Il Figaro Beneteau 3 è il primo monoscafo monotipo a foil di serie mai concepito. A partire dal 2019 andrà a sostituire il Figaro 2, prodotto in un centinaio di scafi a partire dal 2003. Concentrato di tecnologia e innovazione, è il frutto di una collaborazione tra i migliori esperti del gruppo Beneteau e lo studio di architetti Van Peteghem Lauriot-Prévost (VPLP), architetti che hanno vinto le ultime tre Vendée Globe.
MODERNITA’, AFFIDABILITA’ E PRESTAZIONI
Gli esperti definiscono il FB3 come un monotipo affidabile tanto quanto il suo predecessore, il FB2. Foil, sì, ma anche una carena più performante, che sarà senza ballast, con una chiglia più stretta e leggera, un albero spostato più a poppa e un piano velico più generoso.
I FOILS
Diversamente dai foils degli Imoca 60, i foils del FB3 avranno un profilo rivolto verso l’interno. La loro funzione è diversa: sono dei foils versatili che riducono lo scarroccio e migliorano il momento in cui la barca si raddrizza senza aumentare il dislocamento, migliorando così le prestazioni.
LA CHIGLIA
Profonda, con una pinna più stretta, genererà meno resistenza. Questo sarà accompagnato dalla riduzione dello scarroccio creato dai foil.
LO SCAFO
Realizzato in sandwich di schiuma, fibra di vetro e resina poliestere, è in linea con i progetti attuali. Il cambiamento più significativo è la scomparsa delle cisterne di zavorra.
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ALBERO E PIANO VELICO
Come negli Imoca60, l’albero è portato più a poppa, garantendo un buon equilibrio sotto vela, permette di armare vele più performanti, è previsto un bompresso a prua. I solitari navigheranno con una randa square-top, un genoa e un fiocco, nonché uno spinnaker armato in testa (di 105 m² per cercare velocità nelle arie leggere) e un piccolo gennaker.
Superfice randa : 39.5 m²
Superfice fiocco : 30.5 m²
Superfice grande spi : 105 m²
IL CIRCUITO FIGARO BÉNÉTEAU
Il circuito Figaro, nel quale troviamo il famoso “Solitaire URGO le Figaro”, è rinomato per la sua difficoltà. Raggruppa l’eccellenza della vela francese in regate al largo, che si affrontano su una decina di regate all’anno. I più grandi skipper vi hanno fatto le loro classi, a bordo dei FB1 e FB2. Il FB3 è stato concepito per rispondere alle esigenze di questo circuito ma è in grado di soddisfare anche altri utilizzi!
Red Bull Sailing Team si è ripreso dalla scuffia e SAP Extreme Sailing si prende la vittoria di Madeira.
Lo skipper del Red Bull Sailing Team, Roman Hagara, ha rivelato di essere orgoglioso della sua squadra per le sue due vittorie nelle Extreme Sailing Series 2017 a Madeira, giunte dopo il drammatico ribaltamento dei giorni scorsi.
Il team austriaco ha terminato al quarto posto il round di Madeira dietro i vincitori SAP Extreme Sailing, Alinghi e Oman Air, ma alla fine è uscito da questa prova con segnali incoraggianti in vista del prossimo turno, a Barcellona dal 20 al 23 luglio.
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Hagara ha spiegato: “Dopo il ribaltamento, non abbiamo avuto molto tempo per navigare prima che la la regata iniziasse. Alla fine è andata bene. Abbiamo ottenuto due vittorie parziali. E’ stato un buon finale… sicuramente una bella altalena di emozioni!“.
Quarti in classifica generale, Hagara e la sua squadra avranno bisogno di un grande quarto round in Spagna per colmare il divario con la squadra capolista, la svizzera Alinghi.
Il co-skipper e timoniere di Alinghi, Arnaud Psarofaghis, ha aggiunto: “Abbiamo messo al sicuro il secondo posto nel round di Madeira, quindi è stata una giornata davvero buona per noi. A Barcellona sarà tutta un’altra storia, non vediamo l’ora“.
Nelle Flying Phantom Series, il Red Bull Sailing Team è stato incoronato campione della regata, che ha condotto da leader indiscusso fin dall’inizio con l’equipaggio in coppia formato da Jason Saunders e Thomas Zajac.
