BMW i ora alimenta la mobilità elettrica anche in acqua.
Torqeedo integra la batteria ad alta capacità BMW i3 nel sistema di propulsione elettrica per barche. Il concetto di sostenibilità integrato di BMW i trova nuove applicazioni.
BMW i continua a guidare l‘innovazione sostenibile con la suo tecnologia a prova di futuro e il suo approccio integrato. E adesso la batteria ad alta tensione sviluppata per i3 alimenta la mobilità senza emissioni non più solamente in strada, ma anche in acqua. Il gruppo BMW fornisce batterie agli ioni di litio Dingolfing alla società tedesca Torqeedo. Il produttore del marine drive system li utilizza per lo stoccaggio di energia nei suoi sistemi di propulsione elettrica Deep Blue ad alte prestazioni. Torqeedo è stata fondata nel 2005 a Starnberg, in Germania, ed è leader mondiale nella fornitura di sistemi di propulsione elettrica e ibrida per motoscafi da 1 a 160 CV, per yacht a vela e applicazioni marine commerciali, quali traghetti e taxi d’acqua.
Le batterie ad alta tensione della BMW costituiranno parte integrante di un’alternativa economica,rispettosa dell’ambiente e silenziosa ai sistemi tradizionali di propulsione per barche.
“La decisione di Torqeedo di utilizzare le batterie ad alta tensione BMW i per il loro sistema di propulsione Deep Blue rappresenta per noi un’ulteriore prova che possiamo costruire i sistemi di propulsione del futuro senza bisogno di compromessi su performance, innovazione e sostenibilità“, spiega il dottor Alexander Kotouc, responsabile della gestione dei prodotti BMW i. “Questo trasferimento di successo dell’ultima tecnologia automobilistica in acqua è testimonianza del valore dell’approccio integrato che sostiene BMW i“.
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Il gruppo BMW sviluppa e assembla in-house le batterie ad alta tensione per veicoli elettrici e ibridi. La batteria agli ioni di litio creata per la BMW i3 comprende otto moduli, ciascuno con 12 celle. I connettori, i cavi, i sensori di monitoraggio e il sistema di riscaldamento e raffreddamento sono stati sviluppati appositamente per BMW i.
Cos’è BMW i BMW i è un marchio del gruppo BMW che si concentra su concepts di veicoli visionari, servizi di mobilità e una nuova comprensione del concetto di sostenibilità.
I rifiuti plastici non sono nati nei mari e negli oceani, provengono dalla terraferma e sono dispersi da venti e correnti oceaniche. Occorre fare sforzi sempre maggiori sforzi per impedire ai nostri rifiuti di raggiungere le coste. Secondo i responsabili del progetto, il modo migliore per combattere l‘inquinamento marino è:
• bloccare i rifiuti galleggianti lungo la costa
• raccoglierli rapidamente
• catalogarli e riciclarli
Sargaboat agisce in tandem con una barriera galleggiante che può essere posizionata a protezione delle spiagge, raccogliendo rifiuti e alghe ma lasciando passare sotto tartarughe e fauna marina.
Il progetto in 3 minuti:
L’INNOVATIVA IDEA DI RICICLAGGIO….
L’idea è di rimpiazzare parte della sabbia con particelle di plastica nella realizzazione del calcestruzzo.
Inoltre, afferma Jimenez: “Molti ancora non lo sanno, ma è in corso una vera e propria “guerra della sabbia“! Alcune isole scompaiono e miglia di spiagge vengono distrutte per raccogliere la sabbia da trasformare in calcestruzzo, vetro, parti di computer ecc. Non possiamo usare la sabbia del deserto, quindi è urgente trovare soluzioni alternative per ridurre anche il nostro consumo di questa preziosa sabbia“.
Uno degli scopi del progetto è appunti ridurre il consumo di sabbia, oltre alle emissioni del biossido di carbonio utilizzato per realizzarla. Mentre i rifiuti plastici sono dappertutto e, anzi, vanno eliminati dagli oceani!
Si chiama TeamO ed è l’unico giubbotto autogonfiabile al mondo con “tiro inverso”.
I giubbotti tradizionali di qualsiasi tipologia, se dotati di gancio di sicurezza/sollevamento hanno un enorme e rischioso limite: se l’Uomo a Mare (MOB – Man Over Board) viene trainato dalla barca anche in lieve movimento, la testa rimane inevitabilmente sott’acqua ed il MOB rischia l’annegamento.
I giubbotti TeamO a “tiro inverso” sono dotati di un sistema brevettato per cui l’aggancio di sicurezza (che si trova sempre sul petto), in caso di tiro si sgancia in modo che il traino (o il sollevamento) avvenga dalla schiena. Così facendo il MOB sarà trainato con la testa verso il cielo, fuori dall’acqua, e sarà in grado di respirare.
Sono due i casi in cui un MOB rischia di essere trainato ed affogare:
1) Quando attaccato alla safe-line che scorre lungo la falchetta, cade accidentalmente in mare. In questo caso si troverebbe con la barca in forte movimento e schiacciato fra lo scafo e le onde create dal moto della barca. E’ la causa più frequente di annegamento con giubbotto salvagente.
