Salone Nautico di Genova 2017, cosa cambia?

Apprendiamo da notizie di stampa l’esito negativo dell’incontro tra UCINA e Nautica Italiana, organizzato dal sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto allo scopo di verificare la possibilità di trovare un punto di intesa.

La necessità di arrivare al reciproco riconoscimento tra le due organizzazioni, a detta dello stesso sottosegretario, risulta fondamentale per l’erogazione di contributi economici destinati al salone e sostegno agli eventi di Nautica Italiana da parte dello Stato.

Purtroppo dal mancato accordo deriva la decisione di non erogare fondi, abbiamo particolarmente a cuore le sorti del settore e spiace dover constatare ancora una volta ricadute negative con effetti ben oltre quelle sul solo evento di Genova.

Comprendiamo la complessità della situazione e come siano delicati gli argomenti in gioco in quella che ormai è più giusto definire col termine “contesa“, ma al netto di tutto ciò vorremmo fossero presi in considerazione anche altri aspetti con una visione più globale delle situazioni.

Le statistiche ed i dati relativi all’andamento del settore, forniti dalle varie fonti, sono ovviamente interpretati con ottiche differenti e sono un po’ come “I polli di Trilussa“.

La realtà Italia, certamente complessa, è composta da molte figure che agiscono nel mercato delle imbarcazioni contribuendo con le loro professionalità allo sviluppo del comparto.

Oltre ai cantieri di produzione, solo sui quali spesso si concentra l’attenzione, esiste un foltissimo indotto a partire dai progettisti, passando per la catena dei fornitori di accessori, per giungere alle attività artigiane.

Negli ultimi due anni ci siamo appunto concentrati sulle problematiche di queste micro imprese, quasi tutte dotate di un notevole bagaglio di capacità, cercando, per quanto possibile, sistemi per sostenere e non disperdere i valori difficilmente recuperabili acquisiti nel corso del tempo.

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56° Salone Nautico Internazionale di Genova 2016 Galleria

“Il Salone della Ripresa”: verità o mistificazione?

Siamo tornati da pochi giorni dal Salone Nautico di Genova e, terminata l’euforia generata da questo tipo di manifestazioni, inizia il periodo delle riflessioni e delle valutazioni sui risvolti dell’evento.

Gli organi di comunicazione, di settore e non, hanno diffuso notizie generalmente ottimistiche, del tipo: “Salone della ripresa e dell’ottimismo”, “La nautica torna a tirare…”, “Il mercato si risveglia”… ma è davvero così?

Purtroppo la pura analisi dei numeri sembrerebbe dire di no!
Abbiamo raccolto una serie di dati omogenei, quindi comparabili tra loro per numero di espositori, barche esposte e visitatori, estratto dai dati disponibili riguardanti gli ultimi vent’anni di Salone Nautico di Genova.

Come si evince dagli elaborati grafici, i valori delle ultime edizioni di successo (2007-2008) non sono in nessuna maniera paragonabili alla situazione attuale.

Dal 2008 si sono persi per strada 750 espositori (-50%), 1500 imbarcazioni (-60%), e soprattutto oltre 200.000 visitatori (-65%), soprattutto si evidenziano i due anni neri del 2012 e 2013 con un calo veramente drammatico, figlio di una serie di fattori che hanno influenzato negativamente la tendenza.

Grafico Storico Salone Nautico

Grafico Storico Visitatori Salone Nautico

Ovvio che aver fermato l’emorragia di espositori rappresenta un trend positivo rispetto agli ultimi anni, anche se trattasi di sostanziale pareggio, la vera ripresa è tutt’altra cosa…

Tuttavia tutti i dati devono essere interpretati, esulando da tendenze ottimistiche o pessimistiche, in quest’ottica due considerazioni:

il numero di espositori ad una manifestazione non rappresenta in assoluto l’andamento positivo di un settore, casomai contano i contatti con potenziali clienti ed in qualche caso solo la conclusione di contratti di vendita;

il numero di visitatori non necessariamente esprime l’interesse all’acquisto di un’imbarcazione, grande o piccola che sia, e dei relativi accessori: decreta invece la riuscita dell’evento in termini economici di sostenibilità dello stesso, e non sempre le finalità dell’ente organizzatore combaciano con quelle degli espositori.

Alla luce di tali considerazioni, ed osservando l’andamento degli ultimi anni, dobbiamo convincerci che le dimensioni del mercato sono queste e lavorare al meglio per elevare la qualità di prodotti e servizi allo scopo di consolidare le posizioni di mercato.

Ci auguriamo vivamente che risulti veritiera l’affermazione di numerosi operatori, secondo cui “finalmente i visitatori non vengono più solo per guardare e chiedere preventivi, ma anche per comprare e concludere contratti”.

Se questa sensazione fosse effettivamente corretta, anche senza crescita dei numeri, il segnale di ripresa sarebbe confortante.

Di minor rilevanza il numero di visitatori, cresciuto, anche se di poco, rispetto all’edizione 2014 (+5%): sarebbe interessante, ma sappiamo impossibile, conoscere le motivazioni che spingono il pubblico a visitare il Salone Nautico, per avere un indicatore dell’interesse per il mondo della nautica.

Molte poi le polemiche di questi ultimi giorni circa le novità annunciate in occasione della conferenza stampa UCINA, difficile a tal proposito esprimere una opinione.

Certamente tutti noi operatori dobbiamo prendere atto delle situazioni internazionali e del fatto che chi sta fermo va indietro, superando logiche di campanile, ed a volte di ballatoio.

A questo proposito, un confortante segnale di ottimismo arriva dalla volontà di ricercare soluzioni innovative, coraggiose ed ambiziose, sia a livello istituzionale che da parte di alcuni operatori del settore, che con creatività e lodevole entusiasmo si mettono in gioco proponendo nuove idee, come ad esempio il boat sharing o i temi relativi alla salvaguardia dell’ambiente e del mare.