Extreme Sailing Series, classifica finale della tappa di Madeira:
1) SAP Extreme Sailing (DEN)
2) Alinghi (SUI)
3) Oman Air (Oman)
4) Red Bull Sailing Team (AUT)
5) NZ Extreme Sailing (NZL)
6) Land Rover BAR (GBR)
7) Team Extreme (POR)
Classifica generale:
1) Alinghi (SUI) – 34
2) SAP Extreme Sailing Team (DEN) – 33
3) Oman Air (OMA) – 30
4) Red Bull Sailing Team (AUT) – 26
5) Land Rover BAR Academy (GBR) – 25
6) NZ Extreme Sailing Team (NZL) – 23
Calendario:
20-23 Luglio – Barcellona, Spagna
10-13 Agosto – Amburgo, Germania
25-28 Agosto – Cardiff, UK
19-22 Ottobre– San Diego, USA
30 Nov-3 Dic – Los Cabos, Messico
Emirates Team New Zealand ha dominato la fase finale della 35ma Coppa America, superando i campioni in carica di Oracle Team USA 7-1.
La stella del team kiwi, Peter Burling, con i suoi 26 anni è il più giovane timoniere a riuscire nell’impresa e nel suo palmares aggiunge la Coppa America alla Red Bull Youth America’s Cup, vinta a San Francisco nel 2013, in quello che è una sorta di torneo giovanile di preparazione.
Dopo le imponenti celebrazioni a bordo della loro barca, Burling ha dichiarato: “Siamo entusiasti. Siamo venuti qui per vincere la Coppa America e ora stiamo riportando il trofeo a casa, in Nuova Zelanda. Sono cresciuto guardando questa competizione da tifoso. Far parte di questo equipaggio e partecipare alla Coppa America è un sogno che si avvera. Addirittura vincerla in una giovane età è una sensazione irreale“.
Nella regata conclusiva, Burling era sereno al timone della barca Kiwi senza mostrare alcun segno di nervosismo o tensione mentre guidava la sua squadra verso la gloria, anche se Spithill e l’equipaggio dell’Oracle Team non erano ancora domi, spingendo più di mai per cercare un’altra rimonta clamorosa come quella di 4 anni fa. Ma la squadra neozelandese è stata impressionante, attraversando la linea del traguardo 55 secondi prima della squadra statunitense.
Il capitano di Oracle Team USA Spithill ha dichiarato: “Sono stai i migliori e così, giustamente, sono i campioni della 35ma America’s Cup. Con il senno di poi, ci sono molte cose che vorresti cambiare, ma penso che sia troppo presto per dire con certezza cosa abbiamo sbagliato e cosa avremmo potuto fare meglio“.
Durante questi giorni di pausa tra le sfide degli sfidanti e la finale di Coppa America, sono scesi in campo i giovani talenti della vela nella Red Bull Youth America’s Cup, la competizione nata nel 2013 per iniziativa dei campioni olimpici austriaci Roman Hagara e Hans Peter Steinacher, da svolgersi in contemporanea con la America’s Cup.
STORIA DELLA COMPETIZIONE
La prima edizione si è svolta nel 2013 in accoppiata con la Coppa America nella baia di San Francisco, mentre ora, come per i professionisti, le Bermuda fanno da cornice ideale alla seconda edizione.
Scopo dichiarato di questa manifestazione è offrire un percorso di carriera senza precedenti individuando i migliori giovani marinai del mondo e aiutandoli a migliorare per partecipare un giorno alla sfida della Coppa America.
L’iniziativa evidentemente ha avuto successo, dal momento che ben 8 dei partecipanti alla prima edizione di quattro anni fa sono oggi impegnati nella Coppa America dei “grandi”, tra cui Peter Burling che addirittura è skipper del Team New Zealand che si è qualificato per la finale.
LE BARCHE
Nel 2013 i team gareggiavano su catamarani AC45, prima opportunità per loro di prendere confidenza con questo tipo di mezzi.
Oggi le barche a disposizione sono catamarani AC45F da 45 piedi dotati di hydrofoils e in grado di raggiungere velocità di 35 nodi (60 km/h).
Gli 8 catamarani che stanno gareggiando oggi alle Bermuda sono gli unici al mondo di questo tipo. Un team specializzato è pronto in banchina con pezzi di ricambio per eventuali riparazioni.
Sei di questi catamarani sono prestati dalle squadre partecipanti alla America’s Cup (li hanno usati durante le World Series 2016) mentre i restanti due sono stati forniti dalla America’s Cup Event Authority (ACEA).