2) Nella fase di recupero, quando agganciato il MOB ad una cima, la barca incomincia nuovamente a muoversi per effetto del vento-onda-perdita momentanea di controllo.
Il progetto TeamO è nato a seguito dalla tragica scomparsa nel 2011 del famoso skipper britannico Christropher Reddish, in un incidente simile a quello descritto nel punto uno. Da allora un team di amici esperti velisti si è adoperato per studiare un sistema di sicurezza che salvaguardasse da questo tipo di incidente mortale.
Sono stati fatti diversi esperimenti e test ed il risultato assolutamente felice è stato appunto il salvagente TeamO.Disponibile in due versioni rispettivamente a 170 e 275 Newton, sono ovviamente dotati del brevetto Back Tow Tecnology (sistema di tiro inverso), ma anche concepiti secondo il più avanzato design:
• Di disegno 3D sono ergonomici e quindi consentono i movimenti insieme alla migliore vestibilità
• Il gancio di sicurezza (e sollevamento) è in tessile ad alto carico di rottura
• Cappuccio Spray Hood
• Luce di individuazione notturna
• Fischietto di segnalazione
• Sensori pro-sensor e rispettivamente Mk5 (su richiesta sensori con Unità Hammar)
• Finestra di controllo per lo stato della bomboletta
• Cinture gemelle per la regolazione del bacino
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Informazioni e vendita:
F&B Yachting Porto Turistico di Lavagna, 7
16033 Lavagna (GE)
Luca Colombo, conosciuto per essere l’organizzatore del Lario Motor Show, cercherà di attraversare con una moto da cross il lago di Como dalla sponda di Gravedona a quella di Colico a bordo di una Suzuki Valenti RMZ 450 4 tempi. La moto di Luca è stata preparata dal Bellanese Carlo Gelmi di Vercar Moto, “il padre della Yamaha R6E elettrica” e da Giorgio Lumini tecnico motorista di numerosi campioni mondiali.
Allestita con pattini nautici e una gomma dotata di pale speciali che le forniscono la spinta idrodinamica necessaria a far planare gli oltre 230 kg di stazza a pieno carico a una velocità di 25 nodi (50 km/h) Luca Colombo percorrerà domenica 25 giugno alle 9.30 i 5,5 km che dividono le due cittadine sempre col gas spalancato e per questo ha scelto di indossare per la sua sicurezza in acqua Kingii Wearable, il più piccolo dispositivo di galleggiamento al mondo, affidando invece il recupero del mezzo, che a vuoto pesa 150 kg, ad un sistema autogonfiabile che si attiva in caso di perdita di potenza evitando così alla moto di affondare nel lago che nel punto centrale ha una profondità di 250 metri.
Cos’è Kingii 3.0, il dispositivo di galleggiamento da polso a prova di sport estremi
Kingii Wearable è il più piccolo dispositivo di galleggiamento al mondo, ma quando ci si trova in difficoltà in acqua può fare una grande differenza. Kingii si porta al polso come un orologio e in caso di bisogno è sufficiente tirare una levetta per azionare un cuscino autogonfiante che si dispiega in soli due secondi ed è capace di mantenere a galla una persona di 130 Kg. Dopo l’uso Kingii è facilmente riutilizzabile: basta ripiegare il cuscino nel suo alloggiamento e sostituire la cartuccia di CO2.
Il futuro che non c’era arriva da Internet
Prodotto negli Stati Uniti, Kingii è stato creato dal californiano Tom Agapiades dopo aver perso un caro amico in una tragedia che poteva essere evitata. Per avviare la produzione Tom, nell’agosto 2015, ha scelto come trampolino di lancio il sito di crowdfunding Indiegogo ottenendo in soli due mesi investimenti per oltre 635.000 dollari e numerose attestazioni internazionali. Riconoscimenti coronati dal prestigioso premio Edison Award assegnato da un autorevole comitato di accademici e professionisti dell’innovazione e vinto da Kingii quale migliore startup del 2016 in ambito Athletics & Recreation e il primo premio alle Startup Competition dell’Università di Cambridge e dell’Università di Brema.
Luca, da dove nasce l’idea di attraversare il lago su una moto da cross?
Ho visto il video di Guy Martin su YouTube, quello dove ha surfato per 80 metri sulla foce di un fiume e, pochi mesi dopo, la pubblicità della DC Shoes in cui Robbie Madison scivolava sulle acque di Haiti nel 2015. Io e Carlo [Gelmi, ndr] ci conosciamo da anni: ogni occasione è buona per metter mano alla mia moto “da terra” e farsi due risate insieme. Mi ha visto con un sorriso che conosce bene e mi ha chiesto “cosa c’è, cosa vuoi fare stavolta” e io gli ho risposto “un’impresa impossibile: attraversare il lago come Madison”; lui si è messo a ridere dicendomi “impossibile? E noi lo facciamo lo stesso!”.
