Le Cléac’h ha vinto la Vendée Globe battendo Thomson. La situazione degli atleti ancora in corsa.

La Vendée Globe si è conclusa come previsto, con la vittoria del favorito Armel Le Cléac’h su <Banque Populaire VII>. La cosa che non era previsto era una battaglia così serrata fino all’ultimo col secondo classificato Alex Thomson su <Hugo Boss>, grandissimo protagonista delle fasi finali con una poderosa rimonta, ma anche dell’intera regata, regalando a tutti gli appassionati uno straordinario testa a testa lungo 50.000 chilometri.

Lo skipper bretone, soprannominato Sciacallo, ha anche fatto segnare il record della manifestazione, giro del mondo in solitario e senza scalo nata nel 1989, con 74 giorni, 3 ore e 35 minuti, battendo di quasi 4 giorni il tempo del campione in carica Francois Gabart e prendendosi una fantastica rivincita dopo due secondi posti.

Lo straordinario tempo fatto segnare sembra confermare una volta di più la straordinaria velocità degli Imoca60 “volanti”, cioè dotati di foils, le derive che sollevano insieme ai timoni la barca dall’acqua e consentono accelerazioni brutali, vera novità di quest’edizione e adottati da quasi tutti i primi classificati.

Il giorno dopo la conclusione della regata per i primi due classificati, passata l’eccitazione procurata da un insolito arrivo che si può definire al “foto-finish” dopo oltre 24.500 miglia, ci sembra però interessante puntare l’attenzione sui navigatori che ancora non hanno tagliato il traguardo.

Il riferimento con l’edizione 2012, vinta da Francois Gabart, conferma i tempi di percorrenza record dei primi tre classificati, visto che Jeremie Beyou al momento terzo si trova a poco più di 500 miglia dall’arrivo.

Le posizioni degli altri concorrenti fotografano situazioni diverse:

quarto, quinto e sesto, che navigano molto vicini tra loro, hanno ormai superato il Tropico del Cancro e Jean-Pierre Dick, unico dei tre ad utilizzare i “foils”, potrà confermare il vantaggio offerto da questa soluzione se riuscirà a classificarsi quarto;

Louis Burton ha appena passato l’Equatore e registra un buon vantaggio sul gruppo che sta superando il Tropico del Capricorno;

quattro imbarcazioni hanno da poco doppiato Capo Horn e navigano poco distaccate tra loro, mantenendo una velocità media simile, ad eccezione di Rich Wilson, al quattordicesimo posto e leggermente più attardato;

Didac Costa, al quindicesimo posto dopo la disavventura in partenza e costretto ad una regata di inseguimento, è riuscito a risalire diverse posizioni ed oggi è davanti al gruppo degli scafi che ancora non hanno doppiato il Capo, tallonato da Romain Attanasio;

infine gli ultimi due skipper, molto attardati, hanno ancora circa un terzo delle miglia da percorrere, con Pieter Heerema penultimo ed unico scafo tra gli inseguitori equipaggiato con i “foils”.

Eco40, la barca ecologica di Matteo Miceli, è pronta a tornare

Proprio in un grande periodo per la vela oceanica, con il testa a testa finale di una splendida Vendée Globe, il grande record di Coville e quello recentissimo di Thomson, proprio alla Vendée, e il grande risalto mediatico del tentativo di Gaetano Mura, seppur abortito, un’altra splendida notizia arriva da Roma: Eco40, la barca ecologica a impatto zero di Matteo Miceli tornerà presto in acqua.

Naufragata a marzo 2015, a seguito del distacco della chiglia, durante il tentativo di giro del mondo “green” dello skipper italiano ed incredibilmente ritrovata due mesi dopo ribaltata al largo delle coste del Brasile, la barca è stata recuperata e trasportata in cantiere a Riva di Traiano.

Messo insieme il budget necessario al refitting integrale (circa 200.000 euro) grazie al gruppo di sponsor e fornitori di attrezzature che segue il navigatore romano, l’imbarcazione è pronta per tornare in acqua a maggio.

Matteo Miceli Eco40 Recupero Atlantico
Lo stato della barca al momento del recupero

Ricco ed interessante il programma di Miceli, che durante questo periodo di attesa ha proseguito la sua attività di scuola d’altura a bordo di un Class 40: folto programma di impegni nel mediterraneo, con il primo impegno agonistico previsto per la Rolex Middle Sea Race e a seguire la Palermo-Montecarlo.

Ricordiamo che Eco40 non inquina e non consuma una goccia di benzina, grazie ai generatori eolici, alle idroturbine, ai pannelli solari, al motore elettrico per le manovre nei porto e all’orticello di bordo irrigato con acqua desalinizzata.

