E’ partita oggi intorno alle 14 italiane dal porto inglese di Plymouth, l’edizione 2017 della mitica Ostar. Partenza posticipata di circa un’ora rispetto alla tabella di marcia a causa della nebbia che ha rallentato gli spostamenti delle navi in zona.
Ieri la giornata è stata dedicata alle cerimonie e agli onori tributati al mitico Gipsy Moth, che è arrivato in porto con a bordo il figlio di sir Chichester.
La Ostar si svolge ogni 4 anni sul percorso di 2.850 miglia tra Plymouth e Newport, negli USA, ed è la regata più antica e leggendaria per navigatori solitari, considerata da tutti la più dura perché contro vento, contro mare, contro corrente e a temperature polari intorno ai 5° sia dell’aria che dell’acqua e per le alte latitudini (sino al 59° parallelo nord).
I partecipanti italiani sono due: Andrea Mura, campione in carica, sull’Open 50 “Vento di Sardegna” e Michele Zambelli a bordo del Class 950 “Illumia 12“.
Correndo come Defender le responsabilità e le difficoltà saranno ancora maggiori, ma Andrea Mura è molto concentrato e assolutamente desideroso di bissare il successo di 4 anni fa.
Nei giorni scorsi a St Malò Mura ha svolto la messa a punto degli ultimi dettagli tecnici e delle attrezzature di bordo, con aggiornamenti software e hardware, la sostituzione della radio, le nuove carte nautiche, la sostituzione delle cime e soprattutto l’installazione delle nuove vele, fornite dalla stessa Veleria Andrea Mura e realizzate con una tecnologia di altissimo livello utilizzando una nuova fibra di Dynema. Le vele di Vento di Sardegna sono le prime al mondo realizzate con il filato “sk99 low crimp”: ancora più leggere e performanti delle precedenti realizzate in kevlar e carbonio, un vero passo avanti. Altra grande novità è la protezione del pozzetto in acciaio e strataglass contro le gelide burrasche della Ostar.
La partecipazione di Andrea Mura non è finalizzata solo alla vittoria ma rivolta anche al reperimento di nuovi sponsor per progettare prossime sfide: infatti il sogno di Andrea Mura di prendere parte alla scorsa Vendée Globe è sfumato, purtroppo, proprio a causa della mancanza di sponsorizzazioni.
Date le infernali condizioni meteo marine affrontate nell’ultima edizione, e felice di aver portato a casa la “pelle” nonostante le terribili burrasche incontrate, Andrea Mura aveva giurato di non ritentare più quest’avventura. Ma qualcosa gli ha fatto cambiare idea: da una parte la passione ed il richiamo del mare e dall’altra il desiderio di trovare sponsor che gli permettano di realizzare il sogno di partecipare alla Vendée Globe 2020.
Michele Zambelli su Illumia 12 – Foto Di Francesco
Michele Zambelli, skipper romagnolo giovane (classe 1990) ma con tantissime miglia sulle spalle, tra cui una grande stagione nella Classe Mini nel 2015, affronta invece questa sfida per la prima volta. Per lui particolare attenzione all’abbigliamento e al sistema di riscaldamento a gasolio che si è inventato per affrontare il temibile freddo di quelle latitudini atlantiche.
Particolare la storia della sua imbarcazione: ora ribattezzata “Illumia 12”, precedentemente era “Tenace“, la barca autocostruita con impegno e passione dal compianto Alessandro Bruno, skipper genovese scomparso purtroppo in un tragico incidente sugli sci nel dicembre 2013.
Alessandro Bruno sul suo “Tenace”
A questo link è possibile seguire il tracking ufficiale della regata.
Mentre sul sito Windy si può seguire l’evolversi delle condizioni meteo in tempo reale.
Grandi novità per un evento unico nel panorama della vela sarda e non solo: la Round Sardinia Race.
Cresce il numero delle tappe dell’edizione 2017 (da 5 a 6, con l’aggiunta di Arbatax), partenza il 23 settembre (con cerimonia il 22), arrivo il 30 settembre (e premiazione il 1 ottobre).
La Round Sardinia Race è nata nel 2007 dall’idea di Andrea Mura, il noto ocean racer, per promuovere la vela d’altura in Sardegna e l’isola di Sardegna nel mondo come teatro eccezionale per la pratica allo sport della vela.
Dopo una pausa, è tornata l’anno scorso nel calendario dei velisti e degli appassionati sardi, di tutta Italia e a livello internazionale, grazie al contributo della Regione Autonoma della Sardegna e di un pool di partner tecnici di livello.
La partenza prevista quindi per il 23 settembre a Cagliari, le tappe saranno, nell’ordine, Villasimius, Arbatax, Porto Rotondo, Alghero, Carloforte e Cagliari.
Ad ogni tappa seguirà una festa che coinvolgerà la popolazione locale e i turisti, con il gran finale a Cagliari, ove verrà costruito un vero e proprio villaggio.
Gli organizzatori dell’evento sono l’ASD Vento di Sardegna e l’Ichnusa Sailing Kermesse.
“Siamo onorati di replicare anche nel 2017 con questo importante evento – dichiara Andrea Mura – Si tratta di un veicolo formidabile per promuovere il territorio della Sardegna, lo sport velico e il mondo della nautica in generale“.
Attraverso appuntamenti affascinanti e di valore internazionale come questo si creano infatti nuove motivazioni di viaggio, si anima il territorio e si accresce il ritorno d’immagine dell’Isola del Vento, all’interno della quale ha uno spazio di notevole rilevanza, specie economica, anche lo sviluppo del turismo nautico, ora più che mai al centro delle politiche regionali di crescita sostenibile dell’offerta turistica.
Ricordiamo che la “barca testimonial” della Round Sardinia Race, Vento di Sardegna, salperà da Plymouth il 29 maggio – condotta da Andrea Mura – per gareggiare nella difficile regata transatlantica in solitario OSTAR: occasione importante di visibilità per l’evento RSR e per la Sardegna tutta.
Andrea Mura
Andrea Mura nasce a Cagliari il 13 settembre 1964. Dall’età di 6 anni si dedica alla vela agonistica, collezionando successi e record nelle classi più diverse, che comprendono dieci titoli italiani, due titoli europei nella classe 420, un titolo mondiale Juniores 470, due campagne olimpiche in 470, una in Tornado. Nel 1992 gareggia con il Moro di Venezia per la Coppa America, vincendo due campionati del mondo, uno in Coppa e uno nella classe 50 piedi, e una Louis Vuitton Cup. Andrea Mura non è solo un grande atleta: già fondatore nel 1985 della Veleria Andrea Mura Sail Design, Andrea sviluppa soluzioni tecniche innovative che gli valgono l’Oscar come “Miglior Velaio 2005”.
Nel 2007 Andrea lancia una nuova sfida votandosi alla vela d’altura a bordo di Vento di Sardegna, un formidabile Open 50. Vince la Route du Rhum, famosa regata transatlantica in solitario che si svolge ogni quattro anni, 3.543 miglia attraverso le fredde acque del Nord Atlantico, fino ai Caraibi. Con questa vittoria, Andrea è il primo italiano ad entrare nella leggenda. Andrea replica nel 2012 con vittoria e record sia nella Twostar (13 gg 14 h), sia nella Quebec – S. Malò. (11 gg, 12 h). Nel 2013, Affronta e vince la terribile Ostar, 2.850 miglia dall’Inghilterra agli Stati Uniti, la più dura delle regate in solitario perché a temperature polari, controvento e controcorrente.