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Ecco come nasce l’Hydro MX: il primo tentativo con una KTM250 in prestito, la ricerca dei migliori materiali e forme per realizzare e aggangiare lo scafo e la gomma, ispirata a quelle da sabbia ma realizzata “ad hoc”. Le serate a guardare insieme i video di Madison, le foto, a dedurre a sensazioni, a esperienza, a “secondo me” come creare il mezzo non avendo schemi o dati tecnici: “secondo me” che spesso mi portavano a pucciare me e la moto in acqua.
I primi test a Maggio del 2016 ci fanno scontrare con una dura realtà: la mancanza di motore che ha portato Carlo a coinvolgere Giorgio Valenti, noto preparatore di svariate categorie competitive.
Il progetto ha una svolta con il contributo di Giorgio: alcuni particolari dello scafo posteriore e le continue messe a punto, i primi 100 metri che diventano 500, poi un kilometro ma siamo ancora lontani dai 4,5 km del record.
E’ nell’ottobre 2016 che Carlo e Giorgio mi dicono “oggi andiamo a fare un giro a Lissone”: mi portano da Suzuki Valenti e ne usciamo “con il giocattolo nuovo”: la SUZUKI RMZ 450 4 tempi che porterò in acqua Domenica 25 Giugno.
Cambiando la moto abbiamo avuto, grazie al lavoro di Carlo e Giorgio, il motore che mancava e la spinta che mi serve per percorrere la distanza tra Gravedona e Colico, abbiamo, adattato gli attacchi e e modificato i bilanciamenti ed io imparato a gestire nuovamente la moto, replicando le mattinate “a puccio” nel lago, per me sempre piacevoli e un po’ meno per la moto. Stiamo ultimando gli ultimi dettagli e non vediamo l’ora di mettere in acqua il mezzo Domenica Mattina.
I dettagli dell’evento
Partenza: ore 9.30 del mattino di Domenica 25 Giugno da Gravedona, con arrivo a Colico Distanza: 5,5 km Record: Distanza su acqua dolce con una moto da cross adattata
Il sogno Atlantico del Capitano Davì e diventato realtà! I due Suzuki DF200AP sono stati determinanti nel portare Sergio Davì e il suo Master 996 da Palermo fino al Brasile: mai un problema e consumi bassi!
“The ultimate four stroke outboard”. Realizzare il miglior fuoribordo quattro tempi, rendendo ciò una caratteristica assoluta, non è solo uno slogan per Suzuki Marine. Chi va per mare, chi lo naviga per portare la famiglia a fare il bagno oppure lo affronta per andare a pesca o, addirittura, lo sfida con imprese che stupiscono, sa che questo claim non è solo evocativo, ma è un dato di fatto incontrovertibile.
Lo ha pensato anche Sergio Davì, navigatore palermitano che già in passato si è reso protagonista d’imprese a bordo di RIB – battelli pneumatici a chiglia rigida – quando ha scelto i motori per affrontare la sua ultima sfida: “Voglio il meglio!” Il gommone come quello scelto da Davì, lungo poco meno di 10 metri, è indubbiamente un mezzo che non è concepito per traversare l’Atlantico ma, se gestito e soprattutto equipaggiato nel modo corretto, può affrontare anche queste imprese estreme. E Davì è riuscito a portare a termine l’impresa, da lui battezzata “Ocean RIB Experience”, proprio grazie alla qualità dei motori Suzuki che hanno spinto il suo battello Master 996 da Palermo al Brasile.
Ben 4.300 miglia totali navigate spesso con mare impegnativo, vento forte e condizioni di carico estreme, che alla fine hanno fatto registrare una percorrenza media di circa 1 litro/miglio di benzina per motore, davvero un dato impressionante!
Sergio Davì a fine raid ha dichiarato: “Già nel 2012, durante il raid di Capo Nord, avevo avuto una buona esperienza con i motori Suzuki, senza alcun problema durante la navigazione; ma durante questa traversata sono rimasto sbalordito: su 4300 miglia totali ti aspetti qualche piccolo inconveniente, invece nulla… è andato tutto bene e non abbiamo avuto nessun genere di intoppo. Sono veramente contento e soddisfatto, questi motori sono estremamente affidabili, anzi, sono certo che potrei tornare indietro via mare con la stessa serenità dell’andata”.
Doveroso ripercorrere brevemente le tappe che hanno portato Sergio Davì e il suo co-pilota Alessio Bellavista fino a Recife, nello stato del Pernambuco, in Brasile.
Tutto è iniziato lo scorso 29 aprile quando “Nemo”, il gommone Master 996, ha lasciato Palermo alla volta della Sardegna, per puntare quindi su Isole Baleari, Spagna meridionale, Marocco e Isole Canarie. La sosta a Gran Canaria, del 29 maggio, è stata utilizzata come una sorta di pit-stop, dove battello e motori sono stati sottoposti a un attento controllo, necessario prima di affrontare la parte più lunga e impegnativa della traversata, ovvero l’Atlantico.
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Dopo aver percorso già più di 1.700 miglia nautiche, la carena del RIB ha avuto la necessità di essere pulita, altrimenti le prestazioni di battello e propulsori ne avrebbero risentito, mentre ai due motori Suzuki DF200AP è stato regalato un bel tagliando. Oltre al classico cambio dell’olio per l’unità termica e per il piede di ciascun fuoribordo, sono stati cambiati i filtri della benzina, sia quelli sotto le calandre sia quelli decantatori esterni, ed è stato aggiunto anche il cambio delle candele, anche se quelle utilizzate fino ad allora erano ancora perfettamente integre.