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Incredibile record per Alex Thomson in piena Vendée Globe

Alex Thomson ha battuto il record di distanza in solitario in 24 ore con un monoscafo: 536,81 miglia nautiche (oltre 994 kilometri). Une performance straordinaria!

Tra le 7:00 di domenica 15 gennaio e le 7:00 di questo lunedì 16 gennaio 2017 (24 ore), Alex Thomson, tenace inseguitore di Armel Le Cléac’h nella Vendée Globe, ha stabilito un record incredibile, coprendo circa 536,81 miglia nautiche (circa 1000 chilometri) ad un media straordinaria di 22,36 nodi!

Il record era detenuto dal campione in carica della Vendée Globe, François Gabar, che durante l’edizione 2012/13 aveva percorso 534,48 miglia in 24 ore (22,27 nodi di media) a bordo di <Macif>.

Per ora, il record è in attesa di convalida da parte del World Sailing Speed Record Council (WSSRC), l’organismo internazionale che tiene accuratamente i conti in materia. Se verrà approvato, lo skipper di <Hugo Boss> avrà superato di 2,33 miglia François Gabart, riprendendosi il record da lui stesso detenuto tra il 2003 e il 2012.

Nonostante questo incredibile ritmo di navigazione, Thomson si trova ancora alle spalle di <Banque Populaire VIII> di circa 80 miglia, quando, dopo aver superato le Azzorre, al traguardo finale ne mancano circa 800.

Alex Thompson Hugo Boss Vendèe Globe
Hugo Boss ©Jean-Marie Liot / DPPI / Vendée Globe

GLI ALTRI
Con la sfida per la vittoria riservata ai soli duellanti sopra citati, altre 8 imbarcazioni stanno attualmente navigando nell’Oceano Atlantico, mentre il gruppo di 4 concorrenti occupanti dall’11esima alla 14esima posizione sta effettuando il passaggio di Capo Horn con situazione meteo difficile,viste le depressioni e i forti venti settentrionali da 40 nodi provenienti dalla Patagonia e dalla Cordigliera delle Ande. La situazione è resa ancora più complicata dal fatto che gli skipper della Vendée Globe devono rispettare la Zona di Esclusione Antartica (AEZ), che si trova sole 80 miglia a sud di Capo Horn.

LA RIMONTA DI DIDAC COSTA
Gli ultimi 4 concorrenti si trovano in pieno Pacifico, ancora piuttosto distanti dal Canale di Drake. Tra questi, da rimarcare sicuramente l’impresa degna di nota di Didac Costa: dopo la sfortunatissima partenza, in cui una grave avaria lo ha costretto addirittura a tornare indietro al punto di partenza per le necessarie riparazioni, lo skipper spagnolo non si è perso d’animo e, nonostante le giornate di navigazione perse (dopo pochi giorni aveva già 1800 miglia di ritardo dal primo), è ripartito inseguendo il gruppo da lontano, avvicinandosi costantemente fino a rimontare parecchie posizioni fino all’attuale 15esima.

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Mondiali Giovanili di Vela, l’Italia si aggiudica il Trofeo per Nazioni

I Mondiali Giovanili di vela 2016 (Aon Youth Sailing World Championship) si sono conclusi nei giorni scorsi ad Auckland, in Nuova Zelanda, con l’Italia a sollevare il Trofeo per Nazioni, che premia la miglior nazione nel complesso.

Nelle vesti di cerimoniere Pete Montgomery, affettuosamente conosciuto come “the voice of yachting”, che ha accolto presso l’Università di Auckland i 389 velisti, provenienti da 65 nazioni, gli allenatori e gli ospiti.

Italia Trofeo Nazioni Mondiali Giovanili Vela
Il Team italiano vincitore sul palco

Sono saliti sul palco Pete Burling (oro olimpico di Rio 2016 a argento a Londra 2012) e Sam Meech (bronzo a Rio 2016) che, accolti dagli applausi, hanno premiato i giovani velisti con medaglie e trofei in legno intagliato. I due atleti hanno raccontato le loro prime esperienze di vela, della loro carriera e di come proprio i mondiali giovanili hanno contribuito ad avviarli sulla strada giusta per raggiungere il successo ai Giochi Olimpici.

L’ultimo dei premi è stato il prestigioso Trofeo delle Nazioni, con l’Italia ad iscrivere il proprio nome per la terza volta nell’albo d’oro del premio, terminando la manifestazione con soli 6 punti di vantaggio sulla Gran Bretagna, giunta seconda. Il team di 14 giovani velisti è salito sul palco e ha cantato con passione il proprio inno nazionale davanti alle centinaia di presenti.