I TEAM
La Coppa America Giovanile vede partecipare 12 squadre nazionali, ognuna composta da 6 atleti di età compresa tra 18 e 24 anni. Sei di queste squadre sono affiliate (una sorta di squadra “B”) ai team partecipanti alla America’s Cup, mentre le altre sei sono state composte e selezionate dagli organizzatori Hagara e Steinacher.
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IL FORMATO
I 12 team sono divisi in due gironi, A e B, di 6 ciascuno. Ogni girone prevede 6 round in cui gareggiano tutti i team. Al vincitore di ogni round vengono assegnati 10 punti e agli altri a seguire rispettivamente 9-8-7-6-5.
Al termine, i migliori 4 di ogni girone approderanno alle finali del 20-21 giugno.
CLASSIFICHE AGGIORNATE
Al momento si sono già concluse le regate del Girone B, con questa classifica finale:
NZL Sailing Team (Nuova Zelanda) – 51 punti
Land Rover BAR Academy (Gran Bretagna) – 51 punti
Spanish Impulse Team (Spagna) – 51 punti
Team BDA (Bermuda) – 45 punti
Next Generation USA (Stati Uniti) – 36 punti
Candidate Sailing Team (Austria) – 36 punti
Il Girone A non è ancora concluso, e al momento vede la classifica parziale:
Artemis Youth Racing (Svezia) – 28 punti
Team France Jeune (Francia) – 26 punti
SVB Team Germany (Germania) – 24 punti
Team Tilt (Svizzera) – 21 punti
Youth Vikings Denmark (Danimarca) – 19 punti
Kaijin Team Japan (Giappone) – 17 punti
Andrea Mura, a bordo del suo Open 50Vento di Sardegna, si è aggiudicato la prestigiosa Ostar 2017 in 17 giorni, 4 ore, 6 minuti, 19 secondi entrando nella leggenda.
“E’ stata una OSTAR estremamente impegnativa, sono contento di essere qui sano e salvo“, sono queste le prime parole del velista sardo classe 1964, primo al traguardo della più famosa transatlantica in solitario, salpata da Plymouth il 29 maggio scorso e terminata alle ore 18 circa (ora italiana) del 15 giugno a Newport, nel Rhode Island, percorrendo 2800 miglia.
Sempre in testa dall’inizio alla fine della regata, per Andrea Mura si tratta del terzo successo su questa stessa rotta, avendo vinto (in coppia con Riccardo Apolloni) la Twostar del 2012 e (in solitaria) la Ostar del 2013.
Mura con questo successo ha dimostrato ancora le sue capacità fuori dall’ordinario come velista, come tattico (ha scelto una rotta estremamente settentrionale interpretando al meglio il vento), come tecnico che sa mettere a punto perfettamente barca e vele e come marinaio che riesce sempre a cavarsela in ogni situazione. E’ venuto fuori, infatti, da una terribile burrasca con venti oltre i 60 nodi e onde di 15 metri,, che ha eliminato due terzi della flotta, e ha dovuto riparare una grave avaria al motore della chiglia basculante, problema lo ha costretto a due soste tecniche in rada quando ormai aveva raggiunto in continente americano e che probabilmente gli è costato la vittoria nella classifica Gipsy Moth (in tempo compensato).
Si “accontenterà”, per così dire, della vittoria assoluta (Line Honours) e nella vittoria di classe (Ostar Line) e speriamo che, grazie a questa dimostrazione di forza, carattere e tenacia, stavolta sia quella buona per riuscire a coronare il suo sogno di partecipare alla prossima Vendée Globe.
Ricordiamo infatti che il suo precedente progetto era naufragato causa sponsor e aveva dovuto vendere il suo Imoca. Ma Mura non si era perso d’animo: ha comprato d’occasione Vento di Sardegna, lo ha trasformato in una barca velocissima, l’Open 50 più veloce al mondo, e ha affrontato nuovamente l’Atlantico e la Ostar, nonostante il precedente proposito di non riprovarla più.
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Queste i suoi primi pensieri dopo l’arrivo:
“Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito tramite giornali, TV e web, ed anche tramite i social, so che sono stati centinaia di migliaia, mi hanno fatto sentire un affetto ed una vicinanza incredibili – sottolinea Mura – anche in mezzo all’Oceano non mi sono mai sentito veramente solo. Vorrei ringraziarli ad uno ad uno”
“Ringrazio anche i nostri sponsor tecnici, veri e propri partner, grazie a loro questa barca è arrivata qui praticamente senza danni – aggiunge Mura – Ricordiamo che Vento di Sardegna è un progetto del 1997, partorito dal genio italiano di Felci. E’ una barca attempata, che abbiamo migliorato nel corso degli anni, ideale per regate impegnative come la Ostar”.