Altro intervento volto a migliorare l’efficienza dell’insieme RIB/motori è stato quello dedicato al cambio delle eliche, necessario per far rendere al meglio le caratteristiche di coppia e di potenza dei Suzuki, impegnati da lì in poi a spingere un battello con oltre tre tonnellate di carico a bordo. Lo stesso Davì, in un suo post lasciato in rete subito dopo la sosta, sembrava incredulo di come avessero risposto i due fuoribordo fino a quel momento, ma anche della puntualità e la bravura con la quale i tecnici di Motoras Nàuticas Islas Canarias, incaricati da Movilmotors (importatori Suzuki Marine per la Spagna), fossero intervenuti nelle manutenzioni, per altro assolutamente ordinarie.
Partendo da Gran Canaria, Nemo ha dovuto affrontare un primo “grande balzo” di 890 miglia di Oceano fino a Capo Verde e poi da lì un secondo, ancora più ampio: 132 ore di navigazione continua per percorrere, fra burrasche e piogge tropicali, le 1.258 miglia necessarie per mettere piede sul primo avamposto di Brasile, l’Ilha de Fernando de Noronha, dove uomini e battello sono approdati all’alba del giorno 11 giugno. 132 ore, quindi, senza mai spegnere i motori che hanno accompagnato Sergio Davì in questa incredibile avventura.
Qualche ora di ritardo all’arrivo rispetto alle previsioni non è riuscita a mitigare la gioia dei due marinai palermitani, stanchi, ma entusiasti per essere riusciti a compiere la parte più impegnativa della Ocean RIB Experience.
Così, dopo un meritato riposo, Sergio Davì e Alessio Bellavista, il giorno 16 giugno, sono giunti a Itamaracà, accolti dalle autorità locali, dai rappresentanti della Camera di Commercio italo-brasiliana e da un folto gruppo di giornalisti.
Sabato 17 giugno 2017, poi, lo sbarco a Recife, meta finale di un’impresa che ha assunto toni epici. Se gli uomini hanno dovuto affrontare un cimento che ha messo a dura prova la loro resistenza al sonno e alla stanchezza, ponendo al contempo in risalto la loro perizia e preparazione di marinai, i mezzi, battello e motori fuoribordo, sono stati sottoposti a una sorta di stress test cui nessuno si sognerebbe mai di affrontare: 4.300 miglia navigate quasi di continuo, concedendo loro brevi soste per i rifornimenti e quel solo citato pit-stop prima di balzare da una parte all’altra dell’Atlantico.
I Suzuki DF200AP, nello specifico, grazie alla tecnologia di cui dispongono, alla qualità dei materiali con i quali sono costruiti, alle prestazioni che riescono a garantire, sono riusciti a superare una prova tanto dura senza il benché minimo tentennamento, senza mostrare alcun calo nelle prestazioni nemmeno dopo 4.300 miglia di navigazione, talvolta al limite del sostenibile.
Un successo assoluto, sul quale in molti avrebbero puntato; Davì in primis e tutti coloro che possiedono un fuoribordo Suzuki, “The ultimate four stroke outboard”.
Suzuki DF200AP: informazioni tecniche
Questo 200 HP di Suzuki ha un’architettura con quattro cilindri in linea, che vanta prestazioni paragonabili a quelle di un V6, ma con i vantaggi in termini dimensionali e di peso.
Per questo, con i suoi 225 kg è il 200 HP più leggero oggi presente sul mercato, pesando oltre il 12% in meno rispetto gli attuali modelli V6 di pari potenza.
Oltre a tale caratteristica, questo fuoribordo Suzuki porta con sé alcune soluzioni tecniche d’avanguardia tra le quali: • vanta una presa d’aria diretta di nuova concezione e la fasatura variabile delle valvole, per una maggiore efficienza termica e prestazioni elevate a tutti i règimi; • ha 2.867 cc di cilindrata, dunque è un vero “Big Block”, con rapporto di compressione più elevato rispetto alla norma, per garantire accelerazioni fulminee, grazie a valori di coppia elevati già ai bassi règimi; • è dotato di tecnologia Lean Burn, a combustione magra, per ottimizzare il rendimento e ottenere un significativo contenimento delle emissioni e dei consumi; questo è il “segreto” che ha consentito a Sergio Davì di affrontare la traversata dell’Atlantico senza troppi patemi in termini di autonomia. I due motori, all’atto pratico, durante l’impresa hanno consumato addirittura 220 litri in meno di quanto previsto dei calcoli fatti a tavolino; • grazie alla presenza di una potente centralina a 32 bit, il motore gode di un sistema di monitoraggio di tutte le funzioni e del controllo interno dei parametri operativi in tempo reale, per garantire la massima affidabilità.
Nell’ottica di una sempre più spiccata internazionalizzazione, una rinomata azienda nel Sud Italia sbarca nel Regno Unito, mettendo alla prova i suoi prodotti in uno scenario difficile come Portland, città nota per essere particolarmente ventosa, dove ha taccato imbarcazioni molto grandi.