Andrea ha vinto nel 2011 e nel 2014 il Premio “Velista dell’Anno”.
A novembre 2014 ha concluso al secondo posto (primo dei monoscafi) la Route du Rum 2014 – Destination Guadeloupe in “Rhum Class”. Andrea Mura ha vinto per la quinta volta la “Roma x 1” nel 2016 e nel 2017 affronterà nuove sfide, a partire dalla OSTAR (29 maggio 2017).
RITORNO AL FUTURO
Il mitico Grand Soleil 34 è, secondo molti, una leggenda; progettato da Finot negli anni 70 è rimasto in produzione fino agli anni 80 e ne sono stati realizzati circa 300 scafi. Oggi, passato e futuro si incontrano di nuovo al Cantiere del Pardo, dove è iniziata la costruzione di un nuovo modello GS 34 basato sullo stesso concetto di una piccola-grande barca con forme più moderne e più veloce dotata di ampi spazi, comfort e alta qualità. E caratterizzata dal miglior design italiano.
ALTISSIMA RICHIESTA DI MERCATO
Il settore nautico del Mediterraneo si compone oggigiorno di clienti sempre più esigenti, che desiderano barche divertenti, adatte a rapidi trasferimenti, veloci in regata, ma con un’estetica ed un’innovazione ricercate. Non à un caso che siano sempre più numerosi gli armatori che vogliono una barca su misura ed adatta alle loro esigenze, in un mercato che non incontra totalmente le loro esigenze. Un altro elemento caratterizzante del nuovo GS 34, è la possibilità di acquistarla anche in versione natante. La sintesi di un attento studio fatto da Skyron e l’unione con 40 anni di storia e di successi di Cantiere del Pardo, hanno dato vita ad un nuovo Piccolo Grand Soleil 34.
GRANDI OBIETTIVI
Il progetto è dedicato agli armatori che amano il divertimento, la crociera sportiva e le regate offshore, ed è stato ispirato dagli open oceanici. Un design ed un’architettura navale estremamente accurati hanno dato vita ad una barca da regata offshore, facile da manovrare e con le massime performance possibili, ma che mantiene al contempo il comfort di un fast cruiser.
Il nuovo Grand Soleil 34 Performance è stato realizzato per regate offshore con un sistema di rating IRC e anche in ORC con una opportuna ottimizzazione del piano velico e delle appendici. In questo modo la barca può diventare competitiva in entrambi i regolamenti di stazza internazionali, sia offshore che per le regate a bastone.
Velocità, stile ed eleganza completano il DNA del prodotto che riprende il family feeling dell’ammiraglia GS 58 Performance.
COSTRUZIONE
Scafo e coperta sono realizzati in sandwich di vetroresina, con una schiuma in PVC a differenti densità: sono composti da rinforzi biassiali e unidirezionali, impregnati di resina vinilestere. Entrambi sono laminati in uno stampo femmina. Esternamente sono rifiniti in gelcoat ma, su richiesta del cliente, possono essere anche verniciati. In più, la coperta rimanere solo con l’antisdrucciolo, oppure su richiesta, può avere il teak naturale o sintetico.
RAGNO
Il ragno è costruito su stampo femmina in vetroresina con tessuti biassiali e unidirezionali, con rinforzi in fibra UD di carbonio, utile a ridurre notevolmente il peso senza avere un aggravio sul rating. Il ragno fascettato a scafo crea una struttura monolitica in grado di supportare il carico di albero, chiglia e sartie ed include le geometrie della dinette e dei supporti del mobile cucina e del carteggio.
LINEE DI CARENA ED APPENDICI
Le geometrie di carena ed appendici sono il risultato di uno studio approfondito comprensivo di numerose analisi fluidodinamiche (CFD) e studi statistici. I dati così ottenuti unitamente ad un programma VPP creato ad hoc hanno consentito di ottimizzare l’idrodinamica in funzione del rating. Questi studi hanno dato vita ad uno scafo di ultima generazione, con un dislocamento medio-leggero che crea il giusto equilibrio tra spiccate performance ed una crociera sportiva.
La particolare geometria dello scafo del GS34 permette di avere linee d’acqua potenti, una poppa a spigolo ed uno specchio di poppa voluminoso, utile anche per navigare sottovento o sbandati. La larga poppa assicura più stabilità, rendendo più spaziosi sia il pozzetto che gli interni.
La chiglia di 2.18m è una tipica chiglia IRC a lama in acciaio e fusione di piombo copre tra il 40% a 45% del dislocamento, a seconda delle esigenze dell’armatore. Si ha quindi la possibilità di contenere i pesi nella zona interiore spostando il baricentro della chiglia più in basso possibile. Una chiglia ORC a T con bulbo in piombo può essere installata a richiesta.
La doppia pala è una scelta idonea al tipo di imbarcazione e al sistema di stazza, gli assi inclinati consentono una timonata sempre efficace.
PIANO VELICO E MANOVRE
L’albero è caratterizzato da un doppio ordine di crocette acquartierate con strallo a 9/10. Un albero race in carbonio oppure High modulus possono essere forniti su richiesta. La randa Full Batten ha un buon rapporto di allungamento, con uno Square Top evidente ma non eccessivo, singolo dalla testa d’albero al paranco, è sdoppiato in coperta per una migliore gestione della manovra. Un paterazzo idraulico può essere installato su richiesta.
La vela di prua è un gennaker murato sulla delfiniera che ha un estensione di circa 70cm dallo strallo. Sono previste altre 2 drizze: una in testa d’albero o un’altra uscita a 9/10. Per coloro che volessero dedicarsi a regate Inshore sono previsti spinnaker in testa d’albero e uno Spi pole o vele asimmetriche sulla delfiniera, più adatte a regate costiere o alla crociera.
Il sartiame sono spiroidale discontinuo con tenditori attaccate alle lande, che si trovano sul baglio massimo della barca. Questo consente di montare un Jib (da 28 a 32 mq) con minima sovrapposizione. Sartiame in dyform, Rod o in PBO possono essere installate su richiesta.
INTERNI
Il layout degli interni è diviso in 2 cabine: una cabina di poppa sinistra ed una cabina armatoriale a prua, che può essere trasformata in calavele, durante le regate. Un bagno spazioso si trova a poppa, sulla destra ed appena dietro di esso, si trova un ampio gavone. Una grande dinette, con tavolo centrale e sedute a murata, possono all’occorrenza diventare delle ulteriori cuccette (ribaltabili in regata). Il carteggio, che può essere ben equipaggiato, si trova a dritta, opposto alla cucina ad “L” che ha un lavandino, un frigorifero generoso ed una cucina basculante a 2 fuochi.
L’aspetto moderno dell’open space è caratterizzato dall’uso del rovere, dal comfort e dalla luminosità tipiche di Grand Soleil: tutti elementi di grande importanza sia durante le regate, che in crociera.
Per gli armatori più esigenti, le superfici in compensato marino ed il carteggio, possono essere sostituiti con materiali in composito in modo da alleggerire ancora di più l’imbarcazione. I paglioli sono in rovere marino multistrato, ma anche in questo caso si possono avere paglioli in composito alleggerito, oppure con verniciature differenti, o addirittura di carbonio.