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Aon Youth Sailing World Championship Mondiali Giovanili Vela

Strepitoso record di Coville: giro del mondo in meno di 50 giorni

L’impresa è riuscita: Thomas Coville è il solitario più veloce di sempre a fare il giro del mondo in barca a vela. Il francese, 48 anni, a bordo del trimarano <Sodebo Ultim’> ha portato a termine l’impresa in 49 giorni, 3 ore e 7 minuti, demolendo il tempo fatto segnare da Francis Joyon nel 2008 (57 giorni e mezzo).

Coville aveva un conto aperto con il giro del mondo: era infatti al quinto tentativo di record, dopo ulteriori circumnavigazioni del globo effettuate in equipaggio. Finalmente questa volta ce l’ha fatta: partito il 6 novembre dall’isola di Ouessant, Coville è arrivato a Brest il 26 dicembre dopo una navigazione, a quasi 25 nodi di media, in cui ha azzeccato tutte le scelte, oltre ad incontrare condizioni meteo ottimali.

Thomas Coville record giro mondo solitario vela Sodebo

Coville ha tenuto infatti una rotta molto diversa dal precedente detentore del record: ha scelto inzialmente di passare a ridosso di Canarie e Capo Verde invece di navigare in mezzo all’Atlantico, per poi puntare verso il Brasile e tenersi molto più a Sud prima del Capo di Buona Speranza (doppiato con 500 miglia di vantaggio) e più a Nord durante la prima parte dell’Oceano Indiano, al termine del quale il suo vantaggio era diventato imponente (1100 miglia). Nel Pacifico le rotte sono state simili, ma le condizioni meteo più favorevoli hanno portato il vantaggio a ben 1800 miglia al passaggio di Capo Horn. La risalita dell’Atlantico è stata poi una semplice formalità.

Coville record del mondo la rotta
In arancione la rotta seguita da Coville, in rosso quella del record precedente.

Coville, soprannominato “il filosofo della vela”, all’arrivo si è dichiarato entusiasta ma stremato: per fare un record in solitario occorre manovrare come fosse un equipaggio e la fatica è mostruosa. Come si evince dal suo racconto, una delle prove maggiori è stata lo spostamento di sacchi di vele bagnate da 150 kg tra uno scafo e l’altro della barca, trascinandoli un poco alla volta sulla rete che li congiunge.

Ha dichiarato che ora il suo principale desiderio è” fare una dormita senza doversi svegliare in continuazione per la paura di urtare qualcosa”. Infatti durante la navigazione è stato costretto a dei brevi riposi di 10 minuti ogni 2-3 ore per controllare di non andare a sbattere contro container, iceberg o altri ostacoli galleggianti.

Di seguito il video dell trionfale arrivo a Brest.

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Coville, passaggio dell’Equatore con 6 giorni di vantaggio sul record del mondo!

Thomas Coville ha attraversato l’Equatore, che segna il suo ingresso nell’emisfero settentrionale, domenica 18 dicembre 2016 con ben 6 giorni 11 ore e 23 minuti di vantaggio rispetto al record del mondo in solitario, stabilito da Francis Joyon il 20 gennaio 2008. A Coville e al suo trimarano <Sodebo Ultim’> (31 m di lunghezza e 21 m di larghezza) restano 3200 miglia per raggiungere Ouessant e completare il giro del mondo in solitario. Confrontando i tempi, a questo punto Joyon era ancora alla latitudine di Buenos Aires.

Essendo entrato nell’emisfero Sud il 12 novembre, Coville ha impiegato solamente 35 giorni e 21 ore per attraversare l’emisfero passando per i tre capi classici del giro del mondo a vela, Buona Speranza, Leewin e Horn, ben 5 giorni in meno rispetto al tempo di Francis Joyon su <Idec> del 2008.

Lo skipper francese ha inoltre stabilendo un nuovo tempo di riferimento in solitario tra Ouessant e l’Equatore, in 41 giorni 14 ore e 53 minuti.

Gli basterà arrivare a Ouessant entro il 3 gennaio 2017 per stabilire il nuovo record del mondo in solitario. A meno di clamorosi imprevisti, il record sembra quasi cosa fatta, dal momento che Coville è atteso tra il 26 e il 28 dicembre nell’isola della Bretagna, linea di partenza e arrivo per il giro del mondo in multiscafo.

Dal momento della partenza al ritorno nell’emisfero Nord, Coville ha percorso 23.583 miglia (43.675 km) ad una velocità media di 23,61 nodi.

