Brigantes, il primo veliero-cargo ecosostenibile

Comunicato stampa:

BRIGANTES, IL PRIMO VELIERO-CARGO ECOSOSTENIBILE

Recuperare una ex nave da carico a vela, costruita nel 1911, per adibirla al trasporto ecologico di merci a emissioni zero, sfruttando il vento e l’energia elettrica autoprodotta come mezzi di propulsione. Ecco ‘Brigantes’, il progetto di trasformazione di un veliero che verrà impiegato anche per la formazione professionale di marinai e il trasporto passeggeri. La nave, lunga 30 metri, è attualmente ai restauri in un cantiere di Trapani, in Sicilia. Il nuovo varo è previsto per il 2018, momento in cui potrà tornare a veleggiare insieme a Eye of The Wind, il veliero-gemello già diventato famoso in tutti i mari del mondo.  

UN VELIERO SALVATO DALLA DEMOLIZIONE
Quando venne varato nel 1911 presso i cantieri Lühring di Brake, in Germania, si chiamava Meta ed era uno scafo in ferro chiodato lungo 30 metri, largo 7 metri, armato a goletta a gabbiole. Bottino di guerra ai francesi nel 1920, già nel 1923 arriva in Italia, dove viene adibito al trasporto di talco dalla Sardegna a Livorno. Negli Anni Cinquanta subisce lo smantellamento dell’armo velico e la trasformazione a motonave. Dal 1953, con il nome di Onice, trasporta merci tra l’isola siciliana di Pantelleria e la terraferma. Nel 1998 l’unità viene messa in disarmo e abbandonata in un angolo del porto. Nel 2016, per salvarla dalla demolizione, un gruppo di entusiasti investitori italo-austriaco-tedesco acquista l’ex-veliero. Trasferito e alato in secco presso il cantiere Da.Ro.Mar.Ci di Trapani, viene constatato il buono stato di conservazione delle lamiere dello scafo. L’avventura del recupero di Brigantes, nuovo nome attribuito al veliero, può avere ufficialmente inizio.

Brigantes (Ex Meta, ex Onice) in restauro

PERCHÉ IL TRASPORTO MERCI A VELA?
Sono essenzialmente due i motivi che hanno spinto il team Brigantes a realizzare un cargo merci a vela. Il primo è il desiderio di far rivivere un mondo ormai dimenticato, dove la navigazione sarà vissuta diversamente dall’idea del diportismo e nella quale prevarrà il contatto con l’arte marinaresca intesa come elemento funzionale e non come materia da museo. Il secondo è la voglia di fare parte di quel numero crescente di persone che vogliono cambiare le cose e che credono in un futuro sostenibile, fatto di prodotti sani, di equo-solidarietà e di economia responsabile. Un concetto economico inusuale, intrigante e autentico.

Brigantes (Ex Meta, ex Onice) in restauro

COME PARTECIPARE AL PROGETTO
Chiunque potrà chiedere di entrare a fare parte del progetto Brigantes, offrendo sponsorizzazioni, materiali, attrezzature, strumentazione, equipaggiamenti, dotazioni di bordo o anche manodopera volontaria. È anche possibile acquistare quote di proprietà del veliero (www.brigantes.eu), con la certezza di vivere un’avventura pionieristica in Italia e far parte di una piccola rivoluzione del trasporto merci marittimo. Grandi aziende o associazioni che quotidianamente tutelano l’ambiente e gli interessi del consumatore potrebbero avvalersi di Brigantes per trasferire via mare i propri prodotti o alimenti. L’apparato propulsivo di bordo, oltre alle vele, sarà costituito da un motore elettrico affiancato a un impianto solare/eolico. Un’occasione unica per promuovere una reale ecosostenibilità, dimostrandosi coerenti nei confronti della propria filosofia aziendale e sensibili ai problemi dell’inquinamento globale.

Brigantes (Ex Meta, ex Onice)

UNA SCUOLA DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER MARINAI
Oltre a trasportare merci ad emissioni zero tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, Brigantes offrirà a chiunque l’opportunità di imbarcarsi per imparare come si naviga su un veliero tradizionale. A turno, dieci allievi potranno essere ospitati a bordo per vivere un’esperienza unica nel suo genere. Gli spazi verranno condivisi con i sette membri di equipaggio, che saranno a disposizione per spiegare i segreti delle manovre a vela impiegate per condurre Brigantes in alto mare. Accanto alla possibilità di vivere una vera e propria scuola di formazione professionale vi sarà anche quella di potersi imbarcare come semplice passeggero pagante. Il veliero potrà inoltre partecipare a eventi internazionali, festival marittimi e raduni di imbarcazioni d’epoca, appuntamenti che contribuiranno a fare conoscere i nobili scopi di questo progetto.