E questo lo splendido palmares di Andrea Mura, a cui si aggiunge oggi l’ennesimo trionfo:
• 2010, Route du Rhum, famosa regata transatlantica in solitario che si svolge ogni quattro anni, 3.543 miglia attraverso le fredde acque del Nord Atlantico, fino ai Caraibi. Con questa vittoria, Andrea è il primo italiano ad entrare nella leggenda.
• 2012, vittoria e record sia nella Twostar (13 gg 14 h), sia nella Quebec – S. Malò.(11 gg, 12 h)
• 2013, vittoria nella Ostar, 2.850 miglia dall’Inghilterra agli Stati Uniti, la più dura delle regate in solitario perché a temperature polari, controvento e controcorrente.
• Andrea ha vinto nel 2011 e nel 2014 il Premio “Velista dell’Anno”.
• A novembre 2014 ha concluso al secondo posto (primo dei monoscafi) la Route du Rum 2014 – Destination Guadeloupe in “Rhum Class”
La Volvo Ocean Race, dopo l’imminente edizione 2017/18, passerà da un ciclo triennale ad uno biennale: la 14° edizione partirà quindi nel 2019. Un cambiamento che offrirà maggiore continuità e superiore valore commerciale per squadre, sponsor e città ospitanti.
La conferma di questa novità regolamentare comporterà, d’ora in poi, almeno un’attività di gara in ogni anno solare, il che significa più azione per gli appassionati dell’iconica regata velica in tutto il mondo, un’occupazione più continua per i velisti professionisti coinvolti e un maggior ritorno sugli investimenti per gli sponsor e gli altri sostenitori dei team partecipanti.
L’edizione 2017/18 partirà il 22 ottobre da Alicante e terminerà alla fine di giugno dell’anno prossimo all’Aia, nei Paesi Bassi. Le tre edizioni successive avranno quindi luogo nel 2019/20, 2021/22 e 2023/24: questo cambiamento, in aggiunta alle altre modifiche regolamentari (clicca qui), si tradurrà in un maggiore appeal commerciale e maggiore varietà di opzioni per le città ospitanti, che ora si provvederà a scegliere.
Negli ultimi 20 anni, la Volvo Ocean Race è cresciuta in maniera esponenziale rispetto alle prime edizioni che prevedevano solo 3 tappe in tutto il mondo. La competizione oggi visita molti altri mercati importanti sia per le parti interessate che per i fan: nel 2017/18 il percorso prevede un totale di 12 città ospitanti.
Riducendo il ciclo temporale, non sarà necessario andare in tutti i mercati commerciali ad ogni edizione: ciò vuol dire che gli organizzatori potranno scegliere località che rappresentino il giusto equilibrio tra l’integrità sportiva della gara e il valore commerciale.
“Il ciclo più corto significa che potremmo abbreviare ogni edizione di qualche mese, rispetto agli attuali 8/9, ma comunque visitare più mercati nell’arco di 4 anni“, ha dichiarato il Race CEO Mark Turner. “Al tempo stesso rafforzeremo il DNA e il cuore della competizione: essere sempre in giro per il mondo, compresi i Mari del Sud intorno all’Antartide“.
La Volvo Ocean Race è al lavoro sugli accordi per visitare Nord America, Sud America, Oceania, Cina e almeno cinque importanti mercati europei come minimo ogni due edizioni (e in alcuni casi ogni edizione), rendendo più facile per le squadre trovare sponsor che si impegnino per due edizioni ancora prima che gli organizzatori stabiliscano i percorsi definitivi.
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Turner spiega: “Da questi cambiamenti ci aspettiamo come risultato che sia i team che gli sponsor si impegnino per due edizioni consecutive, cosa che raramente è accaduta in passato, quando il precedente periodo di 2 gare in 6 anni era un impegno troppo a lungo termine per la maggior parte delle aziende. Ciò significa più continuità per tutti, più sponsor e maggiore attenzione mediatica tra le edizioni, visto che le squadre non chiuderanno i battenti, e strutture delle squadre più efficienti sia in termini sportivi che commerciali“.