Coville ha recentemente stabilito numerosi record in solitario (soggetti ad approvazione e ratifica da parte del WSSRC, World Sailing Speed Record Council), tra cui record dell’Oceano Indiano (Capo Agulhas-Tasmania), record del Pacifico (Tasmania-Capo Horn), record Equatore-Equatore e record di distanza in 24 ore.

Rolex Sydney Hobart Yacht Race 2016, al via la classica d’altura

ROLEX SYDNEY HOBART YACHT RACE 2016

26 dicembre 2016 – 1 gennaio 2017
IRREPRESSIBLE SPIRIT,
IRREPRESSIBLE CHALLENGE

Ogni edizione della Rolex Sydney Hobart Yacht Race è unica e con caratteristiche distintive. Quest’anno ricorre la 72° edizione della classica d’altura, con un centinaio di partecipanti confermati, tra cui leggende viventi, vincitori delle passate edizioni, intrepidi sfidanti per la prima volta e concorrenti provenienti da ogni parte del mondo, tutti determinati a scrivere un nuovo capitolo nella gloriosa ed affascinante storia della regata.

Tenutasi per la prima volta nel 1945, la Rolex Sydney Hobart è organizzata dal Cruising Yacht Club of Australia (CYCA), con la collaborazione del Royal Yacht Club of Tasmania, e si svolge ogni anno a partire da quella prima edizione che ha visto nove imbarcazioni salpare da Sydney il 26 dicembre. Rolex è sponsor principale della regata da 628 miglia nautiche dal 2002. Insieme a Rolex Fastnet Race, Rolex Middle Sea Race, Rolex China Sea Race e RORC Caribbean 600, questa iconica sfida sportiva è una delle cinque grandi regate d’altura facenti parte del portafoglio di partnership nautiche del marchio leader nel settore dell’orologeria svizzera. “Il coinvolgimento di Rolex nella vela risale a più di cinquanta anni fa. Si tratta di uno sport con il quale abbiamo un grande rapporto di affinità”, spiega Arnaud Boetsch, Direttore Immagine & Comunicazione di Rolex. “La Rolex Sydney Hobart è uno delle regate più rinomate al mondo e una parte preziosa del nostro portafoglio nautico. Si tratta di uno dei più difficili esami di marineria e di una vera e propria prova di sforzo umano. Incarna ciò che apprezziamo – grande tradizione, gesta pionieristiche e lo spirito d’avventura di coloro che vi partecipano”.

Rolex Sydney Hobart Yacht Race 2016

UNA LINEA DI PARTENZA RICCA DI QUALITA’
La flotta di 93 imbarcazioni attualmente registrate comprende quattro Maxis 100 piedi, nove ex vincitori e una serie di Corinthian, tra cui il più piccolo ed anche il più antico yacht della flotta, il 30 piedi del 1935 <Maluka of Kermandie>, di Sean Langman.
Tra i Maxis, la continua evoluzione <Wild Oats XI> non ha saltato una Rolex Sydney Hobart dal suo lancio nel 2005. La sua partecipazione è stata più che impressionante, con 8 vittorie in tempo reale – di per sé un record – e la Tripla Corona (vittoria in tempo reale, record della regata e la vittoria finale in tempo compensato) in due diverse occasioni. La regata dell’anno scorso è stata la meno fortunata, a causa di una randa strappata, che la costrinse ad abbandonare la competizione durante la prima notte in mare. L’edizione 2016 rappresenta un possibilità di ri-esercitare il suo predominio, con una nota struggente, visto che è la prima gara dalla scomparsa di Bob Oatley, ispiratore e proprietario originale dello yacht.
La vittoria in tempo reale dello scorso anno è andata allo yacht americano Comanche, che questa volta non parteciperà. E, sebbene <Wild Oats XI> sia la favorita per arrivare prima nel porto di Hobart, la concorrenza sarà sicuramente feroce.

<Perpetual Loyal> di Anthony Bell ha ottenuto la vittoria in tempo reale nel 2011 e da allora è sempre stato tra i primi. Lo skipper finlandese Ludde Ingvall, che ha ottenuto la vittoria in tempo reale nel 2000 e nel 2004 con <Nicorette>, partecipa con il nuovo <CQS>, una radicale trasformazione di <Nicorette> del 2004. Esteso da 90 a 100 piedi, lo yacht rivoluziona il concetto di tecnologia di progettazione. Tra le caratteristiche più evidenti, vi sono la prua inversa (o Dreadnought) e un bompresso sovradimensionato.