PIANO DI COPERTA
La coperta del GS 34 unisce le caratteristiche principali dell’intera gamma performance, grazie a lunghe finestrature ed una poppa larga che rendono questo Piccolo Grand Soleil, un’imbarcazione facilmente riconoscibile ed accattivante. Il piano di coperta è stato studiato principalmente per facilitare le manovre in solitario o in equipaggio ridotto, sia in crociera che in regata.
Soluzioni tecniche semplici sono state ben integrate all’estetica della coperta e questa eccellente combinazione ha dato come risultato un pozzetto ampio, una coperta pulita e spaziosa, ottime performance e velocità durante le regate, e facilità di conduzione in crociera.
Sono disponibili 2 versioni di coperta: la coperta standard prevede il timone a barra, carrello trasversale della scota randa regolabile tramite paranco, si trova a poppavia, ed è molto utilizzato da chi ama le regate offshore in equipaggio ridotto. Il piano di coperta opzionale prevede invece una timoneria a doppia ruota contrasto randa a pruavia rispetto alle ruote.
Sono installati 2 verricelli primari per le scotte Jib e Gennaker facilmente raggiungibili dalla timoneria, più 2 verricelli per manovre e drizze, sempre utilizzabili anche per il Gennaker in caso che serve. Sono previsti altri 2 verricelli, utilizzabili per la scotta randa alla tedesca rinviata sottocoperta.
Il varo dello primo scafo e previsto per la fine di Giugno 2017!
SPECIFICHE TECNICHE Modello: GS 34 Performance Architetto Navale: Skyron Design interni ed esterni: Cantiere del Pardo & Skyron Costruttore: Cantiere del Pardo Categoria CE: A Lunghezza fuori tutto: 10.70 mt Baglio massimo: 3.60 mt Pescaggio: 2.18 mt Dislocamento: 4900 Kg Bulbo: 2200 Kg Randa: 40 m2 Genoa 110%: 31 m2 Gennaker: 110 m2
Cantiere del Pardo SpA Via F.lli Lumière 34 – 47122 Forlì (FC) T. +39 0543 782404 – info@grandsoleil.net – www.grandsoleil.net
Volvo Ocean Race svela il futuro con la combinazione monoscafo-multiscafo, il test definitivo per i professionisti della vela.
La Volvo Ocean Race ha risolto la questione se il suo futuro dovrebbe essere monoscafo o multiscafo…..optando per entrambi!
L’introduzione di un monoscafo da 60 piedi (18,29 metri) dotato di foils per le regate oceaniche più un catamarano “volante” ultraveloce da 32-50 piedi (10-15 metri) per l’uso inshore porterà la competizione ad un livello estremo di vela professionale.
La direzione gara ha annunciato la futura generazione di barche One Design – introdotte nel 2019 e progettate per essere utilizzate per almeno sei anni – come il fulcro della propria visione per il prossimo decennio, che aumenterà notevolmente la posta in palio sia in termini sportivi che di valore commerciale.
“Abbiamo affrontato molti dibattiti sulla diatriba multiscafo contro monoscafo, con validi argomenti in entrambe le direzioni. Abbiamo deciso per tre carene: un monoscafo e un catamarano!” ha dichiarato Mark Turner, CEO di Volvo Ocean Race, in occasione di un evento speciale presso il Volvo Museum di Göteborg, sede dei co-proprietari della competizione, Volvo Group e Volvo Car Group.
“Questa nuova formula per la Volvo Ocean Race, per la prima volta, metterà alla prova velisti di primo livello in entrambi gli aspetti di questo sport – con il monoscafo che continua ad incarnare il nostro DNA per le regate in oceano ed i multiscafi “volanti” a rappresentare le tecnologie più moderne ed avanzate. Stiamo cercando di utilizzare lo strumento migliore per ogni disciplina. Questo spingerà gli atleti e i team a livelli che non hanno mai dovuto raggiungere in precedenza per assicurarsi uno dei più importanti premi della vela“.
Per vincere la Volvo Ocean Race in futuro sarà richiesta la competenza in entrambi i tipi di scafi, in quanto entrambe le forme di regata saranno corse sostanzialmente dallo stesso equipaggio. Attualmente la serie In-Port conta solo come tie-break in caso di parità di punteggio alla linea di arrivo; nel 2014-15 ha cambiato effettivamente le posizioni complessive per due squadre, confermandone la difficoltà e la validità come prova selettiva. In futuro, la serie In-Port avrà ancora più importanza, pur restando il fatto che saranno ancorale tappe oceaniche ad assegnare la maggior parte dei punti.
Il francese Guillaume Verdier sta progettando il nuovo monoscafo, che utilizzerà foils di ultima generazione ed è essenzialmente un IMOCA 60 con il “turbo”. Il progetto prevede che il design dello scafo sia convertibile, in modo relativamente rapido e poco costoso, in un’imbarcazione IMOCA conforme alle regole, in grado di competere in altri eventi importanti del circuito IMOCA, come ad esempio la Vendée Globe e la Barcelona World Race.
E’ stata invece aperta da poco la gara d’appalto per la progettazione dei catamarani (32-50 piedi, 10-15 metri) che saranno costruiti secondo una regola rigorosa di One Design, come per i monoscafi, e permetteranno di sfruttare l’ultima tecnologia “volante” a costi relativamente bassi.
“L’America’s Cup, uno degli altri pilastri del nostro sport, sarà sempre all’avanguardia nello sviluppo, con incredibili evoluzioni tecnologiche mozzafiato che vedremo già la prossima settimana alle Bermuda“, ha dichiarato Turner. “Abbiamo visto gli stessi progressi tecnologici nella classe IMOCA con l’introduzione dei foils nella recente Vendée Globe. Il nostro obiettivo come Volvo Ocean Race è quello di portare il livello il più in alto possibile, nei limiti dei bilanci delle campagne esistenti e nel contesto di One Design, dove si è obbligati a congelare il livello tecnologico per ogni ciclo di gara“.
Le costruzioni iniziali saranno 8, sia per i monoscafi che per i multiscafi, e saranno messe a disposizione delle squadre con un contratto di locazione, eliminando così la barriera dell’acquisto di asset che spesso impedisce la formazione delle squadre, con gli sponsor coinvolti nella prossima edizione 2017-18 che avranno la precedenza . La prima delle nuove barche sarà completata entro gennaio 2019, con tutta la flotta pronta entro la metà di quell’anno.
Persico Marine a Bergamo dirigerà la costruzione del nuovo monoscafo e il team specialisti The Boatyard completerà la fase di assemblaggio finale, in una località ancora da definire.
“Le nuove barche verranno consegnate in locazione e, insieme al crescente pacchetto di vantaggi forniti centralmente dall’organizzazione gara, ci aspettiamo che i bilanci siano tenuti sotto controllo“, ha proseguito Mark Turner. “I budget dei team sono in media di 10-12 milioni di euro, distribuiti in due anni. La fornitura di attrezzature e servizi centralizzati permetterà agli atleti di concentrarsi sulla pura competizione velica piuttosto che pensare a moltiplicare i costi nelle campagne“.