La direzione gara ha già annunciato che la 14ma edizione del 2019/20 sarà disputata con le nuovissime barche monoscafo dotate di foils. L’aggiunta di multiscafi “volanti” per le regate costiere significa che la Volvo Ocean Race rappresenterà una dura prova di navigazione a tutto tondo.
Questa modifica temporale avrà come conseguenza anche l’allineamento della Volvo Ocean Race con gli altri maggiori eventi del calendario velico mondiale. Per la prima volta nella storia Volvo Ocean Race, Coppa America, Olimpiadi e Vendée Globe, tutte con cicli di 2 o 4 anni, saranno sincronizzate e non vi sarà più alcun rischio di sovrapposizione.
In origine la Volvo Ocean Race, a partire dalla prima edizione del 1973/74, si teneva ogni 4 anni, per poi passare ogni 3 anni dal 2005/06. Ora il nuovo cambiamento.
E’ stata presentato il Mondiale ORC, la regata a cadenza annuale più importante per la vela d’altura che vede assegnare il massimo titolo sportivo internazionale di questa disciplina.
La regata, che si terrà a inizio luglio nelle acque del Golfo di Trieste, è aperta a imbarcazioni di dimensioni e prestazioni diverse, che vedono le proprie performance equiparate attraverso un sistema di “compensazione” (o handicap o bilanciamento o rating che dir si voglia) che rielaborerà i tempi di percorrenza tra le boe del campo di regata, in base a coefficienti relativi ai certificati di stazza. L’applicazione degli handicap è disciplinata dall’ ORC (Offshore Racing Congress), la massima autorità a livello internazionale, delegata dalla Federvela mondiale (la World Sailing).
Per la prima volta in assoluto il Campionato Mondiale ORC approda in Alto Adriatico, dopo l’edizione 2016 in Danimarca e quattro anni dopo l’ultima edizione italiana (Ancona 2013). Per Trieste, città in cui la passione per la vela è fortissima, si tratta di un’occasione speciale senza precedenti: mai la città di Trieste e il proprio Golfo hanno ospitato una sfida iridata per la vela d’altura.
Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, ha commentato: “Trieste sta vivendo una fase di crescita e di notorietà non solo a livello turistico straordinaria e sono felice ed orgoglioso di poter essere a disposizione di questo straordinario evento. La soddisfazione per me nel vedere arrivare qui questo Mondiale è doppia perché ho un legame particolare con Muggia, di cui sono stato Sindaco negli anni dell’ideazione e realizzazione di Porto San Rocco”.
L’evento, in programma dal 30 giugno all’8 luglio, si disputa nell’arco di 6 giorni effettivi di regata (dal 3 all’8 luglio), preceduti da un giorno di warm up (2 luglio) e da tre giorni dedicati alle necessarie verifiche di stazza delle imbarcazioni (30 giugno-2 luglio), ovvero ai controlli degli scafi, delle vele e delle attrezzature che devono corrispondere al certificato ORC di ciascuna rispettiva barca (ogni imbarcazione ammessa al mondiale ne deve disporre).
Gli iscritti all’ORC Worlds Trieste 2017 sono suddivisi in 3 classi (A, B, C) in considerazione del valore di CDL (Class Division Length). Nell’ambito di ogni classe sarà assegnato il titolo di Campione del Mondo.
Classe A: CDL da 11,50 a 17,00 Classe B: CDL a 9,65 a 11,50 Classe C: CDL da 8,45 a 9,65
All’ORC Worlds Trieste 2017 saranno rappresentate 19 Nazioni: Gran Bretagna, Spagna, Russia, Grecia, Germania, Ucraina, Malta, Finlandia, Turchia, Croazia, Norvegia, Austria, Danimarca, Olanda, Estonia, Repubblica Ceca, Cipro, Slovenia e naturalmente Italia. Gli equipaggi ammessi e iscritti alla regata sono 127, per un totale di 1300 velisti.
Le richieste di partecipazione erano ben più numerose ma, al fine di garantire il massimo livello qualitativo della manifestazione, è stata deciso di limitare il numero di equipaggi presenti sulla linea di partenza, attraverso una rigida selezione sulla base di criteri oggettivi di valutazione, pur a malincuore viste le entusiastiche richieste di partecipazione.