<CQS> dispone anche del tecnicamente sofisticato Dynamic Stability System (DSS).
DSS è un sistema brevettato che utilizza foils retrattili per ridurre l’angolo di sbandamento e fornire un progressivo sollevamento dinamico, aumentando la potenza e riducendo l’attrito.

A completare la flotta dei 100 piedi, c’è <Scallywag> di Hong Kong, precedentemente <Ragamuffin>. Se le condizioni risultano favorevoli, i primi tenteranno di battere il record di regata di 1 giorno, 18 ore, 23 minuti e 12 secondi, stabilito da <Wild Oats XI> nel 2012.

Rolex Sydney Hobart Yacht Race 2016

ESPERIENZA VINCENTE
I nove ex vincitori della manifestazione, tra cui Wild Oats XI, tenteranno tutti di aggiudicarsi il premio più ambito della manifestazione, la Tattersall’s Cup, e un orologio Rolex Oyster Perpetual Yacht-Master 40 appositamente inciso per premiare la vittoria in tempo compensato.

Tuttavia la gara è notoriamente difficile da prevedere. L’abilità e prestazioni della concorrenza, nonché il meteo, avranno un effetto significativo sul risultato, favorendo inevitabilmente diverse tipologie di imbarcazioni a seconda delle circostanze. L’intensità e la direzione del vento e le condizioni del mare giocano un ruolo critico. Il modo in cui gli equipaggi reagiscono a questi elementi e gestiscono le proprie risorse durante i giorni e le notti in mare risulterà decisivo.

Nel 2004, mentre era in corso un gigantesco fenomeno di “Southerly buster”, il turbolento e freddo vento che provoca le violente burrasche vorticose sull’Australia sud-orientale, e  molti concorrenti cercavano acque più riparate, l’equipaggio del 55-piedi britannico Aera si diresse in mare aperto alla ricerca del salto di vento perfetto che li avrebbe guidati al traguardo. Questa audace mossa gli garantì il premio assoluto e dimostrò definitivamente come il coraggio di sostenere fino in fondo le proprie convinzioni, anche sotto pressione estrema, sia una qualità fondamentale e necessaria per avere successo in questa gara.

Rolex Sydney Hobart Yacht Race 2016

Il campione in carica è il 52 piedi Balance, di Paul Clitheroe. Avendo trionfato con il nome di Quest nel 2008, Balance è di fatto un due volte vincitore. Ripetere il trionfo dello scorso anno sarà un compito arduo.

Vincere per due edizioni conscutive si è rivelato impossibile per qualsiasi squadra in questi ultimi anni, a prova dell’imprevedibilità della regata. L’ultima barca a riuscire nell’impresa fu <Freya> nel 1965. Sebbene non abbiano vinto edizioni consecutive, un prestigioso elenco di precedenti vincitori prenderà parte alla regata. I loro nomi sono <Victoire> (2013), <Primitive Cool> (sotto il nome di <Secret Mens Business> nel 2010), <Two True> (2009), <The Banshee> (come <Terra Firma> nel 1995) e in <China Easyway> (come <She’s Apple II> nel 1991). E, il leggendario <Love & War>, tre volte vincitore in due epoche diverse (1974, 1978 e 2006).

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Rolex Sydney Hobart Yacht Race 2016

ROLEX
Rolex,  marchio leader dell’industria orologiera svizzera con sede a Ginevra, gode di una reputazione senza pari per qualità e competenza in tutto il mondo. I suoi orologi Oyster, tutti certificati come Superlativi Cronometri per precisione, prestazioni ed affidabilità, sono simboli di eccellenza, eleganza e prestigio. Fondato da Hans Wilsdorf nel 1905, il marchio ha aperto la strada allo sviluppo della orologio da polso ed è all’origine di numerose importanti innovazioni orologeria, come ad esempio l’Oyster, il primo orologio da polso impermeabile, lanciato nel 1926, ed il meccanismo di carica automatica inventato nel 1931. Rolex ha registrato oltre 400 brevetti nel corso della sua storia.

Rolex ha sempre cercato di legarsi alle attività che, come essa stessa, siano motivati da passione, eccellenza, precisione e spirito di squadra. E’ risultato quindi naturale lo spostamento di Rolex verso il mondo della vela, formando un’alleanza che risale alla fine del 1950. Oggi Rolex è Title Sponsor di circa 15 grandi eventi internazionali.