LA GEMELLA ‘EYE OF THE WIND’
Per capire come si presenterà Brigantes basta osservare Eye of the Wind, il veliero gemello varato presso lo stesso cantiere. Nato come Friedrich, dal nome del capitano di lungo corso Friedrich Kolb che ne commissionò la costruzione, scese in mare nel 1911, tre mesi prima di  Brigantes. Nel 1970, dopo un incendio devastante, il veliero venne salvato da un gruppo di giovani appassionati guidati da Anthony “Tiger” Timbs, che lo trasformò in uno dei brigantini più famosi al mondo. L’unità fu infatti impiegata come set galleggiante per i film “Laguna Blu” con Brooke Shields, “Tai-Pan” e “L’Albatross. Oltre la tempesta” di Ridley Scott. Oggi Eye of the Wind continua a compiere crociere in tutti i mari del globo.

Eye of the Wind - Gemella di Brigantes

IL TEAM
La Brigantes Shipping Company, autrice del recupero del veliero, finanzierà il progetto attraverso un mix di fondi propri e di capitale di terzi, ai quali verrà offerta l’opzione di acquistare una quota della società e di conseguenza della nave. I protagonisti di questa straordinaria avventura sono Oscar Kravina, costruttore e restauratore di imbarcazioni e coordinatore del progetto, l’ingegnere tedesco Tobias Blome, perito nautico e consulente navale per aziende del settore marittimo, Daniel Kravina, organizzatore di eventi culturali e amministratore della Brigantes Shipping Company, l’italiano Giuseppe Ferreri, capitano di marina mercantile che ha iniziato la propria carriera proprio a bordo di Brigantes quando ancora trasportava merci tra la Sicilia e l’isola di Pantelleria. A lui sarà affidato il comando del veliero. La progettazione del refit rispetterà la normativa dell’ente di classificazione RINA (Registro Italiano Navale), uno dei registri di navigazione più riconosciuti dalla IACS (International Association of Classification Societies).

VISITA IL SITO
www.brigantes.eu
www.facebook.com/sail.powered.shipping

UFFICIO STAMPA
BEC Communication
Paolo Maccione – Cell. +39 347 4218095 – E-mail: maccione.paolo@gmail.com
Sandro Bagno – Cell. +39 339 5089835 – E-mail: bagnosandro@gmail.com

Le golette “Pandora” e “Orion” al XII Raduno “Vele Storiche Viareggio”

Tutto pronto presso le banchine del Club Nautico Versilia di Viareggio, che dal 13 al 16 ottobre ospita la XII edizione del Raduno Vele Storiche Viareggio, il più importante raduno-regata di fine stagione riservato alle imbarcazioni a vela d’epoca e classiche. Circa 50 le Signore del Mare all’ormeggio. Tra queste si sono aggiunte la maestosa goletta a gabbiole Pandora, lunga 30 metri, replica in legno di un antico postale dell’Ottocento, e la goletta aurica di 50 metri Orion, costruita in Inghilterra nel 1910.

50 SCAFI D’EPOCA ALL’ORMEGGIO … E C’È ANCHE LA GOLETTA PANDORA
Sono circa 50 le imbarcazioni a vela d’epoca e classiche iscritte alla XII edizione del raduno Vele Storiche Viareggio, in programma dal 13 al 16 ottobre 2016 presso le banchine del Club Nautico Versilia di Viareggio, organizzato dall’omonima associazione in partnership con AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca). Tra queste si è aggiunta Pandora, maestosa goletta a gabbiole lunga 30 metri, raro esemplare di replica in legno di un antico postale dell’Ottocento. La barca, costruita in Russia nel 1994, nel 1996 è arrivata in Mediterraneo. Dopo un sequestro e un affondamento è stata acquistata all’asta a Genova e restaurata per poi essere impiegata per crociere scuola con a bordo gli allievi della Sail Training Association Italia. Nel 2007, 2010 e 2013 ha vinto rispettivamente alla Mediterranean Tall Ships Race, Garibaldi Tall Ships Regatta e Lycamobile Mediterranean Tall Ships Regatta, le regate internazionali di velieri organizzate dalla Sti (Sail Training International). Pandora sembra uscita da un lungometraggio di avventure sui mari. Proprio per le sue caratteristiche è stata scelta come set galleggiante per alcuni film, da ‘Elisa di Rivombrosa’ a ‘Hornblower’, basato sui romanzi di C.S. Forrester, al film ‘N io e Napoleone’ di Paolo Virzì. Oggi continua a navigare con il guidone dell’Associazione Vela Tradizionale. Durante i giorni del raduno sarà possibile salire a bordo e visitarla.