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L’ORC Worlds Trieste 2017 è organizzato dallo Yacht Club Porto San Rocco e dall’ORC (Offshore Racing Congress) con la collaborazione di alcuni tra i migliori circoli locali come: Yacht Club Adriaco, Triestina della Vela, Circolo della Vela Muggia, Società Velica di Barcola e Grignano, TPK Circolo Nautico Triestino Sirena. A questi si aggiunge il circolo sloveno dello Yachting Club Portorož.
I campi di regata sui cui si disputeranno le prove inshore (una o più regate al giorno, in base alle condizioni meteo, attorno alle boe, in programma dal 5 all’8 luglio) saranno due, collocati in parte in acque italiane e in parte in acque slovene. Il percorso della prova offshore sarà definito e comunicato agli equipaggi, in funzione delle previsioni meteo, a ridosso della partenza.
La flotta dell’ORC Worlds Trieste 2017 disputerà per la prima volta le prove offshore nelle acque di tre diverse Nazioni, visto che i vertici del percorso sono posizionati in Slovenia e Croazia. Il numero totale delle prove da disputare, tra offshore e inshore, è 9. La base logistica e l’intera ospitalità per tutte le imbarcazioni partecipanti all’ORC Worlds Trieste 2017 è garantita da Porto San Rocco con le sue infrastrutture, in grado di ospitare l’intera flotta e di garantire assistenza tecnica attraverso il Cantiere San Rocco.
Un evento internazionale di tale caratura non può prescindere da due elementi determinanti: il volontariato e il ruolo dei partner rappresentati da enti pubblici e aziende private che hanno scelto di affiancare l’organizzazione di questa sfida iridata. Sono oltre 150 le persone che saranno coinvolte nella gestione quotidiana dell’evento, sia per quanto riguarda la parte puramente agonistica, sia per quel che concerne l’organizzazione logistica e l’attività di banchina.
Per la prima volta nella storia dei Mondiali ORC, l’evento sarà trasmesso integralmente in diretta video streaming con il racconto in tempo reale dell’azione sul campo di regata. L’evento potrà essere seguito accedendo al sito ufficiale www.orcworlds2017.com o semplicemente consultando la pagina facebook ufficiale dell’evento dove scorrerà il live.
IL PROGRAMMA 30 giugno: Registrazioni e controlli di stazza 1 luglio: Registrazioni e controlli di stazza 2 luglio: Registrazioni e controlli di stazza, Practice Race e Cerimonia di Apertura 3 luglio: Partenza Offshore Races 4 luglio: Continuazione Offshore Races 5 luglio: Inshore Races 6 luglio: Inshore Races 7 luglio: Inshore Races 8 luglio: Inshore Races e Cerimonia di Premiazione
Sì è concluso alle Bermuda anche il secondo Round Robin della fase di qualificazione della Louis Vuitton Cup: nel secondo giro di regate sì è vista curiosamente una sostanziale ripetizione dei risultati visti nel primo Round Robin, con Oracle che vince lo scontro diretto al vertice contro New Zealand ma che poi perde di nuovo, inaspettatamente, contro gli svedesi di Artemis Racing.
Sia americani che neozelandesi hanno quindi concluso con un bilancio di 8 vittorie e 2 sconfitte a testa. Oracle Team USA, il Defender, ha concluso in testa grazie al punto bonus vinto nelle regate preparatorie dei mesi scorsi e ora si metterà da parte a guardare gli sfidanti darsi battaglia tra di loro.
Ricordiamo che questo turno serviva ad assegnare un punto bonus per la prossima finale di America’s Cup (aggiudicato da Oracle, che partirà quindi in vantaggio) e a decretare i migliori quattro sfidanti che si daranno battaglia nei playoff. Il Groupama Team France, giunto in ultima posizione, è stato eliminato e saluta la competizione.
Il team inglese Land Rover BAR ha fatto peggio di Artemis ma gli sta davanti in classifica grazie ai due punti bonus vinti nelle World Series.
Questa la classifica finale delle qualificazioni:
1) ORACLE TEAM USA – 9 punti (8 vittorie + 1 bonus)
2) Emirates Team New Zealand – 8 punti
3) Land Rover BAR – 6 punti (4 vittorie + 2 bonus)
4) Artemis Racing – 5 punti
5) SoftBank Team Japan – 3 punti
6) Groupama Team France – 2 punti
Ora si passa ai playoff che, dopo le due semifinali e la finale, decreteranno lo sfidante che affronterà Oracle per la Coppa America.