L’Arte della Falconeria e della Vela nel libro fotografico di Serena Galvani

Comunicato stampa:

ARIE Associazione Recupero Imbarcazioni d'Epoca
“ARIA, UOMINI, FALCHI”
L’Arte della Falconeria e della Vela nel libro fotografico di Serena Galvani

Presentato ad Asciano (Siena) presso il Podere Vesta, sabato 10 Dicembre 2016

“…guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.” Il grande Leonardo da Vinci è stato capace di svelare il segreto dell’attrazione che ci costringe irresistibilmente ad alzare gli occhi al cielo riassumendo in una sola frase un archetipo collettivo, il sogno di volare.

Falc-On-Aria: vele come ali, ali come vele
Nel 2015, per i festeggiamenti dell’80° compleanno della sua prestigiosa imbarcazione da regata ‘ARIA’ (8 m. Stazza Internazionale, 1935) Serena Galvani, in veste di armatrice, ha organizzato una singolare uscita in mare intensamente vissuta all’insegna del vento e della libertà, unendo due antichissime Arti, quella della Marineria e quella della Falconeria di Federico II, per celebrare a bordo l’eccellenza di due memorie storiche fortunatamente ancora vive oggi. Sei falconieri e un aquiliere con i loro rapaci sono stati ospiti d’onore su ‘ARIA’, formando un equipaggio davvero speciale che ha navigato nel Golfo di Panzano, tra Duino e Sistiana (Trieste). Sole e vento, con raffiche fino a 18 nodi, sono stati i magnifici direttori d’orchestra di una splendida veleggiata in cui i rapaci, timonati “in pugno” dai loro falconieri, si sono comportati come timoniere e tattico in regata, aprendo istintivamente le ali a ogni raffica alla ricerca del giusto refolo di vento, così come i sapienti uomini di mare, giocoforza condizionati dal vento, cercano il giusto assetto per le vele.

Serena Galvani Libro Aria Uomini Falchi Vela Falconeria

Certamente l’uomo non può volare con i propri mezzi, ma è altrettanto vero che arriva sempre il momento in cui la vita gli insegna a spiegare le ali. L’umanità però non si accontenta di metafore e, per tradurle in realtà, ha creato da millenni la vela, un’ala che gli permette di volare sulle onde. Questa è la sintesi magica che ha ispirato Serena Galvani, fotografa, fotoreporter A.I.R.F., appassionata armatrice e velista, a celebrare con sensibilità non comune l’antica e nobile Arte della Falconeria nel suo libro  “ARIA, UOMINI, FALCHI”.

Il libro di Serena Galvani è stato presentato il 10 Dicembre ad Asciano (Siena), nell’Azienda faunistico-venatoria di Salteano, presso il Podere Vesta, nella splendida cornice delle Crete Senesi e nell’ambito di un week end internazionale di Falconeria organizzato da Gianluca Barone con la collaborazione di due prestigiose aziende di settore quali CANICOM e Trabaldo. Ospiti d’onore e relatori Gianluca Dall’Olio, Presidente Nazionale di Federcaccia e Giulio Guazzini, giornalista RAI Sport 1, che hanno presentato il volume insieme all’autrice, ad alcuni importanti falconieri italiani (Gianluca Barone, Massimo Vianelli, Ivan Busso) e al maestro falconiere spagnolo Juan Jesus Bernabe. La presenza di un nutrito pubblico di settore (tra cui gli scozzesi Stephen e Martin  Neville e il belga Eddy De Mol) ha dato così il via a un caloroso e sentito apprezzamento per le emozioni che le immagini del libro sanno trasmettere al lettore.

All’uomo che voleva conoscere sé stesso gli antichi oracoli insegnavano per prima cosa a togliere dalla mente il superfluo, perché solo in questo modo la realtà delle cose sarebbe diventata visibile. L’arte fotografica di Serena Galvani è anche far rivivere nei suoi ritratti storie tramandate dando risposte alle esigenze emotive che sono nascoste nel profondo di ognuno di noi. L’uomo si rilegge riconoscendosi nei segni del suo passato e nelle sue tradizioni e, infatti, il primo dicembre scorso anche l’Italia si è aggiunta alle 17 nazioni che riconoscono la Falconeria come patrimonio immateriale dell’umanità secondo la Convenzione UNESCO.

La mia fotografia è l’espressione dell’anima, ne documenta i moti e le passioni. E’ comunicazione di quell’eloquente libertà che si protrae nella mente e nei sogni e, per questo, non è mai costretta … Esiste nell’infinito movimento, così come la vita.” Con queste parole, Serena Galvani descrive la sua interpretazione personale della fotografia, un filo conduttore che ispira da sempre il suo impegno ed è improntato a una spontaneità incondizionata.