Verdier, che attualmente sta finalizzando i progetti per le barche di nuova generazione a fianco del suo team di designer, ha dichiarato: “Sono davvero entusiasta che mi sia stato affidato il compito di progettare la nuova generazione di barche Volvo Ocean Race. I velisti che partecipano a questa regata hanno una reputazione di atleti implacabili che affrontano le sfide con il massimo impegno, e il design futuro della barca riflette il loro spirito. Per questo motivo è importante mantenere un certo livello di sicurezza nella progettazione, particolarmente importante anche in considerazione dei luoghi in cui la flotta gareggerà, come i mari del Sud. E’ una grande sfida progettare un’imbarcazione che sia straordinaria per navigare, ma allo stesso tempo sicura.“
Per Levi Siver, tra le montagne e l’oceano ci sono più tratti in comune di quanto si possa immaginare.
Fare windsurf su una montagna innevata. Solo un uomo era disposto ad assumere questa sfida senza precedenti: Levi Siver, windsurfer professionista americano noto per aver cavalcato le onde più grandi di tutto il mondo, piegando il vento alla sua volontà.
Come probabilmente saprete, il windsurf è uno sport in cui il surfista cavalca una tavola dotata di vela e usa la forza del vento per muoversi sull’acqua. Perché qualcuno lo farebbe su una montagna innevata? Naturalmente, perché nessuno l’ha mai tentato prima!
“Questo progetto nasce dall’idea visionaria di poter trasferire gli elementi del windsurf su una montagna e ricreare la stessa esperienza di divertimento e adrenalina che il surfista prova sull’acqua. Cerco in continuazione di trovare modi per sfidare me stesso, ma questo progetto ha davvero scatenato la mia curiosità. Cosa succederebbe se provassi combinare lo snowboard e il windsurf? Dopo tutto, mi sono divertito a lungo con entrambi questi sport“, spiega Siver.
Sono passati 5 anni da quando quest’idea ha cominciato a solleticare la curiosità di Levi, e finalmente è arrivato in giorno in cui la visione è diventata realtà. Le riprese sono durate 20 giorni. Tenuto conto del tempo di preparazione e pianificazione, la produzione totale ha richiesto 8 mesi. Ma alla fine, è stato possibile fare windsurf su una montagna innevata? Abbiamo scoperto che era possibile. Anzi, in realtà … è stato fatto!
“Volevo essere la prima persona a provare il windsurf alpino su una tavola a vela. Utilizzare uno snowboard in realtà avrebbe garantito le prestazioni ottimali, oltre ad essere più facile, ma volevo davvero ricreare quella sensazione unica dello windsurf e fare quello che mi piace fare inventando una cosa a metà tra uno snowboard e una tavola da windsurf, la cui sensazione di goduria non riesco neppure a descrivere. Il vento più forte che ho trovato è stato di circa 15 km/h“, dice Siver.
Le condizioni di ripresa sono state molto dure. Si è cominciato con un’escursione di due ore su una montagna con temperature minime fino a -13 ℃. Dopo di che, le riprese hanno impiegato una media di sette ore al giorno. Talvolta Levi e il suo team aspettavano sulla cima anche tre ore per avere la certezza di cogliere i venti perfetti.
La località scelta è stata l‘isola di Rishiri a Hokkaido,. Può essere sorprendente che questa straordinaria impresa in montagna si sia svolta su un’isola al largo della punta settentrionale del Giappone, ma questo territorio unico e distintivo, dove si può ammirare l’oceano mentre si sale sul monte, era perfetto per questo progetto.
“Quello che montagna e oceano hanno in comune è sicuramente l’imprevedibilità: il paesaggio è veramente bello ma anche estremamente pericoloso e le condizioni cambiano continuamente, ogni giorno è un’avventura nuovissima. Queste sfida impegnative, che aiutano a vincere le proprie paure, sono proprio ciò ti aiuta a crescere come persona“.
Bufeo Blanco è una tra le più conosciute barche a vela del Mediterraneo, protagonista di innumerevoli partecipazioni e vittorie in occasione delle regate di barche storiche. Lunga 15,50 metri, è stata costruita nel 1963 in legno di mogano e rovere dal noto cantiere Sangermani di Lavagna, in Liguria. Nell’ultimo decennio ha percorso oltre 50.000 miglia di mare in tutto il Mediterraneo, dalla Turchia alla Spagna, dalla Grecia alla Croazia, dalla Costa Azzurra a Trieste passando per la Sardegna e la Sicilia. Oggi è alla ricerca di un nuovo a(r)matore che se ne prenda cura. Il motivo? Leggete l’articolo.
Bufeo Blanco, il ‘delfino bianco’ del Rio delle Amazzoni
Bufeo Blanco è una delle più conosciute imbarcazioni a vela del Mediterraneo, protagonista di innumerevoli navigazioni e plurivittoriose partecipazioni ai raduni internazionali di vele d’epoca e classiche. Questo robusto cutter bermudiano lungo 15,50 metri, costruito interamente in legno nel 1963 dallo storico cantiere Sangermani di Lavagna (è il progetto numero 138), nell’ultimo decennio ha percorso oltre 50.000 miglia di mare. Il suo nome identifica quello di un delfino fluviale del Rio delle Amazzoni, che nella tradizione peruviana vuole porti fortuna a chi lo vede. Lo scrittore Mario Vargas Llosa nel suo libro “Pantaleòn e le visitatrici” descrive il Bufeo Blanco come di un animale di considerevole potenza sessuale il cui grasso rinvigorisce gli uomini e ne aumenta la fertilità. Bufeo Blanco ha veleggiato dalle coste italiane alla Spagna, dalla Turchia al Peloponneso, dalla Sicilia all’alto Adriatico, dalla Croazia alla Francia, dimostrandosi un vero purosangue in grado di affrontare ogni condizione meteorologica. Oggi la barca, di base tra la Liguria e la Toscana, batte il guidone del Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli e del Royal Ocean Racing Club di Londra, oltre a far parte della prestigiosa ‘La Belle Classe’, l’esclusivo club monegasco che riunisce le più belle e titolate barche d’epoca naviganti al mondo.
Cinque armatori in cinquant’anni
A partire dal 1963 Bufeo Blanco ha avuto in totale cinque armatori. Inizialmente la barca è stata commissionata da Sergio Rossi, proprietario della Comau Automotive Torino. All’epoca si chiamava Luima, dai nomi dei figli di Rossi, Luigi e Maria. La sua base era in Costa Azzurra. Tra il 1973 e il 1983 è stata di proprietà dell’imprenditore torinese Luigi Botto Steglia. È in questo periodo che il nome è diventato Bufeo Blanco. Tra il 1983 e il 1992 il cutter ha navigato al comando del designer milanese Ido Minola, che lo ha fatto navigare in Mediterraneo, spingendosi fino in Grecia. Tra il 1992 e il 2006 l’imbarcazione è di proprietà del notaio Luigi Oneto di Alessandria. Cominciano le partecipazioni ai raduni di vele d’epoca, tra i quali il Trofeo Prada di Imperia. Luigi Oneto è noto nel mondo della vela anche per essere un appassionato regatante a bordo delle derive della classe Dinghy 12’. In quel periodo la diretta rivale di Bufeo Blanco sui campi di regata è Artica II, lo yawl bermudiano del 1956 lungo 12,56 metri costruito anch’esso dal cantiere Sangermani come imbarcazione scuola per la Marina Militare. Nel 2006 Bufeo Blanco viene acquistata dal professore napoletano di base a Milano Giuseppe Marino (g.marino@marinoeassociati.it).