Navaltecnosud Boat Stand, azienda pugliese specializzata nella produzione di attrezzature per la cantieristica e per il trasporto delle imbarcazioni, dopo aver presentato i suoi prodotti nei più importanti saloni nautici globali, sta ottenendo sempre maggiori successi in ambito internazionale, con installazioni in giro per il mondo, tra cui Spagna, Inghilterra e Caraibi.
Questa società, con sede a Valenzano nel barese, realizza una vasta gamma di cavalletti, puntelli, invasi, tacchi, bilancini, attrezzature per il trasporto di grandi yachts su nave, nonché rastrelliere e scaffali porta barche a più piani per “porti a secco” e altri articoli per la cantieristica navale, per la sicurezza nelle aree tecniche e per una migliore ottimizzazione degli spazi a terra nei cantieri.
Di questa vasta gamma, oggi poniamo l’attenzione su questo prodotto in particolare: Sella VELA, invaso trasportabile con carrelli motorizzati dotati di forche e traversine che consentono di sollevare barca e sella in contemporanea. Ideale per ottimizzare gli spazi nei cantieri navali ed avere le barche in sicurezza. Viene realizzato in varie misure di larghezza, in relazione all’interno ruote del carrello e in varie lunghezze. Portate, dimensioni e numero di puntelli sono personalizzabili a seconda delle specifiche esigenze.
Per guardare la gamma completa dei prodotti Navaltecnosud, visita la VETRINA PRODOTTI.
L’AZIENDA
La storia dell’azienda nasce dalla passione e dallo spirito di osservazione di Roberto Spadavecchia, che ha notato e deciso di risolvere svariate problematiche osservate durante la propria esperienza nei cantieri navali. Nello specifico, è stato osservato come molto spesso le imbarcazioni durante la manutenzione a secco fossero posizionate su attrezzature instabili e improvvisate, che mettevano a rischio l’integrità delle stesse, e quanto tempo andasse perso per tagliare e sagomare ogni volta questi sostegni. La Navaltecnosud nasce proprio per supportare armatori e cantieri fornendo attrezzature più moderne e tecnologiche.
Naval Tecno Sud Boat Stand Via P. Pascali 28 – 70010 Valenzano (BA) +39 393 5493586 navaltecnosud@gmail.com www.navaltecnosud.it
• La nuova serie speciale è il punto d’incontro due brand capaci di trasformare l’ordinario in straordinario e di superare i limiti delle prestazioni e dell’esclusività. • Disponibile in serie limitata, berlina e cabrio, la vettura si distingue per scelte estetiche uniche e materiali preziosi di derivazione nautica, firmati Riva. • Abarth 695 Rivale è elegante e unica come un motoscafo Riva, e garantisce performance eccezionali come ogni serie speciale Abarth. • Per celebrare i 175 anni di Riva, nasce, in produzione ultra-limitata, anche la 695 Rivale 175th Anniversary che presenta ulteriori dettagli di stile.
Dall’incontro tra due eccellenze italiane nel campo della tecnologia, dell’innovazione, della cura per il dettaglio e della ricerca della performance nasce Abarth 695 Rivale, la serie speciale concepita in collaborazione con Riva. Questo marchio storico della nautica mondiale, da sempre sinonimo di eleganza e stile italiano, ha contribuito alla creazione della Abarth più raffinata di sempre.
Disponibile in serie limitata in versione berlina e cabrio, la Abarth 695 Rivale si riconosce grazie alla sua esclusiva livrea: vernice a due tonalità Riva blu sera Riva e Shark Grey impreziosita da un doppio tratto color acquamarina che la percorre all’altezza della linea di cintura e richiama la “linea di bellezza” degli yacht.
Le finiture cromo satinate per le maniglie delle porte, la firma “695 Rivale” sul portellone posteriore e sui parafanghi posteriori, la modanatura cromo satinata sul portellone posteriore che evoca le forme sofisticate di uno yacht, rendendo ancor più inconfondibile questo modello grazie all’affinità estetica con la griglia laterale dei nuovi yacht Riva.
A tanto fascino corrisponde la consueta ricerca delle migliori performance attraverso il costante upgrade tecnico che caratterizza ogni vettura Abarth: sotto il cofano della 695 Rivale, infatti, si cela un motore da 1368 cm3 che garantisce una potenza massima di 180 CV e una coppia di 250 Nm. Il rapporto peso-potenza della 695 Rivale è da autentica supercar (5,8 kg/CV con una massa di 1045 kg) e le prestazioni sono straordinarie: 225 km/h di velocità massima e 6,7” per accelerare da 0 a 100 km/h. Si tratta quindi di una vettura in grado di appagare clienti sofisticati alla ricerca di eleganza, raffinatezza e prestazioni.
Insieme alla Abarth 695 Rivale si svela anche la 695 Rivale 175 Anniversary, che celebra i 175 anni del marchio Riva, nato nel 1842. Questa “ultra-limited edition” accentua le finiture artigianali aggiungendo elementi personalizzati, cerchi dedicati, logo celebrativi e sedili anteriori in pelle blu e neri rifiniti a mano. Disponibili 175 berline e 175 cabrio.