Il team Emirates New Zealand, come miglior sfidante in classifica, aveva la possibilità di scegliere l’avversario da affrontare in semifinale e la scelta è ricaduta su Land Rover BAR. L’altra semifinale vedrà quindi opposti svedesi e giapponesi.
Intanto la prima giornata di semifinali, prevista per domenica 4, è stata posticipata per mancanza di vento.
SEMIFINALI PLAYOFF SFIDANTI:
Emirates Team New Zealand (NZL) vs Land Rover BAR (GBR)
Artemis Racing (SWE) vs SoftBank Team Japan (JPN)
Continua a seguirci nei prossimi giorni per ulteriori aggiornamenti sullo svolgimento della Coppa America di vela!
Ecco il video con cui la America’s Cup saluta il team francese eliminato:
E’ partita alle Bermuda la 35° Coppa America di vela, il più prestigioso trofeo velico e il più antico dello sport in generale.
Come da previsioni, le prime regate sembrano confermare che sarà probabilmente una sfida tra Oracle e New Zealand, con gli Americani favoriti anche se ci sono due elementi che fanno pensare: la sconfitta contro gli svedesi di Artemis ed il fatto che la vittoria nello scontro diretto con i kiwi sia dovuta più ad un’ingenuità del timoniere neozelandese, rimasto spiazzato dalla “cattiveria” di Spithill nell’infilarsi tra barca avversaria e boa, che ad una reale superiorità.
Al termine del Round Robin 1, la classifica vede in testa il Defender Oracle, con 4 vittorie su 5, alle quali va aggiunto il punto bonus derivante dalle World Series. New Zealand ha lo stesso bilancio dei rivali ed insegue quindi ad un solo punto. Al terzo posto Land Rover BAR, team britannico di Sir Ben Ainslie che sembra però in grande difficoltà, con una sola regata vinta e numerosi problemi in virata e ingavonature: per adesso gli inglesi mantengono una buona classifica esclusivamente grazie ai due punti bonus ottenuti con le ottime prestazioni delle World Series. A quota due punti invece, Artemis, Team Japan e la sorpresa Team France, che hanno 2 vittorie e 3 sconfitte ciascuno.
Al momento è cominciato il secondo Round Robin, con le prime 3 regate e vittorie da parte di Oracle, New Zealand e Land Rover BAR, che quindi aggiungono un punto al bilancio precedente.
Ricordiamo che il 3 giugno queste qualificazioni decreteranno un vincitore cui assegnare un punto di bonus, che potrà essere speso nella finale dell’America’s Cup. Si spiega così perché ai Round Robin partecipa anche il defender, Oracle, che poi si metterà da parte per gustarsi il proseguo della battaglia tra gli sfidanti attendendo di sapere con chi dovrà duellare per la contesa della Coppa.
I punti fondamentali della 35° edizione dell’America’s Cup (27 maggio -27 giugno):
– Qualificazioni alla Louis Vuitton America’s Cup: Nel round preliminare, ogni team gareggia due volte contro ciascun altro, incluso il Defender Oracle Team USA. Viene assegnato un punto per ogni vittoria. Al termine, I migliori quattro sfidanti si qualificano per i play-offs.
– Play-offs Louis Vuitton Cup: La competizione prosegue con degli scontri ad eliminazione diretta tra gli sfidanti, al meglio delle 9 regate: il primo team che raggiunge 5 vittorie passa al turno successivo. Sono previste due semifinali e la finale.
– America’s Cup Match: Il Defender Oracle Team USA incontra il miglior sfidante. Se uno di questi due team ha concluso al primo posto le qualificazioni alla Louis Vuitton Cup, gli viene assegnato un punto bonus. Ogni ulteriore vittoria assegnerà un punto: il primo team a raggiungere 7 punti sarà il vincitore della Coppa America.
– Velocità del vento: Per consentire lo svolgimento delle regate, il vento deve essere compreso tra 6 e 24 nodi (11-45 km/h). Se il vento (misurato tra 8 e 3 minuti prima della partenza) è al di fuori di questa finestra, la regata viene posticipata.