La storia di un amore giovanile
Nel 1992, all’età di 27 anni, Giuseppe Marino si trova nell’isola delle sue radici, Salina in Sicilia, dove il notaio Luigi Oneto aveva cominciato a svolgere la sua attività professionale. Le rispettive famiglie si conoscono e si frequentano. L’anno precedente Luigi Oneto aveva acquistato la barca a Catania, al ritorno da una crociera a Malta. In quel periodo Giuseppe Marino partecipa sentimentalmente alla rinascita di Bufeo Blanco, diretta in un cantiere di Genova Sestri Ponente per essere sottoposta a restauro. Contemporaneamente parte una ricerca storica in Costa Azzurra, dove la barca aveva navigato spesso nel tratto di mare tra Villefranche-sur-Mer e Montecarlo, per reperire i pezzi originali della barca. Vengono ritrovati i winch originali risalenti all’epoca del varo, la campana, l’ancora Ammiragliato e perfino il mezzo marinaio. Sempre nel 1992, dopo il restauro in Liguria, Bufeo Blanco arriva a Salina. Siccome non esiste un vero e proprio porto viene ormeggiata a una boa. La barca è talmente bella che viene ‘adottata’ da tutta la comunità salinara. In quel periodo Giuseppe Marino, dopo la doppia laurea in Economia alla Bocconi e in Giurisprudenza alla Statale, svolge l’attività di ricercatore di diritto tributario internazionale in Olanda. Nulla vieta di continuare a pensare a Bufeo Blanco come alla barca dei propri sogni. E questi, spesso, possono anche avverarsi.
Dalla Sicilia al Cantiere Del Carlo di Viareggio, ‘Cecco’ dice sì!
Nell’estate del 2006 Giuseppe Marino arriva a Salina, ma Bufeo Blanco non c’è. Si trova al Marina di Portorosa, vicino a Milazzo, per una serie di interventi di manutenzione. Il notaio Luigi Oneto desidera venderla al giovane avvocato, che accetta con riserva dopo avere fatto verificare lo stato dei legni. Nel mese di settembre Marino e la moglie Francesca si recano al raduno di vele d’epoca di Imperia, dove conoscono il comandante fiorentino Vieri Mannucci Benincasa, velista transoceanico e ex membro del Team Prada già coinvolto nel restauro di Danae, un Sangermani del 1955 lungo 16,50 metri. Un membro di equipaggio di Danae. Achille Bontà, dice a Giuseppe: “ricorda, la barca è un sistema complesso che vive in un ambiente ostile. Ogni cosa che metti è destinata a rompersi, meno ne metti e meno ne rompi”. La frase lo colpisce al punto che Giuseppe Marino considera quasi una missione salvare Bufeo Blanco, che a fine 2006 parte dalla Sicilia con a bordo Marino senior, Marino junior, Mannucci e teglie di parmigiana di melanzane, e dopo avere fatto avventurose tappe a Vibo Valentia, Marina di Camerota, Capri Riva di Traiano e Cala Galera, arriva a Viareggio presso il Cantiere Francesco Del Carlo. Qui il mitico ‘Cecco’, fondatore nel 1963 di questa realtà della cantieristica specializzata nel restauro di barche d’epoca, afferra un temperino, lo infila nel legno in più punti, poi esclama: “La barca è buona!”. Adesso il sogno si può avverare. Marino può formalizzare l’acquisto e iniziare l’avventura.
Il restauro e la partecipazione alle regate di vele d’epoca
Presso il Cantiere Del Carlo, sotto la direzione di Vieri Mannucci Benincasa, ha inizio il restauro di Bufeo Blanco. Sotto lo sguardo attento di Francesca Marino vengono recuperati gli interni con scrupolo filologico, mentre gli uomini si occupano di rifare l’impianto elettrico e idraulico, installare un generatore, sostituire l’elettronica di bordo e riportare a legno l’intera opera morta. Il vecchio motore Yanmar da 55 cavalli viene sostituito con un nuovo Volvo Penta da 75 cavalli. I lavori durano da novembre 2006 a giugno 2007. Da quel momento avrà inizio una serie interminabile di navigazioni, che dimostreranno la bontà costruttiva e la tenuta di mare di questo cutter bermudiano. In quell’anno Bufeo Blanco partecipa all’Argentario Sailing Week di Porto Santo Stefano, dove con un set di vele un po’ datato e un equipaggio di dilettanti si piazza al terzo posto di classe, battuta da Swala e Artica II. Poi riparte per Salina, dove viene accolta come una ‘figlia’ assente da troppo tempo. Sempre nel 2007 risale il Mar Tirreno per partecipare alle Régates Royales di Cannes, dove affronta in regata una grandinata entrata nella storia.
Le crociere infinite
Dal 2008 Bufeo Blanco comincia a fare base a Le Grazie, borgo ligure nel golfo della Spezia. Nel corso di quell’anno partecipa ancora alle regate dell’Argentario, vince Le Vele d’Epoca a Napoli, compie una meravigliosa crociera nella Grecia Ionica, torna a Le Grazie per partecipare al raduno Sulla Rotta di Imperia (quello che in futuro si chiamerà Valdettaro Classic Boats). Nel 2009 invece è la volta degli arcipelaghi siciliani, dalle Eolie alle Egadi. Nel 2010 un giovane e fidato navigatore napoletano, Marco Buonanni, ex ufficiale di Marina, entra nel cuore di Bufeo Blanco e della Famiglia Marino e vi rimarrà legato per migliaia di miglia. Con un equipaggio di ‘friends and family’ Bufeo Blanco naviga alle Sporadi dopo avere attraversato il Canale di Corinto, fa sosta a Khalkis, Skiathos, Skopelos (dove era stato girato il film ‘Mamma Mia’ con le musiche degli Abba), Alonissos e Skyros. Nel 2011 raggiunge Marsiglia, attraversa il Golfo del Leone, partecipa a Barcellona al ‘Puig Vela Classica’, al Trofeo Panerai di Mahon, visita Ibiza, Formentera, Palma di Maiorca e Minorca. A ottobre vince alle regate delle Vele Storiche Viareggio.
50.000 miglia di mare
Nel 2012 Bufeo Blanco vince al Trofeo Accademia Navale di Livorno, poi giù verso sud e la Croazia, da Dubrovnik a Spalato, attraverso le Incoronati arriva a Trieste dove con una forte bora si aggiudica la Barcolana Classic di ottobre. Lo ‘straniero’ venuto dal Tirreno si impone su oltre 70 barche. Lascia l’Adriatico e raggiunge Torre del Greco, in provincia di Napoli. Qui, presso i cantieri Palomba, si prepara alle celebrazioni del 2013, anno in cui la barca compie il mezzo secolo di vita. Lo scafo, costruito in fasciame di mogano su ordinate in rovere, viene riportato a legno. Si sostituiscono un paio di tavole e viene rifatto il calafataggio. Sotto la linea di galleggiamento viene applicata la scritta ’50 AUGURI BUFEO’, così quando viene fotografata sbandata tutti sanno di quale barca si tratti. Nel 2013 vince ancora a Napoli, poi attraversa Corinto e visita luoghi spettacolari partendo da Mykonos, e poi le Cicladi da Fournoi, Samos, Patmos, giù fino a Symi, e arriva in Turchia. Dopo una ‘cavalcata’ durata un paio di settimane da Rodi raggiunge Montecarlo dove partecipa e vince alla Monaco Classic Week nella categoria ‘Classici’. Qui entra a far parte de ‘La Belle Classe’, l’esclusivo club monegasco che riunisce le più belle barche storiche del mondo. Nel 2014 prende parte a tutte le tappe del Panerai Classic Yachts Challenge: Antibes, Argentario, Napoli, Mahon e Imperia. Si calcola che sotto la proprietà di Marino, Bufeo Blanco abbia percorso una media di circa 5000 miglia di mare ogni anno, totalizzando oltre 50.000 miglia di navigazione affrontata in ogni condizione di vento e di onda.