Una vettura per l’asfalto rovente che nasce dall’acqua
L’obiettivo della 695 Rivale è quello di superare i valori tradizionali di Abarth abbracciando il fascino inconfondibile di Riva per soddisfare la richiesta di prestazioni entusiasmanti abbinate a raffinatezza ed eleganza di livello superiore.
Il suo stile si ispira al nuovissimo open Riva “56 Rivale”, uno degli yacht più eleganti e performanti mai costruiti dal cantiere di Sarnico. Tratti comuni alla 695 Rivale, che prende in prestito anche alcuni stilemi tipicamente Riva a sottolineare l’approccio di eleganza e carattere che la contraddistingue. Lo yacht e l’automobile condividono infatti alcuni elementi estetici, come la caratteristica livrea grigia di Riva e le modanature cromo satinate.
All’interno, batticalcagno in fibra di carbonio, sedili in pelli blu come i pannelli delle portiere, tappetini neri con inserti blu e plancia in fibra di carbonio o in mogano, variante disponibile a richiesta che conferisce alla vettura un accento ancor più nautico. Il legno, il più naturale degli elementi, si sposa con le avanzate soluzioni tecnologiche per un risultato di assoluta eccellenza, come avviene sulle imbarcazioni Riva: perfetta unione tra ultimate technology ed elevata artigianalità. La variante in mogano consente di abbracciare la filosofia Riva ancor più in profondità: comprende, oltre alla fascia plancia, un volante specifico in pelle blu e nera con mirino in mogano, copri quadro strumenti in pelle blu, pomello cambio e batticalcagno in mogano.
Di assoluta eccellenza anche i contenuti tecnologici: di serie il sistema infotainment UconnectTM con schermo touch 7” HD e predisposizione Apple CarPlay e Android Auto. Non manca la targhetta numerata apposta a mano che, a richiesta, potrà essere personalizzata con il nome del proprio yacht: un modo originale per rendere la nuova Abarth 695 Rivale un prestazionale “tender” terrestre. Il carattere Abarth, infine, è ben visibile nell’impianto di scarico Akrapović con terminali in carbonio, nei freni Brembo con pinze nere anteriori fisse a 4 pistoncini, nei cerchi in lega da 17” Supersport con finitura dedicata grigio lucido, nelle sospensioni Abarth by Koni con tecnologia FSD (Frequency-Selective Damping).
Grazie alle sue caratteristiche uniche, Abarth 695 Rivale è un Instant Classic capace di entrare a pieno titolo nella ristretta cerchia del Registro Abarth, che include solo le vetture più esclusive e dotate di requisiti tecnici o storici tali da renderle “pezzi da collezione”.
Un omaggio ai 175 anni di Riva
Abarth e Riva condividono un passato riccodi storia, e lavorano costantemente sul proprio heritage per dare forma al proprio futuro. Quelle di Carlo Abarth e Carlo Riva sono due grandi storie italiane, le storie di due uomini che avevano un sogno, e lo hanno fatto diventare leggenda. Entrambi hanno avuto il coraggio di spingere il pensiero al di là degli schemi consueti, regalando così al mondo automobili e imbarcazioni di assoluta eccellenza divenute nel tempo icone globali.
Proprio nel 2017 Riva compie 175 anni, un traguardo che pochissime aziende al mondo possono vantare. Per celebrare questo speciale compleanno, Abarth ha pensato a una produzione ultra-limitata della 695 Rivale, la 175 Anniversary: 175 unità per la berlina e 175 per la cabrio. È un’edizione che celebra il “saper fare” italiano, con dettagli artigianali come i sedili sellati a mano in pelle bicolore nera e blu con logo celebrativo cucito sul poggiatesta, la plancia in carbonio serigrafata con il logo specifico, la speciale targhetta numerata interna ed il badge celebrativo sul montante esterno. Specifico anche il design dei cerchi in lega da 17”.
La prima mini barca elettrica al mondo per bambini…… e adulti fino a 170 cm di altezza e 70 kg di peso.
Una mini imbarcazione eco-friendly, a propulsione 100% elettrica, con zero emissioni di CO2. Autonomia da 3 a 4 ore tra una ricarica e l’altra.
L’ideatore e costruttore è il francese Denis Jimenez, progettista di barche ma anche velista: ha infatti solcato gli oceani di tutto il mondo, assieme a moglie e figli, a bordo di varie barche a vela tra cui Neos, un catamarano da 48 piedi da loro stessi progettato e costruito!
Dimensioni e peso:
– Lunghezza : 200 cm – Può essere caricata su di un pickup o furgone.
– Larghezza : 100 cm
– Pescaggio : 30 cm
– Peso totale (batteria inclusa): 75 kg
– Capacità di carico : 70 kg
Propulsione:
– Motore silenzioso
– Zero emissioni CO2 (eco-friendly)
– Possibilità di regolare il finecorsa dell’acceleratore limitando la velocità massima
– 5 velocità in avanti e 1 retro
– elica a 3 pale (diametro 25 cm) per una performance ottimale
– Batteria marina 12-volt OPTIMA® Deep Cycle high-performance
– Funzionamento sia in acqua dolce che in acqua salata
– Indicatore livello batteria a 5 LED
Sicurezza:
– Inaffondabile grazie ai 4 compartimenti stagni!