“ARIA, UOMINI, FALCHI” è un racconto per immagini dove i  temi s’incarnano negli sguardi potenti di uomini e rapaci che si fondono gli uni agli altri, in vele e ali che insieme cercano il vento, in paesaggi aspri con remote torri medievali e tutti i soggetti attraversano il passato, così da restituire al mondo una memoria che porta dentro di sé i segni di lontani antenati e tradizioni mai dimenticate. Nel tempo in cui siamo chiamati a vivere l’affiorare di questi ricordi è sempre più difficoltoso e si traduce spesso nella perdita del senso originario della nostra storia: è in questo solco che l’opera di Serena Galvani ci riporta a un punto di riferimento di cui l’uomo moderno ha sempre più bisogno: la riscoperta del proprio “genius loci”, chiave di volta per comprendere la nostra epoca. Una comprensione che necessita comunque di un percorso personale e di un dialogo, approfondito e sottile, con le immagini.

Serena Galvani e la Costa Concordia
Tra le opere fotografiche di Serena Galvani ricordiamo gli scatti sconvolgenti del naufragio della Costa Concordia proiettati nel corso del triennio 2014-2016 negli importanti Convegni promossi dall’Ordine degli Ingegneri Nazionale. Organizzati dai rispettivi Ordini Provinciali, gli incontri si sono svolti a Ravenna il 28 novembre 2014 “Le opere di ingegneria nel recupero della Costa Concordia: incontro con i protagonisti”, a Grosseto il 16 febbraio 2016 “Le opere d’ingegneria nel recupero della Costa Concordia e la salvaguardia ambientale dell’isola del Giglio” e a Lecce il 23 settembre 2016 “Le opere di ingegneria nel recupero della Costa Concordia”. Nel corso dei Convegni sono state proiettate un centinaio di immagini della fotografa bolognese che ha seguito per oltre tre anni la vicenda della Costa Concordia dal giorno del suo arenamento a Giglio Porto fino alla partenza del relitto verso Genova. Grazie a questo lavoro Serena Galvani ha voluto documentare con la sua personale visione non solo la tragedia della Concordia, la nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai naufragata nella storia mondiale della Marineria, ma anche l’impegno titanico degli uomini e delle Aziende che hanno realizzato, per la rimozione del relitto, soluzioni innovative grazie a una cooperazione internazionale di altissimo livello.

Note biografiche sull’Autrice
Serena Galvani, nata a Bologna e laureata in Lettere Moderne, ricercatrice storica, con la propria Associazione, A.R.I.E. (Associazione per il Recupero delle Imbarcazioni d’Epoca), si occupa da vent’anni della salvaguardia del patrimonio nautico italiano. Armatrice di una delle più prestigiose barche d’epoca del Mediterraneo, ARIA (un 8 mt. S.I. del 1935), velista, autrice di libri e collaboratrice di molte testate nautiche, scrive anche di Falconeria, altra sua grande passione. Fotoreporter AIRF e fotografa ritrattista e naturalista, vive e lavora a Bologna ma gira il mondo dedicando molti dei suoi scatti alla Falconeria.

Serena Galvani Libro Aria Uomini Falchi Vela Falconeria
La copertina del libro

“ARIA, UOMINI, FALCHI” ©
Autore Serena Galvani, Editore A.R.I.E. dicembre 2016 – Pagg. 272 – Prezzo € 48,00
Per prenotazioni e ordini: http://www.arie-italia.itwww.serenagalvani.com

Per informazioni alla stampa: Alessandro Bagno – Ufficio Stampa ARIE – Cell. 339 5089835 – Email bagnosandro@gmail.com

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America’s Cup World Series: il team britannico di Ben Ainslie batte Oracle e New Zealand

Il Land Rover BAR Team, sfida britannica alla Coppa America capitanata dal 4 volte oro olimpico Ben Ainslie, ha vinto le World Series di Coppa America sconfiggendo i più quotati rivali di Oracle Team USA e Emirates Team New Zealand.

Così facendo il team BAR (Ben Ainslie Racing) si è avvantaggiato per la Louis Vuitton Cup (26 maggio-5 giugno 2017), regate di qualificazione alla America’s Cup del prossimo anno a Bermuda, guadagnando già 2 punti. 1 punto invece se lo è aggiudicato Oracle, team Defender della Coppa America, capitanato da James Spithill.

America's Cup World Series Fukuoka

Gli americani si erano aggiudicati la prima prova ma, grazie ad una reazione veemente, il team britannico ha rimontato fino a sfidare in una sorta di tie-break nella regata finale di Fukuoka, in Giappone, il team svedese Artemis, riuscendo alla fine a prevalere in virtù del miglior piazzamento nell’ultima prova, conquistando l’ambita classifica Overall.