Si spezza l’albero in regata, Gilbert Pasqui lo ricostruisce
Ma proprio alle Vele d’Epoca di Imperia del 2014, nel corso della seconda regata, Bufeo Blanco spezza l’albero durante un’andatura portante sotto spinnaker. L’albero originale in sitka spruce canadese del 1963 si rompe appena sopra il boma, fortunatamente senza provocare danni a cose e persone, Bufeo Blanco è barca fortunata! Nel corso dell’inverno il cantiere francese di Gilbert Pasqui a Villefranche-sur-Mer ne costruisce uno nuovo, sempre in legno di sitka spruce con tecniche di incollaggio moderne. Il nuovo albero, rastremato, ha una lunghezza di 17,10 metri. Ricostruite anche le crocette in legno di rovere, posizionati nuovi winch sull’albero e nuovo sartiame spiroidale. Oggi la barca è dotata di un set completo di vele da regata (randa, fiocco, genoa 1, genoa 2, genoa 3, gennaker 1, gennaker 2, spinnaker) e da crociera (randa, yankee, trinchetta).
Nel corso della stagione 2015 è pronta ad affrontare il Peloponneso, attraversa per l’ennesima volta il Canale di Corinto, e fa sosta a Poros, Hydra, Spetses, Elafonissos, Capo Matapan e Kalamata. Non può mancare una nuova partecipazione alla Monaco Classic Week di settembre, dove conquista un piazzamento sul podio. Nel 2016, con l’aiuto di un giovane e promettente marinaio napoletano, Daniele Niglio, Bufeo Blanco vince la regata sociale AIVE (Associazione Italiana Vele d’Epoca) da La Spezia a Capraia, partecipa alle Vele d’Epoca a Gaeta, si piazza al terzo posto alle Vele d’Epoca a Napoli, compie il periplo della Corsica e della Sardegna in senso antiorario, visita l’Asinara e Villasimius. Instancabile e inarrestabile Bufeo!
E il 2017? Bufeo è già sulla linea di partenza per affrontare nuove navigazioni fino alla Croazia.
Bufeo cerca un nuovo a(r)matore,
L’attuale armatore di Bufeo Blanco Giuseppe Marino, dopo tante navigazioni mediterranee sogna una nuova avventura: attraversare le Colonne d’Ercole per il giro del mondo. Il mare ha sempre fatto parte della storia della sua famiglia. Figlio di un Ammiraglio, lui stesso è Sottotenente di Vascello della riserva della Marina Militare. Bufeo Blanco ha il pregio di essere una barca accogliente, per un equipaggio non superiore a 4-6 persone, ma non è concepita e attrezzata per affrontare l’oceano. Bisogna che un nuovo armatore se ne prenda cura. Per conoscere il prezzo di vendita di Bufeo Blanco, frutto di una trattativa privata, si può contattare direttamente l’armatore Giuseppe Marino.
Perini Navi: Faper Group firma accordo di partnership con la famiglia di Dino Tabacchi
Lamberto Tacoli nominato Amministratore Delegato
Faper Group, holding di partecipazioni fondata da Fabio Perini, ha firmato oggi un accordo di partnership con Fenix Srl, società che fa capo alla famiglia di Dino Tabacchi, che sarà rappresentata nell’operazione dal figlio Edoardo.
L’operazione si è sviluppata dopo l’incontro tra imprenditori con la stessa visione e gli stessi valori; la partnership si cementerà attraverso un aumento di capitale di 27 milioni, al termine del quale la compagine azionaria sarà la seguente: Faper Group 50,01, e Fenix Srl 49,99.
Questa operazione è il coronamento del percorso che Perini Navi ha intrapreso e che, dopo due anni di profonda riorganizzazione strategica e organizzativa, le consente di presentarsi al mercato agile e pronta a lanciare nuovi modelli e importanti innovazioni.
La società sarà così in grado di investire per mantenere la leadership tecnologica che è propria del suo DNA sin dalla fondazione. Da oltre 30 anni Perini Navi è riconosciuta globalmente come campione di unicità sia nell’innovazione che nel design: degli anni 80 le prime grandi barche con controllo automatizzato del piano velico, degli anni 90 i primi velieri con grandi fly bridge e livelli di comfort competitivi con quelli delle barche a motore, poi il Maltese Falcon, yacht a tre alberi, universalmente noto per la sua alberatura avveniristica con 2.400 metri quadrati di vele interamente riavvolgibili con un semplice comando, fino all’ultima nata Sybaris con i suoi 70 metri di tecnologia e di finiture di altissimo livello.
Negli ultimi anni con il marchio Picchiotti è stato anche profondamente innovato il mondo degli yacht a motore; ne sono esempio Exuma, 50m; Galileo G, 55m; Grace E, 73m: una gamma di barche di grande autonomia e bassi consumi, dalle linee essenziali e pulite, che hanno dato vita a una generazione intera di moderni explorer.
È di poche settimane fa l’annuncio di due importanti nuovi contratti firmati da Picchiotti.
Tutte le barche prodotte con i marchi Perini Navi e Picchiotti sono state pluripremiate nel mondo.
Sybaris
“Questa operazione – commenta Fabio Boschi, CEO di Faper Group – è un esempio importante di valorizzazione di una grande eccellenza italiana. Abbiamo lavorato intensamente per rinnovare l’azienda e adeguarla alle nuove esigenze del mercato, e siamo orgogliosi di vedere questo lavoro riconosciuto da una delle più solide famiglie dell’imprenditoria italiana. Siamo entusiasti di aver coinvolto Lamberto Tacoli, che gode anche della totale fiducia di Edoardo Tabacchi, al vertice dell’azienda, dove la sua esperienza e la sua capacità saranno di sicuro apporto a Perini Navi e a Picchiotti”. Edoardo Tabacchi ha commentato: “Entrare nel mondo della nautica dalla porta principale è per me e per la mia famiglia motivo di orgoglio ed emozione; incontrare Fabio Perini, che non ho dubbi nel definire il più grande genio inventivo della Nautica e non solo, è stato l’inizio di una straordinaria avventura che, ne sono certo, ci porterà molto lontano”.
“Conosco la famiglia Tabacchi da molto tempo e ne ho grande stima – dichiara Fabio Perini, fondatore di Perini Navi – e sono estremamente felice di condividere con Edoardo il futuro della Perini Navi, in piena continuità con i suoi valori e il suo DNA”.