– Elica protetta
– Vano piedi anti-scivolo, sedile e schienale in schiuma non assorbente by Seadek®
– Batteria OPTIMA® a prova di copovolgimento, 15 volte più resistente alle vibrazioni e senza necessità di manutenzione!
– Interruttore di reset manuale 50 Amp
– Interruttore generale con chiave rimovibile
Marine Stereo Waterproof e altoparlanti:
– Radio FM/AM
– MP3
– Ingresso USB
– Ingresso AUX
– Potenza : 2 x 40 watts
Jim Boats 6.5 è veramente eco-friendly: infatti nel processo di costruzione si utilizzano quanto più possibile fibre di iuta naturale.
Come si può vedere dalle immagini, la costruzione “green“ è un aspetto integrale di questa mini imbarcazione!
E’ in corso la costruzione del primo sottomarino di lusso con il design degli interni che richiama quello dei jet privati, prodotto di otto anni di ricerca e sviluppo. L’olandese Ocean Submarine sta mettendo a frutto l’esperienza derivata dalla collaborazione con aziende del calibro di Rolls Royce, MTU e Bosch per creare Neyk Submarine. Costruito con una struttura modulare in acciaio ad alte prestazioni secondo un design ottimizzato dalla NASA, il sottomarino offrirà un livello senza precedenti di lusso e personalizzazione e velocità fino a 15 nodi.
Il Neyk Submarine ha uno scafo completamente pressurizzato e dall’eccezionale manovrabilità. La struttura compatta e leggera offre diverse opzioni nel trovare la posizione giusta in un superyacht, consentendo anche all’imbarcazione di raggiungere velocità circa tre volte superiori rispetto ai mezzi più convenzionali.
Il primo Neyk Submarine avrà una lunghezza complessiva di 19 metri (63ft), un dislocamento massimo di 100 tonnellate e potrà portare 12 passeggeri fino a 150 metri di profondità. Sarà dotato di ampie vetrate panoramiche in alto e tre vetrate acriliche su ciascun lato, nonché comodi posti a sedere, un bar, una biblioteca e una cambusa completa.
Dei motori elettrici silenziosissimi sono posizionati su entrambi i lati, appositamente progettati per dare alle eliche fino al 5% di efficienza aggiuntiva e fornire raffreddamento extra a bassa velocità.
Il sottomarino sarà in grado di ruotare su se stesso in pochi secondi quando i motori funzionano in direzioni opposte. Dal momento che i motori sono posizionati anteriormente rispetto ai timoni di immersione, il Neyk Submarine può immegersi con estrema rapidità, grazie ad una configurazione che è dieci volte più efficace del convenzionale design cruciforme.
L’inizio della costruzione del Neyk Submarine è il punto focale di un percorso di otto anni per il fondatore di Ocean Submarine, Martin van Eijk. Durante la sua carriera ha lavorato per molte aziende rinomate in vari campi, dai satelliti alle imbarcazioni, tra cui ASML, Phillips e EASTEC.
“Le mie esperienze mi hanno convinto di poter sviluppare un nuovo sottomarino in collaborazione con esperti di ogni settore, dall’aviazione alle imbarcazioni subacquee“, afferma Van Eijk. “Il progetto è iniziato nel 2009, basato su uno scafo che sarebbe adatto per la Marina e la Guardia Costiera, nonché per il mercato luxury. Avendo sviluppato una notevole esperienza in aeromobili, navi e sottomarini, il mio obiettivo era combinarla con la ricchezza di know-how disponibile oggi nel mondo. Il risultato è una nuova generazione di sottomarini con una singola carena polifunzionale, che offre un livello di lusso e di esperienza unico in un mezzo subacqueo“.
Il fatto che il Neyk Submarine sia stato sviluppato in linea con le rigorose specifiche ed esigenze della Royal Dutch Navy significa che i livelli di qualità sono eccezionalmente elevati e il sistema è incredibilmente robusto. E’ stata svolta un’accurata ricerca di due anni per trovare i migliori fornitori per ogni singola parte, in modo particolare aziende dotate di propri impianti di collaudo che fossero in grado di garantire la qualità dei componenti. La Marina olandese ha anche investito in una serie di applicazioni sofisticate da utilizzare a bordo e questa conoscenza è ora a disposizione per migliorare la qualità e le strutture della versione di lusso del sottomarino.
Il Neyk Submarine beneficia anche dei passi da gigante nella costruzione di jet privati su misura negli ultimi due decenni. Il diametro dello scafo è esattamente lo stesso dei jet privati e il contenuto può essere installato in modo analogo al suo interno, compresi sistemi come l’aria condizionata e tutti gli impianti normalmente associati ai velivoli privati. Gli interni eccezionalmente spaziosi possono essere personalizzati con mobili, pannelli e diversi tipi di vernici.