PROGRAMMA: EVENTI ED INIZIATIVE

Presso la banchina di Perini Navi è arrivata anche Orion, un’altra goletta lunga ben 50 metri. L’imbarcazione è stata costruita nel 1910 presso il famoso cantiere Camper & Nicholson di Gosport, in Inghilterra. Nel 1930 è a Cadice, in Spagna. Nel 1966 disalbera durante una navigazione tra Barcellona e Marsiglia. Raggiunge poi Le Grazie, dove l’architetto Ugo Faggioni ridisegna l’armo velico a staysail schooner (goletta con vele di strallo). Lo studio Faggioni verrà spesso coinvolto nelle vicende di restauro di Orion, sottoposta a lavori presso Valdettaro negli anni Settanta e da Beconcini della Spezia alla fine degli anni Novanta. Intorno al 2005 Orion ha subito un nuovo importante restauro effettuato a La Ciotat, in Francia, durante il quale è stato ripristinato l’armo velico a goletta aurica.

Goletta Orion Raduno Vele Storiche Viareggio

(Credit: Photo Maccione)

UFFICIO STAMPA
Paolo Maccione (Mob. +39 347 4218095) – maccione.paolo@gmail.com
Sandro Bagno (Mob. +39 339 5089835) – bagnosandro@gmail.com

Gli squeri e le loro gondole

“Barca xe casa” è il detto dei vecchi veneziani: la storia degli squeri è antica quanto Venezia, città costruita sull’acqua e legata alle imbarcazioni, usate ancora oggi per trasportare persone e merci.

Il loro nome deriva da un attrezzo da lavoro, la squadra, in dialetto la “squara”.

Lo squero era nato come cantiere navale per la costruzione e la riparazione di ogni sorta di imbarcazioni, dalle galere alle gondole, dalle grandi navi ai sandolini. Con la costruzione dell’Arsenale, gli squeri persero la maggior parte della loro attività, specialmente nella costruzione di grandi barche da trasporto e da guerra.

Nel tempo la maggior parte di questi antichi cantieri sono scomparsi e altri sono stati trasformati, a causa della lenta ma inesorabile scomparsa delle barche a remi; l’avvento della vetroresina per la costruzione degli scafi ha ulteriormente aggravato la crisi di questo settore artigianale.

Gli squeri presenti oggi a Venezia si contano sul palmo di una mano e si occupano principalmente della costruzione e manutenzione delle gondole e in parte delle altre imbarcazioni a remi e a vela tipiche della laguna Veneta.

Gli squeri venivano  costruiti lungo i canali, avevano un piazzale inclinato che dava sull’acqua e costituiva lo scalo per le imbarcazioni o, in alternativa, un rio per l’accesso.

C’era una parte coperta realizzata in legno detta “tesa” che veniva utilizzata per depositare gli attrezzi da lavoro e per fare piccole lavorazioni in caso di brutto tempo; accanto allo squero spesso viveva il proprietario o il capo mastro, detto “squerarolo”.

Nel corso degli anni la fattura delle gondole è cambiata: le felze, le classiche cabine rivestite di panno fornite di finestre laterali e finemente decorate, che servivano a riparare i passeggeri, non vengono più realizzate, a causa dell’utilizzo quasi esclusivamente turistico.

Venezia Gondole

Una curiosità: le dimensioni e le caratteristiche delle gondole sono rigidamente fissate e non possono essere variate né nelle decorazioni, né nei colori e nei materiali. Hanno lunghezza di 11 m, una larghezza massima di 1,42 metri e un peso netto di 350 Kg, la metà di destra è più stretta della metà di sinistra di 24 millimetri, conferendo una forma asimmetrica allo scafo che aiuta il gondoliere a mantenere la direzione durante la remata.

Sono costituite da 280 parti in legno, mentre in metallo troviamo la lama di poppa, alcune decorazioni, realizzate  esclusivamente in bronzo o in ottone di dimensioni da 10 a 15 cm, e  il caratteristico ferro di prua con i sei denti (i sestieri in cui è divisa Venezia) che con il suo peso aiuta a mantenere in equilibrio l’imbarcazione.

Dalle 10.000 gondole che solcavano le acque dei canali nel 1850 siamo passati alle attuali 500: le costruzioni di queste particolari barche rappresentano un bagaglio culturale e storico fondamentale per la conservazione delle capacità costruttive, tramandate di generazione in generazione, che oggi rischiano di perdersi, così come le identità marinare.

Venezia Sera