Fabio Perini manterrà la Presidenza Onoraria, Lamberto Tacoli assumerà la guida operativa come Presidente e Amministratore Delegato, Fabio Boschi ed Edoardo Tabacchi ricopriranno la carica di Vice Presidente. Faranno parte del Consiglio di Amministrazione altri due membri, nominati dai due soci.
Advisor dll’operazione per Fenix Srl sono STLex e Gattai Minoli Agostinelli & Partners. Per Faper Group sono: Claudio Tatozzi dello Studio 5 Lex, Miccinesi e Associati e il Dott. Pierluigi Davide.
Perini Navi è il leader mondiale nella progettazione e costruzione di superyacht, con 61 yacht varati fino ad oggi, tra cui 58 barche a vela e tre a motore con il marchio Picchiotti. Perini Navi è stata fondata nel 1983 da Fabio Perini la cui visione era quella di rivoluzionare la vela avvolgibile e i sistemi di controllo.www.perininavi.it
HELLY HANSEN E STATO SCELTO COME FORNITORE UFFICIALE DI ABBIGLIAMENTO PER IL TOUR EUROPEO MELGES
Grande attesa per la seconda competizione europea che si terrà dal 12 al 14 Maggio a Scarlino in provincia di Grosseto
Due nomi da leggenda, vere icone negli sport nautici, uniscono le forze per potenziare gli eventi del campionato Melges di questa stagione.
Melges ha scelto Helly Hansen come nuovo partner ufficiale a livello europeo della Melges World League che comprende i circuiti Melges 20 e Melges 32 e nuovo Melges 40 Grand Prix.
Helly Hansen è sponsor dunque delle flotte Melges 20 e Melges 32 e della nuovissima Classe Melges 40 a partire dalla stagione in corso.
Il marchio norvegese, leader nell’abbigliamento tecnico nautico, vestirà lo staff organizzativo sia a terra che in acqua durante le prossime competizioni della primavera e dell’estate nelle prossime tappe nei top spot italiani, spagnoli e croati. Gli ufficiali di gara, I giudici, lo staff organizzativo e il boma delle barche mostreranno il logo di Helly Hansen durante le regate europee di Melges e il Campionato Mondiale iniziato il 31 marzo a Porto Venere e che continuerà fino ad agosto.
“Siamo soddisfatti e onorati di collaborare con un marchio nautico leggendario, con 140 anni di storia e di credibilità professionale alle spalle. Certamente saprà garantire il supporto necessario al duro lavoro dei nostri velisti.” dice Federico Michetti, Presidente di Melges Europe. “Poichè il mondo della vela è in continua evoluzione, è necessario un equipaggiamento tecnico al passo con i tempi, che aiuti a stare e sentirsi vivi. Helly Hansen ha accettato il nostro invito a collaborare in questa direzione e oggi siamo entusiasti di aver iniziato insieme una nuova pagina nella storia della vela One Design. Grazie a Helly Hansen abbiamo iniziato la grande stagione di campionati Melges 20, Melges 32 e Melges 40!“.
Michael Uhl, Marketing Director Europe di Helly Hansen aggiunge: “Con Melges abbiamo trovato il nostro partner ideale. Realizzare l’equipaggiamento per i professionisti è sempre stata la nostra missione, per sopperire alle necessità dei migliori velisti del mondo. Grazie alla partnership con Melges, siamo davvero entusiasti di collaborare con il più duro e competitivo circuito di gare di imbarcazioni One Design nel mondo“.
Qui di seguito il calendario della Melges World League 2017 European Division
Dal 12 al 14 Maggio, seconda competizione European Event a Scarlino in provincia di Grosseto in Italia
Dal 9 al 11 Giugno, terza competizione European Event a Zadar in Croazia
Dal 12 al 15 Giugno, quarta competizione European Event ed European Championship a Sibenik in Croazia
Dal 1 al 3 Settembre, quinta competizione European Event e Russian Championship a Riva del Garda.
Il calendario della Melges World League
A proposito di Helly Hansen Fondata in Norvegia nel 1877, Helly Hansen continua a sviluppare il proprio abbigliamento attraverso le linee del design scandinavo e gli inserti creati a partire dalla vita in alcuni dei più ostili ambienti del globo. Il brand rappresenta il connubio perfetto tra performance, protezione e stile, e continua a proteggere i professionisti e a renderli capaci di vivere in mezzo all’oceano o sulle montagne di tutto il mondo. L’azienda vanta una lunga lista di innovazioni esclusive sul mercato, compresi i primi indumenti da lavoro impermeabili quasi 140 anni fa, il primo tessuto in pile nel 1960 e il primo intimo tecnico nel 1970, con la Lifa® Stay Dry Technology™ e oggi la brevettata e premiata tecnologia H2Flow per la regolazione della temperatura. Helly Hansen è leader mondiale nel settore dell’abbigliamento tecnico da vela, così come primeggia nel settore del workwear. Le sue uniformi per lo sci sono indossate e testate da più 50,000 professionisti e sono indossate da Olimpionici, Squadre Nazionali, operatori e guide che operano in più di 200 ski resort intorno al mondo. L’abbigliamento tecnico, l’intimo tecnico, lo sportswear e il footwear Helly Hansen sono venduti in oltre 40 nazioni approvate da professionisti dell’outdoor ed entusiasti del mondo intero. Per approfondire la conoscenza delle più recenti collezioni Helly Hansen visitate: www.hellyhansen.com
A proposito di Melges Performance Saiboats Da oltre 70 anni Melges Performance Sailboats, cantiere americano con sede a Zenda (Wisconsin), produce le migliori e più ambite imbarcazioni da regata one design dai 14 ai 40 piedi di lunghezza. La famiglia Melges, in ogni epoca, con le proprie intuizioni ha costantemente rivoluzionato il mondo della vela da regata attraverso design e performance uniche che fanno di ogni Melges una vera e propria icona. Melges World League è il circuito di regate internazionale dedicato agli armatori delle Classi Melges 20 e Melges. 32. Melges 40 Grand Prix è il format riservato all’ultimo e più performante Melges mai costruito: il Melges 40.www.melges.com
TAG Heuer VELAFestival 2017: Edizione dei record per la grande festa della vela e del mare
È record per l’audience che è stata raccolta dalla quinta edizione del TAG Heuer VELAFestival, conclusa stasera a Santa Margherita Ligure. Dopo quattro giorni di divertimento e grandi eventi, andati in scena sul porto dello splendido borgo marinaro affacciato sul Golfo del Tigullio, sono i numeri a testimoniare il grande successo ottenuto dalla manifestazione organizzata dal mensile specializzato “Il Giornale della Vela”.
A cominciare dal dato legato alle presenze: sono stati infatti circa 15.000 le persone entrate al VELAFestival nei quattro giorni della manifestazione, mentre circa 4.000 sono state le VELAFestival Card distribuite. Ben 56 sono stati i grandi velisti di fama nazionale e internazionale presenti, tra i quali Vincenzo Onorato, Gaetano Mura e Mauro Pelaschier.