Poiché Ocean Submarine si basa su un approccio modulare nella costruzione, i proprietari possono scegliere tra qualsiasi stile da quello classico a quello ultra-moderno, oppure optare per lo stesso aspetto dello yacht madre o dei suoi tenders.
Il design a forma di lacrima aggiunge attrazioni estetiche per i proprietari di superyachts e contribuisce inoltre ad agevolare l’alta velocità e il raggio d’azione, permettendo ad esempio agli armatori di viaggiare anonimamente sott’acqua dal loro ormeggio a Monaco o St Tropez fino all’elegante aeroporto di Nizza.
“L’esperienza è tutto!“, aggiunge Van Eijk. “Ora, quando navigherai lungo la costa e vedrai qualcosa che ti attira, potrai immergerti sott’acqua per vederli da una prospettiva completamente diversa . O potresti fare immersioni per ammirare i relitti della seconda guerra mondiale o altri tesori nascosti nel mare. Il Neyk Submarine permetterà alle persone di esplorare il mondo marino con comodità e stile. Oppure puoi alzare il periscopio e andare a spiare! “
Proprio come ci si aspetterebbe, dietro questo progetto innovativo ci sono grandi investimenti in tempo e in denaro. Gli impianti di produzione nei Paesi Bassi sono di prim’ordine e includono la più grande macchina per il taglio CNC a livello mondiale, garantendo precisione millimetrica per ogni parte dello scafo.
Il metodo di produzione innovativo, che utilizza macchinari eccezionali per la placcatura, crea una forma sferica incredibilmente accurata in un unico pezzo, con tutte le parti supplementari che vengono saldate con la stessa precisione da parte dei robot. L’uso di anelli interni aggiunge forza complessiva allo scafo, un aspetto essenziale quando ci si dirige verso l’alta pressione delle profondità marine. La massima sicurezza sarà assicurata dal regime di test più rigoroso possibile.
Il primo Neyk Submarine dovrebbe essere ultimato nel gennaio 2018. Per ulteriori informazioni www.oceansubmarine.com/private.
Per Levi Siver, tra le montagne e l’oceano ci sono più tratti in comune di quanto si possa immaginare.
Fare windsurf su una montagna innevata. Solo un uomo era disposto ad assumere questa sfida senza precedenti: Levi Siver, windsurfer professionista americano noto per aver cavalcato le onde più grandi di tutto il mondo, piegando il vento alla sua volontà.
Come probabilmente saprete, il windsurf è uno sport in cui il surfista cavalca una tavola dotata di vela e usa la forza del vento per muoversi sull’acqua. Perché qualcuno lo farebbe su una montagna innevata? Naturalmente, perché nessuno l’ha mai tentato prima!
“Questo progetto nasce dall’idea visionaria di poter trasferire gli elementi del windsurf su una montagna e ricreare la stessa esperienza di divertimento e adrenalina che il surfista prova sull’acqua. Cerco in continuazione di trovare modi per sfidare me stesso, ma questo progetto ha davvero scatenato la mia curiosità. Cosa succederebbe se provassi combinare lo snowboard e il windsurf? Dopo tutto, mi sono divertito a lungo con entrambi questi sport“, spiega Siver.
Sono passati 5 anni da quando quest’idea ha cominciato a solleticare la curiosità di Levi, e finalmente è arrivato in giorno in cui la visione è diventata realtà. Le riprese sono durate 20 giorni. Tenuto conto del tempo di preparazione e pianificazione, la produzione totale ha richiesto 8 mesi. Ma alla fine, è stato possibile fare windsurf su una montagna innevata? Abbiamo scoperto che era possibile. Anzi, in realtà … è stato fatto!
“Volevo essere la prima persona a provare il windsurf alpino su una tavola a vela. Utilizzare uno snowboard in realtà avrebbe garantito le prestazioni ottimali, oltre ad essere più facile, ma volevo davvero ricreare quella sensazione unica dello windsurf e fare quello che mi piace fare inventando una cosa a metà tra uno snowboard e una tavola da windsurf, la cui sensazione di goduria non riesco neppure a descrivere. Il vento più forte che ho trovato è stato di circa 15 km/h“, dice Siver.
Le condizioni di ripresa sono state molto dure. Si è cominciato con un’escursione di due ore su una montagna con temperature minime fino a -13 ℃. Dopo di che, le riprese hanno impiegato una media di sette ore al giorno. Talvolta Levi e il suo team aspettavano sulla cima anche tre ore per avere la certezza di cogliere i venti perfetti.
La località scelta è stata l‘isola di Rishiri a Hokkaido,. Può essere sorprendente che questa straordinaria impresa in montagna si sia svolta su un’isola al largo della punta settentrionale del Giappone, ma questo territorio unico e distintivo, dove si può ammirare l’oceano mentre si sale sul monte, era perfetto per questo progetto.
“Quello che montagna e oceano hanno in comune è sicuramente l’imprevedibilità: il paesaggio è veramente bello ma anche estremamente pericoloso e le condizioni cambiano continuamente, ogni giorno è un’avventura nuovissima. Queste sfida impegnative, che aiutano a vincere le proprie paure, sono proprio ciò ti aiuta a crescere come persona“.