Le squadre partecipanti:
– Defender:
Oracle Team Usa (Stati Uniti), skipper: Jimmy Spithill, australiano
– Sfidanti:
Artemis Racing (Svezia), skipper: Nathan Outteridge, australiano
Emirates Team New Zealand (Nuova Zelanda), skipper: Glen Ashby, neozelandese
Groupama Team France (Francia), skipper: Franck Cammas, francese
Land Rover BAR (Inghilterra), skipper: Sir Ben Ainslie, inglese
Softbank Team Japan (Giappone), skipper: Dean Barker, neozelandese
Dove seguire l’America’s Cup:
– Guida alle copertura TV delle gare all’indirizzo web: https://www.americascup.com/en/where-to-watch.html
– America’s Cup app: Le gare possono essere seguite anche sulla App dedicata, scaricabile gratis sugli store iOS e Android, ma è richiesto un pagamento per seguire le gare in diretta (acquisti in-app).
– Social Networks: L’organizzazione utilizza i propri canali social per informare i fans con notizie e immagini. Segui l’azione su Facebook, Twitter e Instagram: Facebook: /AmericasCup Twitter: @AmericasCup Instagram: @AmericasCup
E’ partita oggi intorno alle 14 italiane dal porto inglese di Plymouth, l’edizione 2017 della mitica Ostar. Partenza posticipata di circa un’ora rispetto alla tabella di marcia a causa della nebbia che ha rallentato gli spostamenti delle navi in zona.
Ieri la giornata è stata dedicata alle cerimonie e agli onori tributati al mitico Gipsy Moth, che è arrivato in porto con a bordo il figlio di sir Chichester.
La Ostar si svolge ogni 4 anni sul percorso di 2.850 miglia tra Plymouth e Newport, negli USA, ed è la regata più antica e leggendaria per navigatori solitari, considerata da tutti la più dura perché contro vento, contro mare, contro corrente e a temperature polari intorno ai 5° sia dell’aria che dell’acqua e per le alte latitudini (sino al 59° parallelo nord).
I partecipanti italiani sono due: Andrea Mura, campione in carica, sull’Open 50 “Vento di Sardegna” e Michele Zambelli a bordo del Class 950 “Illumia 12“.
Correndo come Defender le responsabilità e le difficoltà saranno ancora maggiori, ma Andrea Mura è molto concentrato e assolutamente desideroso di bissare il successo di 4 anni fa.
Nei giorni scorsi a St Malò Mura ha svolto la messa a punto degli ultimi dettagli tecnici e delle attrezzature di bordo, con aggiornamenti software e hardware, la sostituzione della radio, le nuove carte nautiche, la sostituzione delle cime e soprattutto l’installazione delle nuove vele, fornite dalla stessa Veleria Andrea Mura e realizzate con una tecnologia di altissimo livello utilizzando una nuova fibra di Dynema. Le vele di Vento di Sardegna sono le prime al mondo realizzate con il filato “sk99 low crimp”: ancora più leggere e performanti delle precedenti realizzate in kevlar e carbonio, un vero passo avanti. Altra grande novità è la protezione del pozzetto in acciaio e strataglass contro le gelide burrasche della Ostar.
La partecipazione di Andrea Mura non è finalizzata solo alla vittoria ma rivolta anche al reperimento di nuovi sponsor per progettare prossime sfide: infatti il sogno di Andrea Mura di prendere parte alla scorsa Vendée Globe è sfumato, purtroppo, proprio a causa della mancanza di sponsorizzazioni.
Date le infernali condizioni meteo marine affrontate nell’ultima edizione, e felice di aver portato a casa la “pelle” nonostante le terribili burrasche incontrate, Andrea Mura aveva giurato di non ritentare più quest’avventura. Ma qualcosa gli ha fatto cambiare idea: da una parte la passione ed il richiamo del mare e dall’altra il desiderio di trovare sponsor che gli permettano di realizzare il sogno di partecipare alla Vendée Globe 2020.
Michele Zambelli, skipper romagnolo giovane (classe 1990) ma con tantissime miglia sulle spalle, tra cui una grande stagione nella Classe Mini nel 2015, affronta invece questa sfida per la prima volta. Per lui particolare attenzione all’abbigliamento e al sistema di riscaldamento a gasolio che si è inventato per affrontare il temibile freddo di quelle latitudini atlantiche.
Particolare la storia della sua imbarcazione: ora ribattezzata “Illumia 12”, precedentemente era “Tenace“, la barca autocostruita con impegno e passione dal compianto Alessandro Bruno, skipper genovese scomparso purtroppo in un tragico incidente sugli sci nel dicembre 2013.
A questo link è possibile seguire il tracking ufficiale della regata.
Mentre sul sito Windy si può seguire l’evolversi delle condizioni meteo in tempo reale.