Gaetano Mura
Le persone presenti in platea durante i grandi eventi del VELAFestival (la premiazione del “Velista dell’Anno” 2017, le due premiazioni della VELA Cup e i momenti di incontro con i grandi velisti presenti) sono state circa 1.200. Oltre 300 sono state le barche che hanno partecipato alle due manches della TAG Heuer VELA Cup e circa 2.000 i velisti partecipanti a bordo delle stesse. Circa 400 sono quindi state le barche presenti in totale all’evento, contando anche le oltre 60 in banchina, le 10 “barche Cult” e le 10 imbarcazioni presenti al Beach Village.
130 sono i piedi di lunghezza di My Song, la “barca più bella del mondo” che di norma è ammirabile solo in regata in mare aperto. Sono stati invece 200 gli accessori nautici in mostra al VELAFestival, oltre a 20 tra velerie di fama internazionale, società di charter affidabili e servizi al diportista. Ben 18 sono poi state le nazioni rappresentate in banchina. E 5 gli spazi dedicati appositamente alle attività per bambini, a terra, in spiaggia e in mare. Oltre 100 sono stati i premi distribuiti ai vincitori della TAG Heuer VELA Cup, mentre ben 7 sono stati gli orologi TAG Heuer consegnati come ambitissimi premi durante tutto il VELAFestival.
E al pubblico reale si aggiunge quello “virtuale” con numeri altrettanto fenomenali. Quasi 4 milioni infatti sono state le visualizzazioni sui canali social (Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e GooglePlus) dell’evento. Mentre i click effettivi sui post pubblicati sulla pagina Facebook VELAFestival sono stati 7.000, solo nei 4 giorni della manifestazione. E sempre durante le giornate dell’evento sono state 112 le uscite su organi di stampa, TV, radio e web (tra i quali la RAI, Repubblica, Gazzetta dello Sport, ANSA, Il Secolo XIX, Mediaset e Radio Monte Carlo) nazionali e internazionali.
Il TAG Heuer VELAFestival è organizzato dal mensile specializzato “Il Giornale della Vela”. Il title partner è TAG Heuer. Institutional partner è il Comune di Santa Margherita Ligure. Partner sono Veneziani Yachting, Musto, Rigoni di Asiago, WSail, Dufour Yachts, Chin8Neri. Media partner sono Radio Monte Carlo, Il Secolo XIX e QP Outdoor.
È iniziata la festa: da non perdere i tanti grandi eventi
Finalmente ci siamo: è iniziato oggi, giovedi 4 maggio, a Santa Margherita Ligure, il TAG Heuer VELAFestival 2017, l’unica festa della vela e del mare in Italia. Fino a domenica 7 maggio, per 4 giorni di divertimento e passione, il delizioso borgo del Tigullio sarà la capitale del mare e delle barche più belle del Mediterraneo. Tra i primi ospiti ad arrivare ecco Dario Noseda, che presenta al VELAFestival la sua “piccola” barca Star modificata per attraversare in solitaria l’Oceano Atlantico: “Sono felicissimo di essere qui a Santa Margherita a raccontare la storia della mia impresa di navigazione solitaria, soprattutto perché in pochissimo tempo ho già capito che questa è una vera e propria festa della vela, fatta e vissuta da tanti appassionati che come me non vedono l’ora di trasmettere il proprio amore per il mare”.
E alla festa della vela di Santa Margherita Ligure sono tanti gli eventi da seguire: domani, venerdì 5 maggio, dalle 19 ecco la “Serata dei Campioni” con la premiazione dei Velisti dell’Anno 2017; qualche ora prima, dalle 15, incontro con due mitici velisti durante l’evento “Grandi Marinai”: c’è Matteo Miceli che intervista Gaetano Mura; sabato 6, dalle 9 alle 15, la festa si trasferisce in acqua con le circa 200 barche che parteciperanno alla prima regata della TAG Heuer VELA Cup, veleggiata nel Golfo del Tigullio aperta a ogni barca, dai 3 metri in su, che si ripeterà anche domenica 7 per una seconda manche di “rivincita”…
Ma i motivi per essere a Santa Margherita Ligure non sono finiti: l’entrata al TAG Heuer VELAFestival 2017 è gratis; dalla mattina alla sera, per tutti e quattro i giorni dell’evento, si possono incontrare in banchina i tanti grandi velisti presenti; attraccato a Santa Margherita si può scoprire il My Song, la “barca più bella del mondo”; alla serata di premiazione del “Velista dell’Anno”, sono presenti tanti ospiti illustri tra i quali Vincenzo Onorato, armatore delle compagnie di traghetti Moby e Tirrenia e presidente di Mascalzone Latino; domenica 7 maggio va in scena la “Caccia al tesoro”, nuova divertentissima competizione in stile orienteering che si svolgerà tra la spiaggia, il mare e le banchine del porto; si possono vedere le barche più belle del mondo, nuove a mare pronte da visitare, raccontate da chi le costruisce; è possibile scoprire tanti tipi di imbarcazioni e di scafi, direttamente in spiaggia, nel Beach Village, tra monotipi, multiscafi, Sup e kayak; far divertire i bambini con scuola di vela e di marineria, giocando a fare i pirati; rilassarsi sul mare e assaggiare buon cibo; acquistare accessori, abbigliamento e servizi nautici, entrando nel più grande store a tema.
Programma degli eventi Attività di tutti i giorni
– Scuola per Tutti: bambini in mare sulle derive con istruttori che svelano i trucchi dei veri marinai
– Scuola di Pirati: sulla Goletta Pandora, con storie e attività “di bordo” per la gioia dei bambini
– Scuola per Tutti/2: provare Sup e kayak con gli istruttori qualificati di Outdoor Portofino
– Provale in mare: ovvero uscite con le derive, i Sup, i Cat e i surf in esposizione
A terra
– venerdì 5 maggio dalle 15, incontro “Grandi Marinai”: Matteo Miceli intervista Gaetano Mura
– venerdì 5 maggio dalle 19 la Serata dei Campioni con la premiazione dei Velisti dell’Anno 2017
– sabato 6 maggio dalle 19, la grande festa con la premiazione della “prima manche” della TAG Heuer VELA Cup 2017 che si è svolta nella stessa giornata di sabato
– sabato 6 maggio dopo la premiazione della regata parte il VELA Cup Party grande festa con cibo, drink e musica che avvolgerà tutta la banchina del porto di Santa Margherita Ligure
– domenica 7 maggio dalle 11 c’è l’evento “L’Elettronica dei Campioni”: i grandi velisti svelano i segreti dell’uso degli strumenti elettronici a bordo
– domenica 7 maggio alle 14 inizia la Grande Caccia al Tesoro, sulla spiaggia e in banchina
– domenica 7 maggio dalle 17, premiazione della seconda manche della TAG Heuer VELA Cup
A mare
– sabato 6 maggio dalle 11 sono oltre 150 le barche che partecipano alla TAG Heuer VELA Cup, veleggiata nel Golfo del Tigullio aperta a ogni imbarcazione, dai 3 metri in su
– domenica 7 maggio dalle ore 10 le oltre 150 barche presenti al VELAFestival si sfidano di nuovo nella “seconda manche” della TAG Heuer VELA Cup sempre nel Golfo del Tigullio
Ingresso e orari
L’ingresso al Tag Heuer VELAFestival 2017 di Santa Margherita Ligure è gratuito.
Orari di apertura: Giovedi: 12-19. Venerdi: 10-19. Sabato: 10-23.30. Domenica: 10-18.