Ben Ainslie, Team Principal e Skipper, ha dichiarato: “E ‘stata una giornata incredibile per la squadra perché il nostro grande obiettivo era quello di vincere la classifica Overall, questo è ciò che siamo venuti a fare qui. E’ un enorme successo per un team completamente nuovo: due anni e mezzo fa non avevamo assolutamente niente, siamo partiti da zero e quindi ciò che abbiamo realizzato nella costruzione della squadra, delle infrastrutture e questa performance nelle World Series è qualcosa di cui tutti noi dovremmo essere incredibilmente orgogliosi. Ma allo stesso tempo è solo il primo passo del nostro cammino per la Coppa America. Il nostro obiettivo era quello di ottenere i due punti bonus: ce l’abbiamo fatta e ora l’attenzione è chiaramente sulla barca e sulle prestazioni della prossima estate alle Bermuda. Vogliamo prepararci al meglio per la Coppa America, per cercare di portarla a casa dopo 167 anni di delusioni”.

Risultati del weekend giapponese:
1) Land Rover BAR – 75
2) Artemis Racing – 75
3) Oracle Team USA – 70
4) Emirates Team New Zealand – 65
5) SoftBank Team Japan – 61
6) Groupama Team France – 59

Classifica finale Overall America’s Cup World Series 2016:
1) Land Rover BAR – 512
2) Oracle Team USA – 493
3) Emirates Team New Zealand – 485
4) Artemis Racing – 466
5) SoftBank Team Japan – 460
6) Groupama Team France – 419

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America's Cup World Series Fukuoka
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Soldini alla prima regata oceanica col trimarano “volante”, la situazione

Giovanni Soldini è partito per la prima regata oceanica a bordo del trimarano “volante” Maserati Multi70, la RORC Transatlantic Race.

Al momento si trova in seconda posizione, dentro ad un fronte esteso, a circa 250 miglia di distanza dal grande rivale Phaedo3, già detentore del record della regata nella categoria multiscafi e che viaggia ad una velocità costante oltre i 20 nodi.

Comunicato stampa del team Maserati:

MASERATI MULTI70: PARTITA LA PRIMA REGATA OCEANICA PER GIOVANNI SOLDINI SUL TRIMARANO VOLANTE

Giovanni Soldini e il suo equipaggio hanno iniziato oggi, a bordo del tecnologico trimarano Maserati Multi70, la RORC Transatlantic Race.
2865 miglia per attraversare l’Atlantico da Lanzarote (Canarie) a Grenada (Mar dei Caraibi). Il record dei multiscafi della regata da  migliorare è quello di Phaedo3, stabilito lo scorso anno con un tempo di 5 giorni, 22 ore, 46 minuti e 3 secondi.

Soldini Maserati Trimarano RORC

Alle ore 13.00 italiane (12.00 a Lanzarote) del 26 novembre è partita la RORC Transatlantic Race che fra i 14 iscritti vede in corsa Maserati Multi70 e il Team capitanato da Giovanni Soldini, impaziente di correre questa prima regata oceanica.

La situazione meteo che si prospetta non è ancora definita chiaramente, anche perché i modelli americani ed europei non concordano e sono in rapida evoluzione.
«La transoceanica che ci aspetta è strana: siamo venuti qui per correre una regata caraibica – quindi alta pressione, Aliseo, vento stabile – e invece la situazione meteo è completamente diversa», commenta Giovanni Soldini in uscita dal Marina di Lanzarote. «Ci sono varie depressioni tropicali con fronti molto a Sud».

La partenza della RORC Transatlantic Race per Maserati Multi70, il suo diretto antagonista Phaedo3 e il resto della flotta è stata caratterizzata da 8 nodi di vento da SW al traverso. Passato il canale a Sud di Lanzarote, la navigazione sarà di bolina con vento in rinforzo verso sera.

«Non vediamo l’ora di poter volare in oceano», conclude Giovanni Soldini. «Siamo contenti di fare questa regata che per noi è un passaggio importante: dopo tre mesi di ricerche e sviluppo è la prima volta che riusciamo a navigare in oceano in assetto volante almeno da una parte. Speriamo di capire tante cose misurandoci con l’oceano e di fare dei passi avanti».

La RORC Transatlantic Race, giunta quest’anno alla terza edizione, prevede una rotta di 2865 miglia da Lanzarote (Canarie) a Grenada (Mar dei Caraibi). In corsa 14 barche divise fra Irc, Class 40 e Mocra Multihull. Il record dei multiscafi è quello stabilito dal trimarano Phaedo3 lo scorso anno con un tempo di 5 giorni, 22 ore, 46 minuti e 3 secondi.

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