Siamo tornati da pochi giorni dal Salone Nautico di Genova e, terminata l’euforia generata da questo tipo di manifestazioni, inizia il periodo delle riflessioni e delle valutazioni sui risvolti dell’evento.
Gli organi di comunicazione, di settore e non, hanno diffuso notizie generalmente ottimistiche, del tipo: “Salone della ripresa e dell’ottimismo”, “La nautica torna a tirare…”, “Il mercato si risveglia”… ma è davvero così?
Purtroppo la pura analisi dei numeri sembrerebbe dire di no!
Abbiamo raccolto una serie di dati omogenei, quindi comparabili tra loro per numero di espositori, barche esposte e visitatori, estratto dai dati disponibili riguardanti gli ultimi vent’anni di Salone Nautico di Genova.
Come si evince dagli elaborati grafici, i valori delle ultime edizioni di successo (2007-2008) non sono in nessuna maniera paragonabili alla situazione attuale.
Dal 2008 si sono persi per strada 750 espositori (-50%), 1500 imbarcazioni (-60%), e soprattutto oltre 200.000 visitatori (-65%), soprattutto si evidenziano i due anni neri del 2012 e 2013 con un calo veramente drammatico, figlio di una serie di fattori che hanno influenzato negativamente la tendenza.
Ovvio che aver fermato l’emorragia di espositori rappresenta un trend positivo rispetto agli ultimi anni, anche se trattasi di sostanziale pareggio, la vera ripresa è tutt’altra cosa…
Tuttavia tutti i dati devono essere interpretati, esulando da tendenze ottimistiche o pessimistiche, in quest’ottica due considerazioni:
il numero di espositori ad una manifestazione non rappresenta in assoluto l’andamento positivo di un settore, casomai contano i contatti con potenziali clienti ed in qualche caso solo la conclusione di contratti di vendita;
il numero di visitatori non necessariamente esprime l’interesse all’acquisto di un’imbarcazione, grande o piccola che sia, e dei relativi accessori: decreta invece la riuscita dell’evento in termini economici di sostenibilità dello stesso, e non sempre le finalità dell’ente organizzatore combaciano con quelle degli espositori.
Alla luce di tali considerazioni, ed osservando l’andamento degli ultimi anni, dobbiamo convincerci che le dimensioni del mercato sono queste e lavorare al meglio per elevare la qualità di prodotti e servizi allo scopo di consolidare le posizioni di mercato.
Ci auguriamo vivamente che risulti veritiera l’affermazione di numerosi operatori, secondo cui “finalmente i visitatori non vengono più solo per guardare e chiedere preventivi, ma anche per comprare e concludere contratti”.
Se questa sensazione fosse effettivamente corretta, anche senza crescita dei numeri, il segnale di ripresa sarebbe confortante.
Di minor rilevanza il numero di visitatori, cresciuto, anche se di poco, rispetto all’edizione 2014 (+5%): sarebbe interessante, ma sappiamo impossibile, conoscere le motivazioni che spingono il pubblico a visitare il Salone Nautico, per avere un indicatore dell’interesse per il mondo della nautica.
Molte poi le polemiche di questi ultimi giorni circa le novità annunciate in occasione della conferenza stampa UCINA, difficile a tal proposito esprimere una opinione.
Certamente tutti noi operatori dobbiamo prendere atto delle situazioni internazionali e del fatto che chi sta fermo va indietro, superando logiche di campanile, ed a volte di ballatoio.
A questo proposito, un confortante segnale di ottimismo arriva dalla volontà di ricercare soluzioni innovative, coraggiose ed ambiziose, sia a livello istituzionale che da parte di alcuni operatori del settore, che con creatività e lodevole entusiasmo si mettono in gioco proponendo nuove idee, come ad esempio il boat sharing o i temi relativi alla salvaguardia dell’ambiente e del mare.