avere attraversato il Canale di Corinto, fa sosta a Khalkis, Skiathos, Skopelos (dove era stato girato il film ‘Mamma Mia’ con le musiche degli Abba), Alonissos e Skyros. Nel 2011 raggiunge Marsiglia, attraversa il Golfo del Leone, partecipa a Barcellona al ‘Puig Vela Classica’, al Trofeo Panerai di Mahon, visita Ibiza, Formentera, Palma di Maiorca e Minorca. A ottobre vince alle regate delle Vele Storiche Viareggio.
50.000 miglia di mare
Nel 2012 Bufeo Blanco vince al Trofeo Accademia Navale di Livorno, poi giù verso sud e la Croazia, da Dubrovnik a Spalato, attraverso le Incoronati arriva a Trieste dove con una forte bora si aggiudica la Barcolana Classic di ottobre. Lo ‘straniero’ venuto dal Tirreno si impone su oltre 70 barche. Lascia l’Adriatico e raggiunge Torre del Greco, in provincia di Napoli. Qui, presso i cantieri Palomba, si prepara alle celebrazioni del 2013, anno in cui la barca compie il mezzo secolo di vita. Lo scafo, costruito in fasciame di mogano su ordinate in rovere, viene riportato a legno. Si sostituiscono un paio di tavole e viene rifatto il calafataggio. Sotto la linea di galleggiamento viene applicata la scritta ’50 AUGURI BUFEO’, così quando viene fotografata sbandata tutti sanno di quale barca si tratti. Nel 2013 vince ancora a Napoli, poi attraversa Corinto e visita luoghi spettacolari partendo da Mykonos, e poi le Cicladi da Fournoi, Samos, Patmos, giù fino a Symi, e arriva in Turchia. Dopo una ‘cavalcata’ durata un paio di settimane da Rodi raggiunge Montecarlo dove partecipa e vince alla Monaco Classic Week nella categoria ‘Classici’. Qui entra a far parte de ‘La Belle Classe’, l’esclusivo club monegasco che riunisce le più belle barche storiche del mondo. Nel 2014 prende parte a tutte le tappe del Panerai Classic Yachts Challenge: Antibes, Argentario, Napoli, Mahon e Imperia. Si calcola che sotto la proprietà di Marino, Bufeo Blanco abbia percorso una media di circa 5000 miglia di mare ogni anno, totalizzando oltre 50.000 miglia di navigazione affrontata in ogni condizione di vento e di onda.
Si spezza l’albero in regata, Gilbert Pasqui lo ricostruisce
Ma proprio alle Vele d’Epoca di Imperia del 2014, nel corso della seconda regata, Bufeo Blanco spezza l’albero durante un’andatura portante sotto spinnaker. L’albero originale in sitka spruce canadese del 1963 si rompe appena sopra il boma, fortunatamente senza provocare danni a cose e persone, Bufeo Blanco è barca fortunata! Nel corso dell’inverno il cantiere francese di Gilbert Pasqui a Villefranche-sur-Mer ne costruisce uno nuovo, sempre in legno di sitka spruce con tecniche di incollaggio moderne. Il nuovo albero, rastremato, ha una lunghezza di 17,10 metri. Ricostruite anche le crocette in legno di rovere, posizionati nuovi winch sull’albero e nuovo sartiame spiroidale. Oggi la barca è dotata di un set completo di vele da regata (randa, fiocco, genoa 1, genoa 2, genoa 3, gennaker 1, gennaker 2, spinnaker) e da crociera (randa, yankee, trinchetta).
Nel corso della stagione 2015 è pronta ad affrontare il Peloponneso, attraversa per l’ennesima volta il Canale di Corinto, e fa sosta a Poros, Hydra, Spetses, Elafonissos, Capo Matapan e Kalamata. Non può mancare una nuova partecipazione alla Monaco Classic Week di settembre, dove conquista un piazzamento sul podio. Nel 2016, con l’aiuto di un giovane e promettente marinaio napoletano, Daniele Niglio, Bufeo Blanco vince la regata sociale AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca) da La Spezia a Capraia, partecipa alle Vele d’Epoca a Gaeta, si piazza al terzo posto alle Vele d’Epoca a Napoli, compie il periplo della Corsica e della Sardegna in senso antiorario, visita l’Asinara e Villasimius. Instancabile e inarrestabile Bufeo!
E il 2017? Bufeo è già sulla linea di partenza per affrontare nuove navigazioni fino alla Croazia.
Bufeo cerca un nuovo a(r)matore,
L’attuale armatore di Bufeo Blanco Giuseppe Marino, dopo tante navigazioni mediterranee sogna una nuova avventura: attraversare le Colonne d’Ercole per il giro del mondo. Il mare ha sempre fatto parte della storia della sua famiglia. Figlio di un Ammiraglio, lui stesso è Sottotenente di Vascello della riserva della Marina Militare. Bufeo Blanco ha il pregio di essere una barca accogliente, per un equipaggio non superiore a 4-6 persone, ma non è concepita e attrezzata per affrontare l’oceano. Bisogna che un nuovo armatore se ne prenda cura. Per conoscere il prezzo di vendita di Bufeo Blanco, frutto di una trattativa privata, si può contattare direttamente l’armatore Giuseppe Marino.
Quanto costa Bufeo Blanco?
Chiama (o sms) +39 335 481677
g.marino@marinoeassociati.it
L’unica condizione richiesta per entrare in possesso di Bufeo Blanco è quella di armare e amare questa barca come è stato fatto finora.
LA SCHEDA TECNICA DI BUFEO BLANCO
Anno: 1963
Cantiere: Sangermani (Lavagna – Italia)
Progetto: Cesare Sangermani (Lavagna – Italia)
Lunghezza f.t.: 15,50 mt
Lung. al galleggiamento:10,66 mt
Larghezza: 3,77 mt
Pescaggio: 1,85 mt
Dislocamento: 16 tonnellate
Armo velico: Marconi cutter
Superficie velica: 99,20 mq
Motore: Volvo Penta 75 cv
Impianti: generatore, dissalatore, aria condizionata, AIS, EPIRB.
Web e contatti
Pagina Facebook ‘Bufeo Blanco Ryccs Rorc’ (https://www.facebook.com/bufeoblanco.ryccs.3?fref=ts)
Prof. Avv. Giuseppe Marino
E-mail: g.marino@marinoeassociati.it
Mob. +39 335 481677
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